Guerra contro i filtri di bellezza che minano il benessere mentale degli utenti più fragili. In Norvegia è già legge
Con l’avvio delle vacanze estive inizierà anche la mostra dei selfie scattati in riva al mare, con alle spalle un panorama mozzafiato, davanti a piatti prelibati, caserecci o in qualche ristorantino di paese. Andrà bene tutto, ma senza filtri. Stiamo parlando in modo particolare dei cosiddetti filtri di bellezza, ovvero di tutte quelle opzioni che migliorano (a volte anche spudoratamente) i tratti del viso e ci rifanno i connotati senza dover per forza passare dal chirurgo. Il famoso “ritocchino” ma solo virtuale che però serve solo a riportare un’immagine assolutamente distorta e fasulla della realtà.
Già da tempo è iniziata una sorta di guerra aperta all’uso dei filtri di bellezza proprio sui social, dove i filtri di bellezza spopolano, attraverso l’iniziativa di una make-up artist e modella, Sasha Louise Pallari, chiamata #FilterDrop dove si invitano le donne a mostrarsi senza filtri, pubblicando i loro volti naturali. È un’azione sorta in maniera particolare per contrastare i modelli di bellezza assolutamente artificiali che, secondo gli esperti, possono anche minare il benessere mentale degli utenti più fragili.
La campagna #FilterDrop è subito diventata virale ed è stata accolta anche da tanti influencer che hanno cominciato a mostrarsi senza filtri ingannevoli e a postare messaggi di #Skin positivity.
Perfino il colosso Google ha deciso per l’immediato futuro di voler disattivare i filtri bellezza dall’app Fotocamera quando si scattano i selfie, che attualmente sono attivi per impostazione predefinita. La novità sarà presto estesa anche a tutti i produttori di smartphone equipaggiati con sistema operativo Android.
Ma c’è anche chi è andato oltre, come in Norvegia, dove la guerra contro i filtri di bellezza “innaturale” è stata dichiarata a livello nazionale attraverso l’approvazione appena il mese scorso di una legge ad hoc. La legge, introdotta come parte di un disegno di legge del Ministero norvegese per l’infanzia e la Famiglia, vuole garantire che i post in cui viene ritoccato un corpo di una persona vegano chiaramente contrassegnati da un’apposita etichetta progettata dal governo. La legge riguarda qualsiasi alterazione che influisca sull’aspetto delle dimensioni del corpo, della forma o della pelle, compreso anche l’uso di semplici filtri di Instagram. Pena per tutti gli influencer e gli inserzionisti che utilizzeranno i filtri il pagamento di una multa.
Ancora prima, però, l’ASA, l’autorità che regola la pubblicità in UK, ha stabilito che l’uso di filtri nei post sponsorizzati su Instagram viola le clausole del codice relativo alla pubblicità ingannevole e all’esagerazione poiché l’utilizzo di un filtro fornisce un’impressione fuorviante delle reali prestazioni del prodotto in questione.
Invece di piallare la pelle per nascondere un tratto, una piega o una sporgenza del nostro corpo che può sembrarci irregolare, proteggiamola che è la cosa migliore da fare, perché quei segni che cerchiamo di eliminare fanno parte del mondo reale. Gli standard di bellezza irreali e irraggiungibili fanno parte del mondo virtuale e delle pubblicità ingannevoli che hanno portato solo frustrazione nei soggetti più fragili. Per fortuna sembra che il vento stia cambiando e che la bellezza innaturale attraverso i filtri non sia più ben accetta. Quest’anno per le vostre vacanze scattatevi tutti i selfie che volete, ma che siano assolutamente al naturale, gli unici filtri ammessi saranno solo quelli per proteggerci dal sole!
Redazione La Pagina