Adesso, chi lo dice che i giochi erano fatti, che il campionato si poteva considerare già chiuso?
La statistica sembrava premiare Verstappen, il giovanissimo talento della Toro Rosso. Sino al Gran Premio di Formula Uno di Arabia Saudita, era lui a vincere il confronto diretto con il rivale Hamilton di Mercedes.
Nove vittorie di campionato contro sette.
Sedici volte sul podio per l’olandese; una in meno per il baronetto britannico.
Nove gare disputate in prima fila, contro solo quattro dell’avversario.
Il tutto sembrava ampiamente giustificare i 351.5 punti con cui Verstappen era arrivato al Jeddah Cornice Circuit, otto in più dei 343.5 del suo rivale di Mercedes.
Ma nei cinquanta giri da 6,174 km ciascuno, ovvero nel totale dei 308,450 km da percorrere sulla pista saudita,
è bene ricordarlo, prima di arrivare ad un verdetto di piena parità, non solo si è assistito a tutto, ma anche al contrario di tutto, contornato di polemiche e ricorsi.
La corsa è iniziata con la pole position di Lewis Hamilton,
affiancato dal compagno di squadra Bottas e poi da Verstappen, subito tallonato dalla rossa di Maranello del monegasco Charles Leclerc.
All’avvio la Toro Rosso dell’olandese, che infatti guadagna il titolo di driver of the day, protagonista di giornata, si porta in testa con una guida al limite, velocissima, sino al primo imprevisto.
Mick Schumacher esce di pista e la sua Haas cosparge la pista di detriti.
La reazione dei commissari di gara è immediata: bandiera rossa, ovvero stop alla corsa.
Tutti si fermano, ma non quel guastafeste di Verstappen, che tira dritto sinché è possibile.
La gara riprende e ovviamente è l’olandese ad iniziare nella posizione di testa, sino ad una nuova collisione che stavolta mette fuori gioco le vetture del compagno di squadra Checo Perez, la Williams del britannico George Russel, e la Haas del ventiduenne sovietico Nikita Mazepin.
Quindi, ancora una volta punto e a capo: bandiera rossa, stop alle vetture e ripartenza.
I due avversari corrono gomito a gomito, anzi: ruota contro ruota.
L’olandese taglia la strada al britannico.
I direttori di gara se ne accorgono e senza mezzi termini comunicano al box della Toro Rosso: o il vostro campione cede la strada ad Hamilton, oppure lo penalizziamo noi.
C’è da prendere una decisione sul filo degli oltre 200 km/h concessi dal tracciato.
Verstappen decide e si fa superare.
Altri giri, altro incidente, alla 25° tornata: collisione fra la Alpha Tauri del giapponese Yuki Tsunoda e la Aston Martin di Sebastian Vettel.
Il copione si ripete: è necessaria una nuova sosta per liberare la pista dai resti dell’incidente.
Alla ripartenza capofila è Verstappen, incalzato da Hamilton, che cerca in tutti i modi di sorpassarlo.
Le novità non sono finite.
A 13 giri dal termine Verstappen effettua una brusca frenata, così dicono le cronache e quindi limitiamoci a quelle, per dare strada al rivale della Mercedes che lo tallona.
Facile conseguenza: Hamilton tampona il rivale ed entrambe le vetture rimangono parzialmente danneggiate.
La direzione di gara stavolta non fa sconti e penalizza Verstappen prima di cinque secondi, in seguito di dieci, dopo i ricordi del team Mercedes, anche se questo non cambierà l’esito della classifica.
L’olandese capisce che sul Jeddah Cornice Circuit non è giornata per chiedere troppo al destino.
Ancora una volta viene sorpassato da Lewis Hamilton, che vola alla vittoria,
seguito dal pilota della Toro Rosso.
Il punteggio finale riequilibra i valori in classifica, perché entrambi i piloti sono balzati al primo posto del campionato mondiale, con il medesimo punteggio: 369.5.
Concludiamo con ordine e passiamo in rassegna le classifiche.
Al traguardo troviamo, Hamilton, primo, seguito da Verstappen, poi Bottas di Mercedes, e dal francese Esteban Ocon della Alpine Renault.
Al termine del GP dell’Arabia Saudita invece la classifica del campionato mondiale piloti vede in testa a pari punteggio, dicevamo, Lewis Hamilton di Mercedes e Max Verstappen di Toro Rosso, entrambi a quota 369.5; terzo Bottas di Mercedes con 218; quarto Perez di Toro Rosso, con 190 lunghezze; quinto il ferrarista Charles Leclerc a 158; sesto il neo-monegasco Lando Norris di McLaren con 154 punti; settimo Carlos Sainz 149,5.
La classifica costruttori, che è poi quella che interessa ai colori italiani, vede al primo posto la Mercedes con 587.5 punti, seguita da Toro Rosso con 559.5, e finalmente terza la Ferrari con 307.5 punti, ovvero con un più che confortevole vantaggio di 38.5 punti sulla inseguitrice McLaren, ferma a 269.
Questo vuol dire che, considerando una categoria a parte Mercedes e Toro Rosso preparate per la edizione 2021, il campionato squadre per l’anno in corso dovrebbe chiudersi con un successo ormai certo per le rosse di Maranello.
La partita fra Hamilton e Verstappen invece rimane aperta.
Le tradizioni sportive ci portano a ricordare che, come sta ora accadendo fra i due, in caso di parità, è l’inseguitore che ha un vantaggio psicologico su un avversario già in testa alla classifica ma in perdita di punti.
In questo caso, dunque, sembra essere Lewis Hamilton ad essere favorito nella gara di domenica prossima, 12 dicembre, dove sul circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi si deciderà finalmente il vincitore.
di Andreas Grandi
Foto/immagini: credit Formula Uno/teams media