Le misure disposte dalle autorità per combattere la pandemia di COVID hanno avuto un effetto anche sul numero di procedure di conciliazione in materia di locazione e affitto. Nel primo semestre del 2021 è stato avviato circa il 10 per cento in meno di procedure rispetto al secondo semestre del 2020. Sono dati degni di nota perché, stando al secondo rapporto di monitoraggio sulla situazione delle pigioni commerciali del 30 giugno 2021, la percentuale di aziende che hanno difficoltà a pagare l’affitto è quadruplicata. È dall’inizio del 2011 che non si registrava un dato così basso di procedure di conciliazione.
Solo alcuni Cantoni presentano un aumento delle nuove procedure. Nella maggior parte dei Cantoni il ricorso alle autorità di conciliazione è stato più basso o addirittura molto più basso rispetto al passato.
Per quanto riguarda le procedure concluse, si registra quasi un equilibrio tra i Cantoni con un aumento e quelli con una diminuzione dei casi. La forte crescita registrata nel Cantone di Vaud ha determinato un incremento complessivo del totale dei casi risolti.
Come già accaduto nei semestri precedenti, l’oggetto più frequente delle procedure concluse è stato la domanda di pagamento (15,1 %), seguito dalla disdetta ordinaria del contratto (14,1 %). Mentre nel semestre precedente la riduzione dell’affitto rappresentava ancora il 12,2 per cento delle conciliazioni, questa quota è ora scesa al 7,1 per cento. Di conseguenza, le controversie risolte riguardanti difetti del bene locato (9 %) o la protrazione del rapporto di locazione (7,7 %) sono di nuovo più frequenti di quelle concernenti una riduzione del canone. L’aumento temporaneo, nel semestre precedente, delle controversie aventi per oggetto una riduzione dell’affitto è probabilmente legato al calo del tasso di interesse di riferimento avvenuto il 2° marzo 2020.
Nel primo semestre del 2021 sono state condotte 114 procedure di mediazione, tutte riconducibili a due Cantoni. Nel secondo semestre del 2020 si erano già registrati 92 casi risolti direttamente con una procedura di mediazione, mentre nei semestri precedenti ciò era avvenuto solo in casi isolati.
Nel primo semestre le procedure da trattare erano 19’626 (casi in sospeso dal semestre precedente e nuove procedure). Le parti hanno raggiunto un’intesa (per confronto, acquiescenza o desistenza) in 7516 casi, il che corrisponde al 54 per cento delle 13’910 procedure concluse. Nel 16,1 per cento dei procedimenti, ossia in 2240 casi, la conciliazione è fallita, provocando il rilascio dell’autorizzazione ad agire.
Nel periodo di riferimento sono state accolte dalle parti 609 proposte di giudizio, ossia il 4,4 per cento dei casi risolti. Ne sono state invece rifiutate 281, vale a dire il 2 per cento dei casi risolti, il che ha a sua volta portato al rilascio dell’autorizzazione ad agire. Inoltre, 609 proposte di giudizio sono state accettate dalle parti durante il periodo di riferimento. La quota di casi risolti ammonta al 4,4%. D’altra parte, 281 proposte di giudizio sono state respinte, il che ha portato al rilascio dell’autorizzazione ad agire e corrisponde al due per cento dei casi risolti.
In 58 controversie patrimoniali fino a un valore litigioso di 2000 franchi, ossia nello 0,4 per cento dei casi risolti, è stata emanata una decisione diretta.
3206 casi sono stati risolti diversamente per ritiro, non entrata in materia, mancanza di oggetto o trasmissione a un tribunale arbitrale; essi rappresentano il 23 per cento dei casi risolti.
Nei casi di controversie di diritto civile, la procedura decisionale è preceduta da un tentativo di conciliazione davanti a un’autorità di conciliazione. Per le controversie in materia di locazione e affitto di abitazioni e locali commerciali, l’autorità di conciliazione è composta da una persona indipendente, che ne assume la presidenza, e da un numero uguale di rappresentanti dei locatari e dei locatori. La procedura è retta dal Codice di diritto processuale civile svizzero CPC.
Ufab