Una novità, in campo di semplificazioni, giusto per complicare un po’ più le cose, nasce una norma per cambiare la regola del “silenzio-assenso”. Ogni qual volta un cittadino o un’impresa chiede un’autorizzazione a una pubblica amministrazione, se quest’ultima non risponde entro un termine che può andare dai 90 ai 180 giorni, il via libera si ritiene concesso. Una norma che sulla carta dovrebbe andare già oggi incontro alle esigenze di velocizzazione e di certezza dei tempi dell’azione delle amministrazioni. Ma in realtà non è così. Soprattutto quando si devono investire cifre rilevanti, la flemma e l’inefficienza della pubblica amministrazione non vengono considerate abbastanza per poter avviare un cantiere o un’opera. Il timore è che possano essere sollevate eccezioni in ogni momento in grado di fermare i lavori. Questa nuova norma che dovrebbe essere inserita nel decreto semplificazioni, invece, introdurrà quella che i tecnici al lavoro sul provvedimento definiscono una «clausola di conclusione del procedimento.
Di cosa si tratta? Una volta chiesta un’autorizzazione e decorso il termine senza che l’amministrazione non abbia assunto nessuna decisione, il richiedente potrà chiedere un “certificato” che attesti il silenzio-assenso, giusto per snellire la burocrazia, l’introduzione di altre carte, in questo modo si avrebbe un atto da opporre alle possibili successive richieste. In effetti, in questo modo, è come se il silenzio-assenso fosse in qualche modo superato,”teoricamente”. Inoltre, sempre allo studio, c’è l’eliminazione dai procedimenti della pubblica amministrazione, dei cosiddetti termini “ordinatori”, quei termini entro i quali esprimere un parere o adottare un atto che, tuttavia, non sono tassativi perché se sforati non comportano nessuna sanzione per l’amministrazione pubblica. Ormai trattasi di una regola consolidata, qualora sia la pubblica amministrazione a sbagliare, non succede nulla, qualora è il cittadino a sbagliare deve pagare per ciò che ha fatto. Tutti i termini insomma, dovrebbero diventare “perentori”. Il ministro Brunetta ha garantito che andrà «avanti con le semplificazioni delle procedure, a partire dal silenzio-assenso per velocizzare le opere». La pubblica amministrazione, ha aggiunto Brunetta, «ha bisogno delle migliori professionalità per realizzare investimenti e progetti a beneficio di 60 milioni di italiani». Gli facciamo i nostri migliori auguri, ma se il buongiorno si vede dal mattino, lascio a voi lettori le conclusioni del caso.