Mai come in questo periodo ci scopriamo ispirati dalla poetica del viaggio nel tempo, nella memoria, e nella cultura, per moderare le insofferenze di un presente ancora in cerca di definizione.
È forse questo il messaggio che riassume i temi sviluppati dalla mostra “Le donne, l’arte ed il Grand Tour” in corso sino al prossimo 3 ottobre presso la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate, in Canton Ticino.
La esposizione offre preziosi capolavori del periodo Sette-Ottocentesco provenienti da due collezioni private, e ha come sfondo temporale il periodo del Grand Tour, quello dei pellegrinaggi formativi a Venezia, Firenze, Roma, Napoli e nelle principali città d’arte italiane, che le classi agiate iniziarono ad organizzare tra il Settecento e l’Ottocento per acquisire quella sensibilità stilistica, architettonica e storica che ancor oggi conferma l’Italia come la depositaria incontestata del maggior patrimonio artistico mondiale.
Intercettando con appropriata scelta di tempi la attualità di questi valori, rinnovata dal G20 della Cultura, la riunione dei ministri delle attività culturali delle venti maggiori potenze economiche mondiali svoltasi il 29 e 30 luglio proprio a Roma, al Colosseo, i curatori della mostra Silvia Mazzoleni e Matteo Bianchi, con il coordinamento scientifico e organizzativo di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla della Pinacoteca Züst, grazie alla esposizione “Le donne, l’arte ed il Grand Tour” conducono il pubblico a rivivere i fermenti del secondo rinascimento culturale europeo, intercorso tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, che nelle agitazioni politico-sociali francesi del periodo 1789-1799 trova la sua scansione temporale più evidente, e nella società contemporanea la sua evoluzione definitiva.
Ed ecco quindi che la prima delle due sezioni in cui si articola la mostra esordisce con una serie di gioielli in micromosaico, produzioni realizzate con minuscole tessere in pasta vitrea.
Si tratta di oggetti che, anche grazie agli scavi archeologici iniziati dal 1748 ad Ercolano e Pompei, diventarono di gran moda ed ispirarono immediatamente gli artisti del periodo, oltre che rappresentare ammiratissimi souvenir esibiti in società dai viaggiatori al ritorno dalla loro trasferta italiana.
Che i micromosaici fossero riservati a testimoniare la elevata posizione non solo sociale ma anche politica delle categorie agiate è confermato dal fatto che lo stesso Napoleone Bonaparte ne era uno dei maggiori collezionisti.
Il tema dominante proposto da questi gioielli in miniatura è la Roma classica, celebrata con scorci urbani come Piazza San Pietro, oppure rievocata con richiami ai decori rinvenuti nelle ville pompeiane, oppure alle raffigurazioni classiche ispirate al periodo greco, romano, e paleocristiano duecento-trecentesco.
Contestuali a questo filone, la Pinacoteca Züst espone anche libri, disegni e soprattutto le incisioni degli artisti più noti tra la metà del Settecento e quella dell’Ottocento: Giovan-Battista ed il figlio Francesco Piranesi, e Luigi Rossini, maestri incontestati nella raffigurazione di vedute classicheggianti della Roma Capitale.
La seconda parte della esposizione viene invece dedicata ai pannelli ricamati, minuscoli arazzi, i cosiddetti tableau brodé, proposti in una cinquantina di esemplari.
Realizzati in epoca neoclassica da donne di origine ugonotta, etnia francese di religione protestante insediatasi nella regione lemanica, hanno spesso come argomento immagini ispirate dalle opere di Jean-Jacques Rousseau, pedagogista ma soprattutto filosofo ginevrino, nel diciottesimo secolo propagatore di una società ispirata a quei valori di liberté, égalité e fraternité che nel 1776 porteranno alla formazione degli Stati Uniti d’America ed in seguito, nel 1792, alla nascita della Repubblica Francese.
In particolare, la esposizione ticinese mostra anche ricami della moglie ed in particolare della madre del futuro generale elvetico Henry Dufour, nell’Ottocento uno degli artefici della creazione della Confederazione Elvetica come stato federale e nel 1863 co-fondatore del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Testimonianze uniche ed imperdibili per ogni visitatore, simboli di una epoca di valori artistici, sociali, culturali ed economici nati come esclusivi poi in rapidissima diffusione ed ancor oggi fondamento della nostra storia, i capolavori esposti alla mostra “Le donne, l’arte ed il Grand Tour” rendono la Pinacoteca Züst di Rancate la sosta obbligata di ogni percorso turistico nella regione ticinese.
di Nicoletta Tomei e Andrea Grandi