Da oggi entrano in vigore le nuove regole del Consiglio Federale in materia di Coronavirus. Parliamo di regole più restrittive con l’uso del 2G per la maggior parte dei nostri movimenti all’interno della Confederazione, insieme all’obbligo delle mascherine e dello smart working. Permane la richiesta dei test anche a vaccinati e guariti per il rientro in Svizzera dalle ferie, ma basta un test antigenico rapido eseguito non oltre 24 ore prima della partenza, oltre ad essere sempre valido anche il Pcr entro le 72 ore, mentre non sarà più applicato l’obbligo di un secondo tampone a cui sottoporsi dai 4 ai 7 giorni dopo l’arrivo in Svizzera a chi è vaccinato o guarito.
Se da un lato le restrizioni ci rendono la vita più complicata, dall’altro lato l’accesso alla vaccinazione viene agevolata, così il ministro della sanità Alain Berset ha comunicato che il booster verrà ora somministrato a quattro mesi dalla seconda dose e non più dopo sei mesi. Nonostante l’azione affrettata, molti vaccinati con due dosi hanno già ricevuto il messaggio che informa sulla possibilità di prenotare il booster.
Anche in Italia la situazione è simile per quanto riguarda le restrizioni per combattere la diffusione della variante Omicron, anche se si costata che il nostro Paese è di gran lunga messa meglio per quanto riguarda i contagi rispetto al resto dell’Europa, tanto che è stato preso ad esempio da seguire da molti.
Nonostante la situazione migliore, infatti, in Italia non si abbassa la guardia per non “perdere il vantaggio su Omicron”, come ha risposto Draghi all’Ue che ha chiesto conto della richiesta dei tamponi per entrare nel Bel Paese. Dopo l’Italia, lo stesso procedimento è stato introdotto anche da altri Paesi dell’Unione Europea. L’Italia, dunque, si fa notare e si fa seguire per quel che riguarda le scelte politiche in questo difficile periodo, non a caso la prestigiosa rivista The Economist, che ogni anno proclama la sua Country of the Year, tributa “triumphal honours” all’Italia. Per la rivista inglese è l’Italia, infatti, il Paese che è migliorato maggiormente nel corso degli ultimi 12 mesi e non è certo merito dei risultati della nazionale di calcio o dei trionfi dei Maneskin, ma proprio per le scelte politiche. Scrive The Economist che con Mario Draghi l’Italia ha finalmente “un primo ministro competente e con grande reputazione internazionale. Per una volta un’ampia maggioranza ha sepolto le sue differenze politiche per sostenere un programma di ampie e radicali riforme”, mentre ammette senza mezzi termini di aver spesso criticato duramente il nostro Paese “per la scelta dei suoi leader, come Berlusconi”, che oggi viene proposto al Quirinale da alcune parti politiche.
Parole lusinghiere ci arrivano anche dai vertici dell’UE, dove la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, afferma che grazie “alla capacità dell’Italia di gestire efficacemente la pandemia, l’economia italiana sta crescendo più in fretta che in qualunque altro momento dall’inizio di questo secolo”.
Se non di un Natale sereno, almeno quest’anno possiamo godere di questa soddisfazione. Il nuovo anno porterà novità in Italia, almeno sul piano politico, quando si imporrà la scelta del successore di Mattarella. Fino adesso i nomi più discussi sono quelli di Mario Draghi e di Silvio Berlusconi, sì, proprio i due termini di paragone presi in considerazione – uno positivamente e l’altro negativamente – da The Economist. Poi c’è sempre quella flebile voce che suggerisce il nome di una donna come prima Presidente della Repubblica italiana, la scelta perfetta dopo aver concluso l’anno con le lodi, per iniziare il 2022 nel segno di una nuova era.
Redazione La Pagina