Altre 5 settimane per combattere l’epidemia da Covid-19. Questa sarebbe la proposta del Consiglio Federale esposta nella giornata di oggi 6 gennaio per voce del consigliere federale Alain Berset. Non è ancora stato deciso, si dovrà attendere fino al 13 gennaio, nel frattempo i Cantoni dovranno esprimersi su una serie di possibili inasprimenti, tra cui l’obbligo del telelavoro, la chiusura dei negozi, un’ulteriore limitazione degli assembramenti e delle manifestazioni private, oltre che una maggiore protezione delle persone particolarmente a rischio. “Non si tratta di una decisione, ma dell’apertura di una consultazione con i Cantoni”, ha infatti sottolineato Berset durante la conferenza stampa. “La situazione non è buona, anzi cattiva. Le cifre sono molto elevate anche se difficili da interpretare”, ha affermato Berset in apertura di conferenza stampa. Anche se il numero dei contagi è in leggero calo bisogna considerare che sono anche stati eseguiti meno test, inoltre si teme un nuovo incremento dei contagi dopo le festività, anche per la presenza di nuove varianti del coronavirus che stanno emergenza negli ultimi tempi. Purtroppo i ricoveri negli ospedali e i decessi rimangono numerosi, ma Berset spera nel miglioramento grazie all’introduzione del vaccino.
Infatti, per quanto riguarda i vaccini, al centro delle ultime polemiche, Berset ha confermato che attualmente la Svizzera è in grado di vaccinare tutta la popolazione adulta in pochi mesi (ad oggi, è stato vaccinato il 2,7% della popolazione), ma non bisogna abbassare la guardia: “Non è che grazie al vaccino l’emergenza passi. Dobbiamo continuare a rispettare il distanziamento sociale, le misure igieniche, l’uso della mascherina” e invita, infine, a testarsi con la comparsa dei primi sintomi sospetti.
La proposta di annunciare il prolungamento delle limitazioni per altre 5 settimane (attualmente in vigore fino al 22 dicembre), non è l’unica novità annunciata in Conferenza, infatti a partire da sabato 9 gennaio è previsto l’annullamento delle eccezioni a livello cantonale. Ciò vale a dire che in tutta la Svizzera anche nei cantoni con un’evoluzione epidemiologica positiva dovranno rispettare la chiusura di ristoranti, delle strutture per la cultura, del tempo libero e dello sport, uniformando così la situazione a livello nazionale. Con questo intervento si punta a frenare quello che Berset definisce il “turismo degli acquisti e gastronomico fra un Cantone e l’altro”.
La decisione sarà affiancata da dei provvedimenti che serviranno per attenuare le conseguenze economiche per i settori colpiti e che il Consiglio federale discuterà nella seduta della prossima settimana. “La situazione non è affatto buona e non possiamo escludere una terza ondata del virus” afferma Berset tanto che non è neanche esclusa la possibilità di seguire misure più severe, come quelle decise dai governi di altri Paesi, tra cui la Germania.