Nella buona e nella cattiva sorte, ma soprattutto nelle ingiustizie, la vita rimane un dono unico e prezioso, la cui interpretazione va ricordata anche a chi ha sbagliato, per riportarlo alla piena coscienza piena delle sue azioni.
Lo ricorda la testimonianza straordinaria, indimenticabile e commovente di Abraham Salomon Jakubowicz, noto alle stampe come Eddie Jaku, autore del best seller internazionale “L’uomo piu’ felice del mondo”, che in lingua italiana è stato appena pubblicato da Mondadori per la collana “Vivere Meglio”.
Questo non è un libro di storia, e neppure di narrativa: è il racconto di una vita, una vita straordinaria, e che è doveroso segnalare proprio in occasione delle rievocazioni per la giornata della memoria.
Di origini tedesche, Jaku si è spento in Australia lo scorso ottobre, ultracentenario.
La sua è la vicenda di un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, che ha sopportato deportazioni, atroci brutalità, torture, ma che non ha mai smesso di credere nei valori della esistenza, quegli stessi che lo hanno infine portato a definirsi l’ “uomo piu’ felice del mondo”.
Eddie Jaku si era sempre considerato un tedesco oltre che un ebreo, sino a quando nel novembre 1938 fu arrestato e deportato nei campi di concentramento nazisti.
Nei sette anni successivi, Jaku affronto’ orrori inimmaginabili, prima a Buchenwald, poi ad Auschwitz.
Le atrocità naziste lo privarono di famiglia, amici, persino del suo paese: ma la sua dignità e fiducia nella vita lo aiutarono a sopravvivere all’Olocausto, a ricordargli di sperare nel domani.
Perché anche nei momenti di maggiore tristezza c’è sempre un domani che ci attende.
Fu proprio allora che Jaku si promise di sorridere per ogni giorno della sua vita e di rendere omaggio, raccontando la sua storia, potente, straziante ma anche piena di speranza, a tutti coloro che non hanno avuto il suo destino, perché non dimentichino.
“Ho vissuto per un secolo e so cosa vuol dire guardare in faccia il male”, commenta Jaku. “Ho visto il peggio del genere umano, i tentativi nazisti di annientare la mia vita e le vite di tutto il mio popolo. Ma adesso mi considero l’uomo più felice del mondo. Ho imparato questo: che la vita può essere bellissima se la rendi bellissima. Ci sono parti tristi, di grande oscurità e dolore. Ma alla fine è una storia felice perché la felicità è qualcosa che possiamo scegliere. Dipende da te.”
Nel dopoguerra, continua Jaku, “scoprii che c’era un prigioniero nazista detenuto per i suoi crimini di guerra, e andai a fargli visita. Gli chiesi: «Perché lo hai fatto?». Si mise a piangere. Era solo l’ombra di se stesso. Sembrava fosse già morto. La mia domanda rimase senza risposta. Perché? L’unica risposta che trovo è l’odio. L’odio è l’inizio di una malattia. Potrà uccidere il tuo nemico, ma nel farlo distruggerà anche te. Non incolpare gli altri delle tue sventure. Nessuno ha mai detto che la vita sia facile, però è più facile se la ami. Se la odi diventerà invivibile. È per questo che cerco di essere buono. Anche se ho sofferto, voglio dimostrare alle persone piene d’odio che si sbagliano. Perciò non odio nessuno, nemmeno Hitler. Non lo perdono. Non c’è perdono. Dico questo a nome di quei sei milioni di ebrei che non possono parlare per sé. Ma vivo anche a nome loro, e vivo la vita migliore possibile. Superati i momenti più bui della mia esistenza mi ripromisi che sarei stato felice fino alla fine. E che avrei sorriso. Perché se sorridi il mondo sorride con te. La vita non è sempre felicità. Ci sono tante giornate difficili. Ma devi ricordarti che sei fortunato a essere vivo. Ogni respiro è un dono. La vita è bella se le permetti di esserlo. La felicità è nelle tue mani. Non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto figli, nipoti e pronipoti. Avevo toccato il fondo dell’umanità. E adesso eccomi qui. Perciò”, invita Jaku, “ricordati di ritagliarti il tempo per apprezzare ogni istante della vita, i momenti belli, quelli brutti. Ci saranno lacrime. Ci saranno risate. E se sarai fortunato, ci saranno amici con cui condividere tutto questo. Come é stato per me. Ogni giorno, ricordati di essere felice, e di rendere felici gli altri. Sii amico del mondo. Ricordati di farlo per il tuo nuovo amico Eddie Jaku”, osserva l’autore.
Noi lo faremo, e siamo certi che ciascuno dei suoi lettori lo farà.
E porterà la memoria di Abraham Salomon Jakubowicz per sempre nel cuore.
di Nicoletta Lea Tomei