Se il dialogo tra la Svizzera e l’Unione Europea segna l‘inizio di un dialogo fra le parti ancora in cerca di sintonia, fortunatamente diversa è la situazione per la cooperazione giudiziaria internazionale.
Lo conferma la presentazione del nuovo Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO), attivo nell’ambito dell’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI), diretto da Federica De Rossa, presso la Università della Svizzera Italiana-USI di Lugano.
Nel corso della conferenza stampa introduttiva sono stati illustrati i punti di forza dell’O-TiCO: ricchezza dell’archivio, disponibilità ad organizzazione di eventi divulgativi, ed a partecipare alle attività di ricerca degli studiosi internazionali nel campo della lotta alla criminalità organizzata, con particolare attenzione delle sue dinamiche di carattere transnazionale.
Dopo il saluto del Rettore dell’USI Boas Erez e l’introduzione della responsabile accademica di O-TiCO Annamaria Astrologo, sono intervenuti: Nicoletta della Valle, a capo dell’Ufficio federale di polizia di Berna; Thomas Ferrari, responsabile della Polizia giudiziaria del Canton Ticino; Sergio Mastroianni, Procuratore presso il Ministero Pubblico della Confederazione a Berna; Norman Gobbi, Consigliere di Stato e titolare del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino.
L’incontro è stato moderato dal giornalista Francesco Lepori, specializzato in cronaca giudiziaria presso la Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana-RSI e responsabile operativo dell’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata.
“Le mafie italiane rappresentano attualmente una minaccia considerevole per la Svizzera.” Questo l’allarme lanciato nel dicembre 2019 dagli organi di informazione svizzeri, dato che anche nella Confederazione, come in altri paesi, organizzazioni criminali d’oltre confine hanno iniziato ad operare in modo trasversale, interessando i più diversi ambiti della società. Si tratta, è stato rilevato nell’incontro, di patologie silenziose, discrete, quanto radicate.
In particolare, ad esempio, caratteristica della ‘ndrangheta calabrese è di riuscire a consolidare il suo impianto nel panorama criminale proprio grazie alla impenetrabilità della sua struttura, e la sua perfetta abilità di mimetizzarsi nel tessuto sociale.
A complicare il lavoro degli inquirenti, hanno osservato i partecipanti, c’è anche la percezione da parte della pubblica opinione che le devianze mafiose siano ancora estranee alla realtà confederata.
È probabilmente questa la principale constatazione che ha portato alla nascita dell’Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata O-TiCO.
O-TiCO, sviluppato in collaborazione con la RSI, è attivo dal 1° gennaio di quest’anno e ha sede nel Campus Ovest dell’USI di Lugano.
L’Osservatorio Ticinese sulla Criminalità Organizzata offre a studenti e ricercatori la possibilità di consultare il suo data-base, che comprende un archivio sulle inchieste legate al Ticino a partire dagli anni Settanta, e degli atti giudiziari delle inchieste riguardanti il resto della Svizzera a partire dal 2010.
I dossier, archiviati in forma cartacea e digitale, sono un centinaio, per un totale di oltre 400 nominativi. Ogni fascicolo comprende articoli di stampa, servizi radio-televisivi, fotografie ed atti giudiziari. Già oggi il materiale a disposizione offre una raccolta irrinunciabile per approfondimenti scientifici sulle caratteristiche delle patologie criminali e la loro interpretazione nel contesto elvetico ed internazionale.
Tra gli obiettivi di O-TiCO spiccano attività di carattere formativo e divulgativo, focalizzate sulle problematiche normative e processuali, anche al fine di offrire ipotesi di riflessione per un aggiornamento degli attuali impianti legislativi.
Inoltre, per diffondere e promuovere una cultura della legalità, tra la popolazione e soprattutto le giovani generazioni, nei prossimi mesi verranno organizzati incontri aperti al pubblico.
Il primo è fissato il prossimo 16 settembre, nel quadro del 25esimo dalla fondazione dell’USI, con un convegno intitolato “Tracce della criminalità organizzata in Ticino tra passato e presente”.
A questo incontro interverranno la Dottoressa Alessandra Cerreti, Sostituto Procuratore della Direzione distrettuale antimafia-DDA presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, ed il magistrato svizzero Roy Garré, Presidente della Corte dei reclami penali presso il Tribunale penale federale-TPF di Bellinzona.
di Andrea Grandi
Il video della conferenza stampa