Dopo la narrazione sul linguaggio dell’ideologia neoliberista e sulle libertà sottratte, affronterò ora il tema della tecnologia, che l’egemonia finanziaria utilizza come uno degli strumenti di potere
Tecnologia Questa mia panoramica sulle tecnologie fino ad ‘oggi sviluppate e già presenti, nel contesto della pandemia, è un’occasione per i non addetti di famigliarizzare con un’evoluzione in atto ancor prima del Covid. Bisogna sempre seguire le proprie convinzioni, informandosi presso più fonti possibili, a volte alternative al pensiero dominante. Se un pensiero unico domina la scena, bisogna rimanere scettici e studiarne le motivazioni. Sulla pandemia in corso, ho dedicato gran parte del mio tempo, analizzando più aspetti e sfaccettature, evitando dogmatismi ma facendo spesso riferimento alla storia grande maestra per spiegare sia il presente che indicare il tortuoso futuro che ci attende. È in corso una quarta rivoluzione industriale (detta anche 4IR o Industria 4.0) che si basa su fondamenta gettate dalle prime tre che riassumo sinteticamente.
Fin dalla Prima Rivoluzione Industriale che ha investito l’Inghilterra della fine del 700, la tecnologia, ha rivoluzionato non solo la produzione dei beni di consumo e la metodologia di produzione, ma anche la società, determinando un importante passaggio all’inurbamento a discapito del lavoro nelle campagne. Il progresso nella navigazione degli oceani ridusse i rischi legati al commercio d’oltremare nel nuovo mondo, e l’aumento dei profitti, riducendo il potere delle grandi compagnie, consentendo l’ingresso nel settore di uomini nuovi e il dispiegarsi della libera iniziativa, che riguardava prevalentemente il settore tessile e metallurgico ed è connessa all’introduzione della macchina a vapore, che potrà beneficiare della grande disponibilità di carbone delle miniere.
La Seconda Rivoluzione Industriale (1870-1900), instaurò un legame sempre più stretto fra tecnologia e produzione di massa. Apparvero invenzioni come l’elettricità, il motore a scoppio e oggetti d’uso domestico. Si sviluppa con l’introduzione dell’acciaio, dei prodotti chimici e del petrolio l’industria pesante o il cosiddetto settore secondario. La Terza Rivoluzione Industriale, iniziata negli anni ’50, ha visto la nascita dei computer e della tecnologia digitale. Questo ha portato alla crescente automazione della produzione e allo sconvolgimento di settori come quello bancario, dell’energia e lo sviluppo su scala mondiale di enormi e complessi sistemi di comunicazione. I combustibili fossili, sono le fonti energetiche su cui si basa l’odierno stile di vita planetario. Altre invenzioni come il microprocessore, i primi Personal Computer, e la nascita della microelettronica, sfruttata per esempio dai sistemi militari come radar e satelliti, sanità, radio, televisioni, cellulari, hi-fi e lo sviluppo nelle attività terziarie, per finire con la scoperta del 1953 del DNA (ingegneria genetica). Ma il protagonista assoluto è Internet, paragonabile alle ferrovie, come accadde con lo sviluppo dei trasporti su rotaia un secolo e mezzo fa. La rete darà un enorme impulso ai commerci, riducendo e annullando le distanze tra i mercati. Klaus Schwab, fondatore e direttore esecutivo del World Economic Forum e autore del libro intitolato La Quarta Rivoluzione Industriale, scrive: “come le rivoluzioni che l’hanno preceduta, la quarta rivoluzione industriale ha il potenziale di innalzare i livelli globali di reddito e migliorare la qualità della vita per i popoli di tutto il mondo. Nel futuro, le innovazioni tecnologiche porteranno un miracolo sul lato dell’offerta, con benefici a lungo termine per l’efficienza e la produttività. I costi di trasporto e comunicazione caleranno, la logistica e le supply chain globali diventeranno più efficienti e il costo del commercio diminuirà; tutto questo aprirà nuovi mercati e promuoverà la crescita economica”. Questo potrebbe portare a una maggiore disuguaglianza, “specialmente nel suo potenziale di sconvolgere i mercati del lavoro“. Ecco alcune innovazioni tecnologiche che caratterizzano il futuro già presente.
Di Big Data Analytics se ne fa un gran parlare, in ogni ambito. I dati sono il nuovo petrolio e saperne estrarre valore è la vera chiave competitiva per grandi aziende di cui noi siamo la materia prima. Dagli smartphone come terminale principale, ai mercati business più disparati, carte di credito, smart city, gestione dei motori di ricerca e piattaforme web, trasporti, medicina e biotecnologie. La vera rivoluzione però non è l’enorme quantità di dati oggi disponibili, quanto la capacità di elaborare, analizzare e trovare riscontri oggettivi da questa immensa risorsa su diverse tematiche, tramite gli algoritmi capaci di trattare così tante variabili in poco tempo. L’Intelligenza artificiale(IA) Software di apprendimento automatico avanzato con algoritmi comportamentali estesi che si adattano alle nostre preferenze, riconoscendo dei modelli complessi per elaborare informazioni e trarne conclusioni e formulare consigli. Siri l’assistente personale di Apple, aiuta a trovare informazioni, indicazioni, aggiunge eventi ai nostri calendari, ci aiuta a inviare messaggi ecc. Amazon, prevede esattamente ciò che ci interessa acquistare in base al nostro comportamento online. Oppure l’Image Processing, che analizza immagini statiche o video per il riconoscimento di oggetti, persone o animali, e si sta diffondendo principalmente nell’ambito della videosorveglianza, per individuare eventuali situazioni anomale o di pericolo.
Blockchain è un modo sicuro, decentralizzato e trasparente di registrare e condividere dati, senza doversi affidare a intermediari terzi. La valuta digitale Bitcoin è l’applicazione più nota della blockchain. Altro uso, è rendere tracciabili le supply chain, proteggere i dati medici sensibili in forma anonima e combattere le frodi elettorali. L’avvento del “cloud“ ha consentito alle aziende e sempre più privati, di archiviare e accedere in modo sicuro alle proprie informazioni da ogni luogo con accesso a internet. Le tecnologie di computazione quantistica in attuale fase di sviluppo renderanno infine i computer milioni di volte più potenti. La realtà virtuale (VR) offre esperienze digitali a 360 gradi, simulando e aumentando il mondo reale, unendo sempre più il mondo digitale a quello fisico. Esempi: L’app per il trucco di L’Oréal, che permette agli utenti di sperimentare digitalmente i cosmetici prima di acquistarli, e l’app mobile di Google Translate, che consente di scansionare e tradurre all’istante cartelli stradali, menù e altri testi. La biotecnologia si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi, per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico. All’uso integrato di microbiologia, biochimica, genetica e ingegneria chimica, allo scopo di ottenere applicazioni di microrganismi e di altri sistemi cellulari per la produzione di composti di vario interesse o per terapie cliniche. Le biotecnologie avanzate, invece, poggiano sulle moderne scoperte dell’ingegneria genetica e della biologia molecolare, riconducibile a quattro macro aree: farmacologia, medicina e diagnostica, agricoltura, veterinaria e zootecnia, bioindustria e ambiente. Nanotecnologie Un nanometro è un miliardesimo di metro, e dà la possibilità di vedere e controllare singoli atomi e molecole, dando la capacità di migliorare prodotti e materiali esistenti, creando componenti più piccoli e materiali con prestazioni migliori a un costo inferiore. Applicazioni: Sviluppo e assemblaggio di sofisticati dispositivi che sono alla base di tutte le nuove apparecchiature ottiche. Videocamere, schermi, scanner biometrici, i fari intelligenti delle autovetture, i sensori anticollisione, fino ai nuovi proiettori integrati negli smartphone.
Con robotica ci si riferisce alla progettazione, alla produzione e all’uso dei robot a scopi personali e commerciali. Vengono usati in campi di vasto respiro come produzione, salute e sicurezza e assistenza alle persone. esoscheletri per gli arti superiori che consentono ai lavoratori di sollevare pesi fino a 100 Kg senza affaticarsi, AGV (Automatic Guided Vehicle) veicoli a guida automatica robotici su gomma che funzionano senza presidio dell’operatore. La stampa 3D permette alle attività di produzione di stampare le proprie parti, con una minore lavorazione, a un costo inferiore e più rapidamente rispetto ai processi tradizionali. Materiali innovativi, tra cui plastiche, leghe metalliche e biomateriali, promettono di scuotere settori come produzione, energie rinnovabili, edilizia e sanità. Alcuni successi ottenuti: Settore nautico, Industria Manifatturiera, Aerospace & Difesa, Industria Materie Plastiche, Gioielleria e settore orafo, Dentale, Meccanica, Oil&Gas, Metallo e Architettura.
Internet of Things (IoT) si basa sull’idea di oggetti “intelligenti” tra loro interconnessi in modo da scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate. È l’idea che vede gli oggetti di tutti i giorni, da apparecchiature mediche indossabili che monitorano le condizioni fisiche degli utenti ad automobili e sistemi di tracciamento inclusi nei pacchi, connessi a Internet e identificabili da altri dispositivi. Alcuni esempi. L’uomo pensa ed è concepito in modo analogico e non digitale, e l’età della tecnica sta dissolvendo questo scenario “umanistico. Il declino della ragione comincia con l’eclissi dello spirituale. Il nemico non è la tecnologia che è stata il mezzo con cui l’uomo si è evoluto per entrare nella società e nella storia, con la creazione di manufatti sempre più efficaci e raffinati. Non la realtà dell’ubiqua sorveglianza preoccupa, bensì la certezza, che la tecnologia è e sarà il nuovo modello di business della sorveglianza. Abbiamo perso da tempo il controllo dei nostri dati che ci vengono sottratti ogni secondo, ma il rischio maggiore viene dagli algoritmi intelligenti, che tramite l’imposizione del 5G permetterà un flusso in tempo reale, per analizzare, prevedere e controllarci in modo autonomo, veloce, ovunque e sempre, come servizi di costruzione in autoapprendimento.
L’uso inappropriato della pandemia ha ribaltato tutto ciò che erano i nostri diritti, accelerando per i prossimi anni, tutte le tecnologie che ho sopra esposte senza alcun dibattito pubblico e politico. Il Great Reset riscriverà una nuova legislazione globale, non etica degli algoritmi e una repressione sociale, favorendo gli interessi di pochissimi, i quali dalla compravendita dei nostri dati personali e delle predizioni sui comportamenti futuri trarranno enormi ricchezze e potere. In questo tecno-capitalismo, il Great Reset si servirà dei seguenti strumenti tecnologici già esistenti, ma che la pandemia ha trasformato da catalizzatore: smart working, Covi Pass, Contact Tracing, tecniche RNA per sviluppo vaccini, video-conferenze, didattica a distanza, E-Commerce, E-Voting, videosorveglianza, pagamenti elettronici, medicina e intrattenimento a distanza, automatizzazione, formazione e sport fino al servizio di trasporto tramite droni. Il tutto all’insegna di una società sempre più senza contatti reali e la difesa della privacy o la protezione dei dati. In questa miscela perversa di miglioramento e peggioramento, in uno stato di perenne emergenza, il neoliberismo tecno-capitalista sarà l’ideologia dominante della nostra epoca.
I governi avranno unicamente un ruolo di rappresentanza istituzionale, e di servilismo, con delega di gestire i punti programmatici di un’agenda già scritta in altri centri di potere, come il FMI, la Commissione europea, il gruppo Bilderberg e altre eminenze grigie. Il nWO necessita che siamo tutti a bordo dell’apparato/algoritmo, per sé come nuovo sovrano senza stato, ritenuto razionale e matematico dalla tecnologia il cui potere è illimitato. In questa realtà pianificata in senso tecno-capitalista, in quanto il neoliberalismo, con la tecnica è ideologia non di libertà ma di pianificazione della società e della vita è più e peggio delle ideologie del ’900. Se negli ultimi decenni il settore finanziario ha assunto un ruolo così dominante e decisivo, è proprio perché il lavoro è stato progressivamente reso superfluo dall’uso capitalistico della tecnologia, rendendo il lavoro salariato di massa tecnicamente morto. Esso continuerà a sussistere solo come formazione sociale, in cui pochissimi prosperano e il resto è condannato a sopravvivere in condizioni di indigenza e darwinismo sociale. Col pretesto del Covid ai fini di mascherare la crisi storica dell’economia globale, si dà la colpa ai virus e si sdoganano misure d’emergenza inaudite. Trasformare un sintomo (il virus) in causa è senz’altro preferibile al mettere in discussione le basi di un modo di produzione agonizzante, specie quando la cartuccia della finanza avida e corrotta è già stata sparata. Ma prima della cura a sua premessa, serve un pensiero eretico e dissidente.
Mario Pluchino