A Roma, un giovane ragazzo picchiato solo perché gay, si è appellato al presidente del consiglio Silvio Berlusconi perché “venga al più presto approvata la legge contro l’omofobia”, di cui si parla da circa un anno e mezzo.
Il giovane, aggredito all’uscita di un locale gay nei pressi del Colosseo, ha ringraziato Gay Help Line “per il sostegno ricevuto e tutte le istituzioni per la solidarietà espressami” e si è augurato che le forze dell’ordine “risolvano il mio come tutti gli altri casi irrisolti e come atto di civiltà spero che ci sia una partecipazione attiva al prossimo Gay Pride di Roma del 3 luglio al quale parteciperò anche io”.
Augusta Seganti, madre di Paolo Seganti, ucciso perché gay la notte dell’11 luglio 2005 a Roma, si è unita all’appello al premier “perché si impegni ad approvare al più presto la legge contro l’omofobia”.
Degli ultimi venti casi di violenze nei confronti di omosessuali avvenuti nella capitale, secondo il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, “19 e mezzo sono impuniti”.
Il mondo gay torna a chiedere con forza l’approvazione della legge all’esame della commissione Giustizia. Per la parlamentare del Pd Paola Concia in realtà “manca la volontà politica” e insieme agli altri organizzatori del “Roma Gay Pride” sostiene che è necessario che il Parlamento e il Governo diano “subito una risposta politica alle aggressioni nei confronti delle persone omosessuali approvando una legge contro l’omofobia” perché “non c’è più tempo da perdere” visto che la situazione “rischia di diventare un’emergenza sociale”.
L’ex parlamentare e leader storico del movimento gay Vladimir Luxuria si è augurato che “alle chiacchiere inutili di solidarietà seguano presto fatti concreti”.
Anche la presidente di Gay Project Imma Battaglia si è appellata al premier: “Lui stesso vittima di un’aggressione fisica in piazza del Duomo a Milano dovrebbe comprendere chi, trovandosi inerme e senza scorte, rischia di subire violenza solo perché gay”. L’ennesima aggressione, “non merita solo condanne verbali”: così l’esponente del Pd Walter Veltroni, che si è chiesto: “Quanti episodi come questo devono accadere perché vengano al più presto approvate norme concrete e rigorose per le aggravanti dei reati legati all’omofobia?”.
Sulla stessa linea il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Fabio Evangelisti, secondo il quale “il Governo e il Parlamento devono immediatamente approvare una legge contro l’omofobia”.
Benedetto Della Vedova si augura che “il Pdl, anche valorizzando la proposta Brunetta-Rotondi sappia prendere un’iniziativa forte, in grado di allineare la normativa italiana a quella di tutti gli altri grandi Paesi europei”.
Vuole invece l’attivazione di un numero verde nazionale il presidente di Gaynet Franco Grillini, mentre Gaylib (associazione di centrodestra), infine, chiede ai vertici delle forze dell’ordine un incontro per discutere misure speciali e per sensibilizzare di più le questure e i comandi di compagnia sparsi sul territorio. Intanto, il popolo gay si è riunito lo scorso 30 maggio in una fiaccolata nella Gay Street, accanto al Colosseo, per dire no all’omofobia.
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