Mentre da inizio pandemia è all’opera un’inquietante saldatura tra misure autoritarie dall’alto e servitù volontaria dal basso. Guardare senza schemi già pronti l’“affare Covid” mi sembra necessario per orientare i miei discorsi o le mie narrazioni. D’altronde, la critica radicale non ha mai risparmiato il potere degli esperti, e sarebbe davvero imperdonabile cominciare a farlo quando gli “esperti” saranno al potere. Cercando un fine a questo colossale “teatrino” del Covid, mancando troppo risposte ai tanti “perché”, senza peccare di nichilismo, mi chiedo quanti valori supremi, un tempo ritenuti naturali, abbiano perso ogni valore. Un paradigma scientifico è un modello di interpretazione della realtà che ci permette di spiegarla unificando i diversi fenomeni in una trama più o meno coerente. Sforzandomi con uno sguardo d’insieme, evitando di avere di fronte soltanto una massa di dati incomprensibili. Ma un paradigma, può mantenersi solo finché le anomalie che contraddicono la teoria non diventano “troppe”, né sorge un altro dalle sue ceneri. L’ultima parola, nel caso della pandemia ce l’ha o dovrebbe averla sempre la “comunità scientifica”. Da ciò si può dedurre come il valore di una teoria, qualsiasi teoria, dipenda nel nostro mondo da almeno tre elementi:
- l’attinenza della teoria ai fatti e la sua capacità di spiegarli
- il parere degli “esperti” in materia
- la rilevazione delle anomalie.
Sul piano sanitario vengono contestate le procedure di emergenza concesse dalle agenzie (EMA, AIFA, etc.) a terapie geniche ancora sperimentali, prive di letteratura scientifica sugli effetti collaterali a medio-lungo termine e rivendicato il diritto e dovere di non sperimentare sufficientemente tali terapie.
Altro punto riguarda sia la libertà di scelta, sia la pericolosa intrusione dello Stato nella vita personale, primo elemento dei totalitarismi, mentre i fautori del vaccino parlano di ” vaccinarsi per dovere verso gli altri e la società, e poter ritornare liberi”. Io non contesto la scelta di vaccinarsi, essendo un loro diritto farlo (purché, in una società davvero liberale e tollerante, essi rispettino il mio di non farlo) quindi li ammonisco su un punto ben chiaro: credete voi che la vostra libertà naturale passi per una “carta verde” rilasciata col vaccino? La “carta verde” è una libertà elargita dall’alto e concessa dal Potere, che si arroga tutto il diritto di decidere e di concedere al suddito cosa fare e cosa non fare, senza dovere subire dei ricatti.
Voi sapete cosa è un diritto naturale? Si tratta di un diritto che trova la sua ragione di essere nella natura umana stessa e non nella codificazione o accettazione da parte di un governo di qualsiasi colore o regime che li concede. Correre a farsi il vaccino perché “il vaccino rende liberi” (dove si era letta una frase di tenore abbastanza simile, solo col sostantivo “lavoro” al posto di “vaccino”?), significa spogliarsi della veste di cittadino per indossare i panni del suddito cui il Potere, di volta in volta, darà libertà sempre più ristrette, vigilate e condizionate ad altri paletti. Vi è inoltre la certezza storica (vedi 11.9) che tali libertà non verranno più ripristinate. Correre a farsi il vaccino per sicurezza personale va benissimo, chi vuole o chi è fragile e vuole giustamente tutelarsi ha tutto il diritto di ricevere ben presto la sua dose. Vaccinarsi e continuare ad avere paura del prossimo, del contagio, a indossare mascherine all’aperto, distanziarsi o salutarsi col gomito, è indice esso stesso prima di tutto di una mancanza totale di fiducia nella terapia vaccinale, e quindi di una vaccinazione fatta solo per adeguarsi al gregge e in secondo luogo della non consapevolezza dei propri diritti. La libertà individuale (che oggi appare come il valore supremo) non si raggiunge con gli sforzi individuali, ma solo creando le condizioni che estendono tali possibilità a tutti. Un compito questo non perseguibile individualmente, magari con la beneficenza organizzata o la carità, ma unendo le energie di tutti in quell’impresa comune che si chiama “comunità politica”. Per intenderci quell’energia che abbiamo vissuto in quelle notte magiche ad Euro 2020. La sola che può garantire non solo i diritti di libertà, ma soprattutto le condizioni per l’esercizio di questi diritti. Da un pensatore acuto come Nietzsche prendo spunto da alcuni aforismi antesignani, adattandoli al presente.
Così parlò Zarathustra (del nuovo idolo) „Guardate come si arrampicano, queste svelte scimmie! Si arrampicano gli uni sugli altri e si trascinano nel fango e nella bassezza. Vogliono tutti arrivare al trono: è la loro follia – come se la felicità sedesse in trono! Spesso sul trono siede il fango- e spesso anche il trono sul fango “
Guardate come si arrampicano i cosiddetti rappresentanti politici, come scimmie, sapendo di rappresentare tutt’altro che il popolo. Cambiano e si arrampicano sulla casacca più agevole per i loro scopi personali, di prestigio e poltrone acquisite per favoritismi passati o futuri. Non ci hanno rappresentato, né prima, né durante la crisi pandemica, e si sono senza dubbio trascinati nel fango e nella bassezza della cupidigia. Essi mirano in questo feudalismo tecnocratico, a delle parvenze di troni, rafforzati dalla convinzione del loro effimero protagonismo di camerieri dei veri detentori del potere, non visibile a noi scimmie subalterne, ma tantomeno a loro che vivacchiano nelle loro rendite dorate. Essi si trascinano qualche gradino più in alto dell’immaginaria caverna platonica, di cui ignoriamo tutti l’esistenza non essendone mai usciti. La vostra come la nostra follia, è di raggiungere la felicità a discapito della sofferenza altrui, ignorando di come „In passato foste scimmie, ma ancor oggi l’uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia “, e di quanto fango dovrete subire per difendere i vostri effimeri troni spesso sul fango della disonesta intellettuale.
Considerazioni inattuali (raccolta di saggi). „Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né triste né annoiato… L’uomo chiese una volta all’animale: “Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?” L’animale voleva rispondere e dice: “Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire”.
Ho osservato questo gregge di cui sono membro, pascolare e assembrarsi in modo incauto rispetto alle disposizioni, di chi aveva altri piani. Ne siamo riamasti disorientati, senza sapere se sia giusto agire privandoci di una coscienza temporale. Volevamo continuare le nostre vite, consumando, lavorando e digerendo ogni appagamento pur effimero, di questo “pane et circenses” che la società ci concedeva. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né triste né annoiato, chiesi al mio istinto slegato da madre natura ormai in disuso: “Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità”? Ormai esclamò l’ormai dimenticato istinto, dopo avermi rinnegato, tramite la cultura e la morale, la tecnica a cui hai delegato ogni risposta, si è impossessata della tua vita. L’unica vera rivoluzione marxianamente al contrario, è quella dell’élite neofeudale che segue il proprio cammino fatto di smodata e biasimevole avidità. Ma almeno essi hanno ancora una coscienza risposi io all’animale. Giusto, e vedere un gregge senza un pastore che li protegga, rende più comprensibile questo mio obliare di ciò che ero prima. Quando non volevo appartenere alla massa e non cercavo di cessare di essere accomodante verso me stesso, dicendo: “segui la tua coscienza che ti grida: Si te stesso!”.
Aforisma (Frammenti postumi): Il prestigio dei medici riposa sull’ignoranza delle persone sane e malate: e questa ignoranza a sua volta riposa sul prestigio dei medici.
Sono disgustato e irritato per frasi che giornalmente vengono detta spudoratamente dai mainstream del tipo: “tutti gli scienziati del mondo affermano che…”, “gli esperti consigliano”, il ministero della saluta è responsabile della salute dei cittadini”, tramite il vaccino si raggiungerà l’immunità di gregge, sono stati immunizzati e tante altre aberranti affermazioni. Come se curare la disperazione causata dalle restrizioni, fosse alla portata della scienza medica. I bollettini di guerra serali hanno il semplice obiettivo di attivare un fenomeno identificatorio preesistente, di noi omologate popolazioni alla mercé di anonime astrazioni. Siamo là dove ci vuole la medicina, o meglio l’economia che la “sostiene”. Per la prima volta nella storia dell’umanità non sono i malati che vanno dai medici, ma i medici che cercano i presunti malati.
Così parlò Zarathustra (gli ultimi uomini)” Ammalarsi e diffidare è da loro considerato peccaminoso: si procede circospetti. Stolto chi incespica ancora nelle pietre e negli uomini. […] Nessun pastore e un solo gregge. Ognuno vuole la stessa cosa, ognuno è uguale: chi sente in modo diverso, entra spontaneamente in manicomio.
Ammalarsi è Il Male incarnato nelle nostre menti insane. La salute è un idolo gigantesco sotto l’ombra del capitalismo, che specula sulla ideologia ormai inculcateci del quale raggeliamo, dando le spalle alla luce di una reale serenità, che non si lascerebbe intimorire da un fiato spezzato o da un paio di gambe immobilizzate, nemmeno da un tumore o da un figlio Down. La medicina dovrebbe essere un miscuglio di scienza, tecnologia e saggezza, mentre la terza latita sempre più.
Ippocrate padre della medicina come la conosciamo adesso, in grado di rivoluzionarne il significato e staccandola da filosofia e teurgia affermava:
“Ci sono nei fatti due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.”
L’annuncio dell’arrivo del vaccino ha di fatto congelato qualsiasi dibattito su come gestire la pandemia e il post-pandemia. Sono convinto che si indurrà con ogni mezzo coercitivo ad ‘una vaccinazione di massa, vista come soluzione finale. Questa visione salvifica del vaccino non è solo antiscientifica, ma elimina di fatto qualsiasi dibattito su ulteriori misure di prevenzione, aiuto economico, cure alternative e sostegno psicologico, e reiterare per un altro anno il modello dei lockdown a yo-yo, l’unico che finora sembra aver contenuto i contagi. A differenza della narrazione di alcuni mesi orsono, secondo le dichiarazioni dei vari CTS il vaccino non è la fine della pandemia né l’immunizzazione dal Covid, ma solamente un aiuto a diminuire il carico dei casi gravi da ospedalizzare. Quindi il problema Covid e contagi rimarrà un dramma con cui dovremo comunque convivere per i prossimi anni. Scienza e politica sono alleate per indirizzare il dibattito pubblico su una parvenza di discussione, che in realtà non esiste, ed eliminare ciò che potrebbe compromettere gli interessi delle lobby e dei gruppi d’interesse che li appoggiano. I vari Recovery fund, e altri aiuti economici, non faranno altro che riempire le tasche di pochi gruppi abbienti, facendo precipitare i paesi in uno stato drammatico di emergenza sociale, come non si era mai visto prima. Mancando un reale piano d’investimenti nazionali, nonostante la UE voglia rettificare, le favolose proposte di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e naturalmente salute. Tutto si ridurrà a dei proverbiali richiami, per il non rispetto degli accordi, e l’attuazione delle auspicate e temute riforme, con i conseguenti tagli al sociale. Il vaccino per la scienza e classe politica non rappresenta solo la salvezza dal Covid, ma da qualsiasi dibattito e proposta politica possa mettere in discussione o ledere il loro potere e gli interessi dei gruppi a cui rispondono di cui accennavo sopra.
Così parlò Zarathustra (Gli Ultimi Uomini) la profezia di Nietzsche
“Ahimè! Si avvicina il tempo dell’uomo più disprezzabile, quello che non sa più disprezzarsi. […] La terra è diventata piccola e su di lei saltella l’ultimo uomo che rende tutto piccolo. La sua razza è inestinguibile come quella della pulce di terra; l’ultimo uomo vive più a lungo di tutti. ‘Noi abbiamo inventato la felicità’ dicono gli ultimi uomini, e ammiccano”.
La paura è forse l’idolo più potente, il terrore spegne l’ultimo baluardo di coraggio nel nostro animo. A forza di crisi indotte, artificiosamente dal sistema capitalistico neoliberista, accettiamo di prostituire il nostro corpo per una piacevole indifferenza, per un desideratissimo anestetizzante che copra con un velo sempre più sottile, senza mai scacciarli, i nostri timori. Così il lieve e breve piacere è molto meglio, ai nostri occhi accecati, della realtà della vita. La vera condanna è alla paura, alla forza degli idoli trasformati in scienza, contro i quali l’umanità oppone sempre meno resistenza. Nuove ideologie stanno sostituendosi a quelle ormai in disuso, e anche se non ci appartengono perché imposte dall’alto le vogliamo emulare, per saltellare in questa nostra terra diventata sempre più piccola. La tecnologia rende tutto più realizzabile, ed un nuovo uomo si affaccia al futuro. Non più il superuomo, ma un essere funzionante alla tecnica, di cui s’illude di vivere più a lungo. Ammiccando diranno questi ultimi uomini, “noi abbiamo inventato la felicità”.
Lo ripeterò finché avrò fiato e la libertà di farlo, che l’unica grande rivoluzione (per la prima volta nella storia), è da parte dell’élite neofeudale è in atto. A differenza di noi coscienze ormai infelici e spente in un unico gregge senza pastore, il cui unico contentino sono le brevi vacanze e le occasionali euforie sportive che magicamente simboleggiano i vari nazionalismi mai del tutto assopiti.
Il Nuovo Ordine Mondiale è un piano diabolico creato dall’élite finanziaria al fine di distruggere la sovranità nazionale dei governi di tutto il mondo attraverso il ricatto economico e il conflitto mondiale con l’obiettivo di schiavizzare l’umanità sottomessa al Governo Dittatoriale del Mondo Unico. (World economic forum: quali rischi per il 2021?)
Il filosofo tedesco, di cui ho proposto un’interpretazione in chiave attuale, non smette di essere più contemporaneo dei contemporanei. La profezia di Zarathustra colpisce al cuore il nostro presente, e mi fa dire che non vi sarà nessuna reazione ad ‘ogni forma di abusi che subiremo in futuro. Sia in ambito sociale che alla personale dignità, vi sono queste tre cose di cui Nietzsche profetizza magistralmente, che sono l’unico e sacro obiettivo che i popoli del nostro tempo rincorrono assetati: la totale rimozione della fatica, l’esagerata divinizzazione della sicurezza e del controllo, e la tacita accettazione di ogni forma di pensiero.
Mario Pluchino