L’abbiamo vista tutti e ha fatto un certo effetto, diciamolo. Angela Merkel, al limite della commozione, che annuncia la necessità di prendere misure più rigide per frenare l’inarrestabile ascesa della pandemia che sembra non prendere la direzione sperata con gli ultimi accorgimenti.
Così la cancelliera tedesca ha annunciato la decisione di andare verso il Lockdown più duro e restrittivo a partire da questa settimana. Dal 16 dicembre e almeno fino al 10 gennaio la Germania si chiuderà maggiormente per contrastare in maniera più efficiente, si spera, la ‘crescita esponenziale’ del virus.
La cancelliera non ha usato mezzi termini, è stata precisa e ha parlato di “sistema sanitario molto affaticato”, di una nazione, la Germania appunto, che rischia di diventare ‘il caso d’Europa’; ha parlato di coronavirus ‘fuori controllo’ e di pandemia che ormai è ‘una catastrofe’. Di fronte ad una tale situazione il Bund e i Laender hanno deciso di introdurre un lockdown più duro confermando misure drastiche come lo stop al commercio al dettaglio. Una decisione pericolosa che potrebbe rendere la Cancelliera, al comando della nazione tedesca da 15 anni, impopolare ma che ha sostenuto con fermezza perché è arrivato il momento di agire: “So quanto è duro, quanto amore ci sia quando aprono i mercatini di Natale. Mi dispiace e fa veramente male al cuore. Ma se il prezzo che dobbiamo pagare sono 590 morti in un giorno, per me è inaccettabile e dobbiamo agire” ha detto Merkel. E si sa che l’agire tedesco, piaccia o no, sembra avere un certo ascendente sulle decisioni europee, e magari questa presa di coscienza e di posizione di Angela Merkel può influenzare gli stati vicini sulle decisioni da prendere per contrastare la pandemia. Invece, in questo momento, sembra proprio che nessuno riesca ad osare una fermezza a come quella della Germania.
Cosa succede in Italia? Nei fine settimana “gialli” le persone si riversano ammassati sulle strade e nei centri commerciali, allettati dai negozi aperti per le feste e la possibilità di sfruttare “occasioni imperdibili” come il cashback. Già, il cashback, ovvero l’iniziativa messa in campo dal Governo per incentivare i pagamenti non in contante attraverso un sistema di restituzione in denaro di una percentuale di quanto pagato cashless. Dunque il Governo italiano dice “uscite e acquistate ma siate diligenti”, però quando si riversano frotte di persone per le vie dello shopping natalizio ci si rende conto della pericolosa linea sottile su cui ci si sta muovendo. Per questo adesso si pensa e si teme la chiusura per i giorni natalizi.
In Svizzera ben cinque ospedali universitari hanno inviato una lettera al Consigliere federale Alain Berset per esprimere la loro “grande preoccupazione per la situazione attuale” e chiedere un lockdown perché i posti letto nelle terapie intensive stanno scarseggiando e il personale sanitario ha raggiunto il limite. Ma, anche se le misure vengono irrigidite, Alain Berset, in risposta ai cinque ospedali svizzeri, ha sottolineato che “la situazione straordinaria non servirebbe a nulla”. Poi ci sono anche la Francia e la Spagna, la prima permetterà gli spostamenti durante i giorni festivi e senza autocertificazione e la Spagna che invece limiterà gli spostamenti dal 23 dicembre al 6 gennaio e le riunioni saranno permesse a un massimo di dieci persone.
È chiaro che ogni nazione ha una situazione a sé e si deve comportare di conseguenza, ma le differenze dei provvedimenti sono così evidenti che le popolazioni si sentono nel caos più assoluto.
Come saranno, dunque, le feste che ci aspettano? Da una parte l’effetto Merkel che ha sorpreso tutti con la chiusura immediata e rigida, dalle altre parti il caos più assoluto con le nazioni che cercano i più disparati rimedi per andare avanti. E di mezzo c’è sempre la popolazione con la voglia di vivere delle feste serene per buttarsi alle spalle l’anno difficile che stiamo vivendo e la consapevolezza che potrebbe attenderci un anno ancora più duro.