La politica, in questi giorni, sta prevalendo sulla polemica, sia all’interno del Pdl, dove i contrasti tra la maggioranza che fa capo al premier e la minoranza che condivide le tesi di Fini sono diventati meno duri, che nel Pd, dove tra i capi corrente è stata firmata una tregua per privilegiare più l’unità del partito, che la forza centrifuga delle correnti e delle ambizioni personali stava facendo andare in ordine sparso. È vero che le polemiche sono sempre dietro l’angolo, ma ora, appunto, il terreno è occupato dalle decisioni politiche.
All’indomani del salvataggio della Grecia, molti governi si stanno dando da fare per mettere l’euro al riparo dagli assalti degli speculatori internazionali che s’inseriscono nelle pieghe della fragilità delle economie nazionali. L’Italia, per unanime riconoscimento del Fmi e della Commissione europea, ha i conti in ordine e un sistema bancario solido, anche se con un debito pubblico (pubblico, non quello dei privati) tra i più alti; ma il ministro dell’Economia ha voluto anticipare l’approvazione di una manovra finanziaria correttiva per gli anni 2011 e 2012 proprio per allontanare ogni velleità di speculazione dal nostro Paese. In poche parole, si tratta di dare una svolta alla politica italiana che può essere sintetizzata in questo slogan: meno spesa pubblica improduttiva per investire risorse sullo sviluppo dell’economia e sul lavoro. Per essere più chiari, meno sprechi e più razionalizzazione delle risorse dello Stato.
Appena dopo l’annuncio della manovra – che probabilmente sarà approvata dal Consiglio dei ministri nel corso dell’ultima settimana del mese di maggio – sono filtrate indiscrezioni sulle misure che sarebbero state prese, tra queste il blocco degli stipendi degli statali, la chiusura di una o due finestre per le pensioni di anzianità o di vecchiaia, il taglio del 5% degli stipendi di parlamentari e ministri, l’aumento del ticket sulle visite specialistiche, la diminuzione della somma pagabile tramite carte di credito o assegni, eccetera.
Si è trattato di indiscrezioni, non di notizie fondate. In realtà, la manovra non sarà l’opera del solo Tremonti, ma il risultato di una linea di tutto il governo. Di fronte alle prime ipotesi circolate non si sa con quanta fondatezza (ticket sulle visite specialistiche e rintracciabilità dei pagamenti anche per cifre minime secondo l’impostazione tanto criticata di Visco (governo Prodi), il premier ha rivendicato ed ottenuto una modifica di alcuni provvedimenti riprendendo in mano l’iniziativa politica.
Una volta che la manovra sarà perfezionata ed approvata dal Cdm, il capo del governo spiegherà direttamente agli italiani la situazione, come hanno fatto Sarkozy, Merckel e Obama.
Quando a Tremonti è stato chiesto del taglio del 5% agli stipendi dei parlamentari e ministri ha risposto che quello “era solo l’antipasto”. Di fronte all’ipotesi di mettere un ticket sulle visite specialistiche, il premier ha risposto che lui non avrebbe messo la sua faccia su “provvedimenti di macelleria sociale”.
La manovra si baserà sulla lotta all’evasione fiscale e sulla riduzione della spesa pubblica. Il taglio degli stipendi ai parlamentari e ai ministri e sottosegretari sarebbe del 10%, mentre decurtati tra il 5 e il 10% sarebbero tutti gli stipendi degli alti funzionari dello Stato, magistrati e manager. Decurtati dell’8-10% sarebbero anche le spese dei ministeri a partire dal 2011.
Il limite della tracciabilità dei pagamenti scenderebbe dagli attuali 12,500 euro alla metà circa; scatterebbe a vantaggio dei Comuni la possibilità di regolarizzare i circa 2 milioni di immobili fantasma scoperti dall’Agenzia del Territorio; sarebbe chiusa nel 2011 una finestra per andare in pensione, che non è un taglio, e sarebbe congelato il contratto dei dipendenti pubblici. Infine, scatterebbe il dimezzamento dei rimborsi elettorali ai partiti, che è uno dei costi della politica. Insomma, sarebbe una manovra di lacrime e sangue, ma, appunto, senza “la macelleria sociale”.
Nel discorso del premier ai cittadini – la manovra viene sottoposta alle parti sociali perché il governo ricerca il consenso fin dove può – ci sarebbe anche l’annuncio che le tasse diminuiranno, ma non ora perché la crisi non lo permette, e che i sacrifici richiesti saranno fatti da tutti, non solo dai cittadini comuni.
Per evitare di essere smentiti, è bene precisare che è meglio non entrare in dettagli fin quando la manovra non sarà definita e presentata al Cdm. Però, è chiaro che da ora in poi il Parlamento e le forze politiche saranno in continua attività in quanto di volta in volta verranno presentate le riforme di cui si parla da tempo nei vari campi.
Ultimamente è stato approvato il primo decreto attuativo del Federalismo fiscale, il cosiddetto federalismo patrimoniale, con cui lo Stato cede i beni demaniali (immobili spesso abbandonati, terreni, fiumi, laghi e spiagge) agli enti locali perché siano valorizzati e ceduti in gestione (non venduti) ai privati per diventare economia attiva.
La legge sulle intercettazioni ambientali è in discussione al Senato, subissata da molte polemiche: alcune delle misure previste sono contrastate fortemente in nome della libertà di informazione e del diritto di cronaca, ma va anche detto che sono in tanti a sostenere che libertà di stampa non vuol dire libertà di diffamazione con i sistematici abusi nella pubblicazione di intercettazioni che nulla hanno a che fare con i reati.
Al Senato inizierà ai primi di giugno l’iter del disegno di legge anticorruzione. Insomma, la lotta politica e le polemiche sicuramente sono sempre in agguato, ma è meglio che avvengano sui problemi piuttosto che sulle persone.