Prima il ministro del Turismo Micaela Brambilla poi il ministro della Cultura Sandro Bondi: il governo italiano prende le distanze da ‘Draquila’ di Sabina Guzzanti, il docufilm che parla del post-terremoto abruzzese. Bondi prende una posizione durissima contro la pellicola di scena come evento speciale fuori concorso al Festival di Cannes: in una nota, il ministro della Cultura annuncia di aver declinato l’invito ad essere ospite sulla Croisette esprimendo attraverso una nota “rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che offende la verità e l’intero popolo italiano”.
La decisione di Bondi, accende ancora una volta il dibattito politico. E una prima reazione arriva anche dalla Francia. Per l’ex ministro della Cultura Jack Lang la decisione del ministro mostra “una strana concezione della libertà. La Francia è molto triste che lo Stato italiano non sia rappresentato al Festival”.
E Daniele Luchetti, unico regista quest’anno in corsa nella selezione ufficiale del Festival con ‘La nostra vita’, è amareggiato: “Non so che dire di un ministro che si vergogna di un artista libero”. C’è anche chi nella maggioranza si dissocia come i finiani del Pdl: “La decisione di Bondi – per il deputato Fabio Granata – lascia molto perplessi sia per le motivazioni addotte sia per la rilevanza dell’evento culturale dove una grande nazione come l’Italia non può non essere rappresentata ai massimi livelli”.
Diplomatica la risposta del Ministero degli Esteri francese: “Il ministro può fare quello che vuole. Se decide di partire per la Francia o per Cannes sarà sempre il benvenuto”, ha dichiarato Bernard Valero, portavoce del dicastero. “In ogni caso e circostanza – ha aggiunto Valero – abbiamo un amore immenso per l’Italia” e in particolare per quello che “ha fatto per il cinema mondiale ed europeo”.
Nonostante l’ammirazione dei cugini francesi per il cinema italiano, è alla Gran Bretagna che si ispira la 63a edizione del festival che si è aperta con ‘Robin Hood’, diretto dal britannico Ridley Scott. Britannica anche la madrina della kermesse, l’attrice Kristin Scott Thomas. Significativa, però, la presenza in giuria a Cannes di ben due italiani: l’attrice Giovanna Mezzogiorno e il critico e direttore del Museo del cinema di Torino Alberto Barbera. Saranno loro ad assegnare la Palma d’Oro insieme agli altri premi decisi dalla giuria presieduta da Tim Burton e composta anche da Kate Beckinsale, Emmanuel Carrere, Benicio Del Toro, Victor Erice e Shekhar Kapur.
All’Inghilterra invece non solo l’onore di aprire il festival; la sua presenza è significativa anche in concorso con pellicole di due autori “importanti”: ‘Another year’ di Mike Leigh e ‘Route Irish’ di Ken Loach, vincitore nel 2006 con ‘Il vento che accarezza l’erba’, sulla rivalità di due ex soldati inglesi ora contractor in Iraq. La Gran Bretagna è presente con forza anche fuori concorso: tra i film made in Uk da segnalare quello di Stephen Frears, ‘Tamara Drew’. Importante anche la presenza Usa a Cannes. Gli States portano una sola pellicola in concorso: ‘Fair Game’, un thriller politico con Sean Penn e Naomi Watts diretto da Doug Liman, regista di ‘The Bourne Identity’ e ‘Mr. and Mrs. Smith’.
Le pellicole Usa più attese però sono quelle fuori concorso: ‘You will meet a tall dark stranger’ di Woody Allen con Naomi Watts, Anthony Hopkins e Antonio Banderas, e ‘Wall Street: money never sleeps’ di Oliver Stone, il sequel del film diretto dal regista a fine anni ‘80 sul magnate degli investimenti senza scrupoli interpretato da Michael Douglas.
Tra i film più attesi da esperti e appassionati c’è ‘Biutiful’ del messicano Alejandro Gonzalez Inarritu, che nel 2006 fu premiato proprio a Cannes con il premio alla miglior regia per ‘Babel’. Il film, presentato in concorso, tratta il tema dell’immigrazione ed è interpretato dagli spagnoli Javier Bardem e Ruben Ochandiano e dall’argentina Maricel Alvarez.
In gara anche tanti film asiatici: da ‘Outrage’ di Takeshi Kitano a ‘Copia conforme’ dell’iraniano Abbas Kiarostami, girato in gran parte in Toscana; da ‘Lung Boonmee raleuk chaat’ (‘Uncle Boonmee who can recall his past lives’) del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul al cinese ‘Chongqing Blues’ di Wang Xiaoshuai fino ai sudcoreani ‘Poetry’ di Lee Chang-dong e ‘Housemaid’ di Im Sangsoo.
Come ‘Draquila’ anche il film del cineasta russo Nikita Mikhalkov, ‘Il sole ingannatore 2’, sequel del film con cui vinse l’Oscar nel 1994, ha suscitato polemiche in patria, ma è molto atteso alla kermesse.
Cannes darà spazio anche a due maestri del cinema nella sezione ‘Un Certain Regard’: il francese Jean Luc Godard che presenta ‘Socialisme’ e il portoghese Manoel de Oliveira che porta ‘El extrano caso de Angelica’. E nonostante la crisi si faccia sentire anche al Festival di Cannes, rappresentato da un manifesto firmato Brigitte Lacombe decisamente austero, non mancano comunque le grandi star: dopo la prima Montées des Marches di Russell Crowe e Cate Blanchett, che hanno aperto la manifestazione, anche Michael Douglas e Susan Sarandon, Woody Allen, Naomi Watts, Anthony Hopkins, Sean Penn, Antonio Banderas, la bellissima Freida Pinto lanciata da ‘The Millionaire’.
Non mancano gli ambasciatori del partner ufficiale del festival, da 13 anni, L’Oreal Paris: Diane Kruger, Milla Jovovich, Eva Longoria, Laetitia Casta ed Evangeline Lilly, tra le altre.