Circolare prego, da questa parte… sì, pure in Svizzera, dove per un piccolo momento abbiamo temuto il peggio. Invece no, abbiamo peccato di malafede nei confronti della Confederazione Elvetica, questa terra che ci ospita da anni. Siamo stati poco fiduciosi e la Svizzera ci ha stupiti con un sorriso accattivante: prego, circolate pure, italiani e non! In fondo la Svizzera lo sa, gli emigrati, i frontalieri, gli stranieri, siamo una grande risorsa per questa terra, una “Brexit elvetica” non conveniva a nessuno! Gli svizzeri non sono così poco accorti da limitare una delle fonti più importanti della propria ricchezza.
Una delle iniziative popolari, in votazione domenica 27 settembre, “Per un’immigrazione moderata”, è stata fortemente voluta dalla destra sovranista per porre fine alla libera circolazione delle persone con l’Ue, ma i risultati non sono stati quelli sperati dall’Udc: il NO ha infatti prevalso con il 61,7% delle preferenze svizzere. Interessante vedere come solo 4 cantoni si sono espressi a favore del sì, tra cui il Ticino, con il 53,1% dei sì, che è il cantone dove la presenza italiana è più corposa con bene 60.000 italiani che vi lavorano. Gli altri cantoni che sono risultati favorevoli all’iniziativa sono Glarona (50,47%), Appenzello Interno (54,29%) e Svitto (53,36%) che, al contrario del Ticino, non hanno una presenza di immigrati così alta. È invece molto gratificante notare che proprio quei territori dove la presenza degli stranieri è più considerevole, come Ginevra, Zurigo o Berna, la decisione è stata indubbia!
“Ha prevalso la clausola ghigliottina” afferma la vicepresidente dell’Udc, Celine Amaudruz, affermando che gli svizzeri hanno temuto di perdere tutti i benefici degli accordi bilaterali con l’Ue, firmati nel 1999, che comprendevano anche questa particolare clausola con la quale si attesta che la disdetta di un accordo comporta di conseguenza anche la disdetta di tutti gli altri, per cui sarebbero stati messi a rischio diversi settori fondamentali per l’economia svizzera quali i trasporti, l’agricoltura, il commercio e tanto altro, nonché avrebbe compromesso il destino ci oltre 500.000 cittadini svizzeri che risiedono in paesi comunitari. Ma questo significa che gli svizzeri sono consapevoli dell’importanza dei buoni rapporti con l’Ue e della presenza degli stranieri sul territorio. Il risultato è chiaro, se ne faccia una ragione chi di dovere, la chiusura non è mai conveniente per nessuno!