Sovente la cronaca ci porta a tornare sul nostro passato, a ripercorrere il percorso storico di emozioni, rivincite ed errori utili a riprendere il cammino della società.
In “Giocatori d’azzardo”, pubblicato in questi giorni da Mondadori Editore per la collana “Le Scie”, lo scrittore Virman Cusenza, giornalista palermitano consulente presso la britannica Fremantle, uno dei principali gruppi multimediali europei, riprende una indagine del conterraneo Leonardo Sciascia e rimasta incompiuta dopo la scomparsa di quest’ultimo nel 1989.
Grazie all’aiuto dei familiari di Sciascia, Cusenza esamina appunti, verifica fatti ed archivi, e porta il lettore, con una prosa lucida ed incalzante, erede del migliore giornalismo investigativo anglosassone, a riprendere una vicenda sinora rimasta confinata nelle pieghe della storia.
Richiamiamone i contenuti, prima che, verosimilmente, questo volume diventi una produzione televisiva.
Mentre il regime fascista si avviava ad una fine turbolenta ed ingloriosa, nel novembre del 1945 l’avvocato bresciano Enzo Paroli, socialista, antifascista, ma soprattutto spirito libero, accetta di difendere il giornalista Telesio Interlandi.
Quest’ultimo, partito da Chiaramonte Gulfi, il Balcone di Sicilia, qualche migliaio di abitanti in provincia di Ragusa, nei primi decenni del secolo scorso si era trasferito a Roma, diventando con l’arrivo del fascismo uno dei fedelissimi di Benito Mussolini.
Ormai braccato dai partigiani, nel dopoguerra Interlandi vive con il terrore di affrontare in una aula di tribunale la responsabilità di essere stato uno dei simboli del passato regime, in particolare come direttore dei quotidiani “Il Tevere” e “La difesa della razza”, pubblicazioni avviarono anche in Italia una campagna antisemita tanto feroce quanto tragica.
Cosa spinge lo stimato avvocato Paroli a mettersi in gioco, per sottrarre un latitante alla giustizia e difenderlo dal giudizio della società civile? La risposta è nella solidarietà umana che, malgrado nel caso di Interlandi non giustifica alcun tipo di perdono, ieri come oggi trascende in un sentimento che supera le opposte fazioni, i pregiudizi ideologici, la logica dei vincitori e vinti, e soprattutto le chiusure verso chi è diverso.
Ed ecco quindi che la prosa di Cusenza, pur rivolta a fatti lontani nella storia, inevitabilmente ci porta alla analisi delle inquietudini di oggi, grazie ad una interpretazione dei valori umani che si svincola dai limiti temporali e li porta ad una dimensione assoluta: “la necessità di essere inclusivi” ricorda Cusenza, non deve farci “perdere il contributo di intelligenza che ogni italiano, anche il più diverso e lontano, può dare”.
È “il proficuo piacere di accostare nomi appartenenti ad opposte barricate o razze”, prosegue Cusenza, a farci ottenere risultati “autenticamente nazionali”, a procurarci “le istantanee dell’ingegno italiano e del modo in cui esso guarda al mondo ed al suo sapere”.
Le vicende giudiziarie dell’accusato Interlandi, termineranno in “commedia dell’arte”, osserva Cusenza, con una condanna che lo costringerà ad un forte ammenda ma lo consegna alla storia angosciato da un personale giudizio dei fatti che lo porta a finire i suoi giorni benestante ed abbandonato da tutti.
“Interlandi si autoassolve ma ricorda”, osserva Cusenza, e resta prigioniero di un vizio primordiale che spesso “a molti come lui, ha fatto dire davanti alla propria colpa: “qualcun altro lo ha fatto, io al massimo lo ho moralmente approvato…”.
Facile riconoscere nella narrazione di Cusenza il germe, la origine di vicende sviluppatesi nel corso degli anni sino a diventare la impronta anche della nostra attualità, che dopo aver preso coscienza degli errori che ci hanno condotto alla pandemia, ora sconta in solitudine la responsabilità di scegliere il futuro con cui convivere.
di Nicoletta Tomei
È possibile ordinare Giocatori d’azzardo presso la Libreria La Pagina
- NFT – La guida completa, di Amelia Tomasicchio, Mondadori Electa
- Spare, il minore, di Prince Harry, Mondadori editore
- La “Elisabetta. Regina per sempre”, di Antonio Caprarica
- Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami, Garzanti editore
- Federico Rampini, Suicidio occidentale, Mondadori Editore, Collana Le Strade Blu