A due anni dal grande sciopero svizzero delle donne, le cose non sembrano così differenti. Ma se c’è qualcosa di cui si è avvertito un maggiore cambiamento, è la consapevolezza che le donne acquisiscono continuamente in tema di parità dei diritti e di uguaglianza tra uomo e donna. Il 14 giugno del 2019 si celebrava il 28° anniversario dello sciopero nazionale che coinvolse ben mezzo milione di donne per commemorare il 10° anniversario dell’accettazione, da parte di popolo e Cantoni, dell’articolo costituzionale sull’«eguaglianza dei diritti tra uomo e donna».
Era il 14 giugno 1991. Oggi, a 30 anni da quella importante mobilitazione femminile e a due anni dal più recente sciopero svizzero, abbiamo una maggiore consapevolezza sulle problematiche che coinvolgono i diritti femminili nel mondo del lavoro, ma possiamo parlare si risoluzione del problema? L’attenzione alla problematica femminile nel mondo del lavoro è attualmente sotto i riflettori e riguarda tutti i settori, per questo è bene tenere alta l’attenzione sull’argomento. La disparità salariare tra uomini e donne, dove le donne risultano la parte lesa, è solo uno degli argomenti chiave su cui riflettere in questo momento, ma sono molteplici gli svantaggi che deve sopportare una donna nel mondo del lavoro, oltre all’evidente differenza finanziaria: le condizioni precarie, le discriminazioni e le violenze sessiste e sessuali, la poca tutela, la maggiore responsabilità della famiglia e dell’economia domestica, il maggiore impiego del lavoro a tempo parziale, la minore opportunità di ulteriore formazione e avanzamento nella carriera e anche una pensione sulla soglia della povertà. A tutto questo bisogna far fronte per una giusta e legittima parità di genere.
Anche oggi, nella giornata ormai atta a sensibilizzare l’intera opinione pubblica sulla problematica femminile, le donne sono impegnate e coinvolte in eventi su tutto il territorio elvetico. L’inizio simbolico delle attività è segnato per le 15:19, ovvero l’orario in cui, in base alle statistiche sul divario salariale, le donne cessano di essere rimunerate rispetto agli uomini. Tra queste attività, l’intervento delle lavoratrici sulla nuova piazza denominata «du 14-juin» a Losanna, e per il quale – spiega bene Tamara Knezevic, militante dello Sciopero delle donne e segretaria sindacale presso Unia Vaud – «tale ora simbolica è passata dalle 15.24 lo scorso anno alle 15.19. La disparità salariale è quindi aumentata, in particolare a causa della crisi del coronavirus che ha avuto un impatto maggiore sul lavoro delle donne».
Seguiranno diversi eventi e raduni previsti alle 18.00 nelle grandi città elvetiche. E questo è un forte segnale che se 30 anni fa le lavoratrici hanno dimostrato che «se le donne vogliono, tutto si ferma», adesso è giunto il momento di muoversi sul serio!
Redazione La Pagina