Attaccata la più grande centrale nucleare in Europa: 36 anni dopo Chernobyl si rischia un disastro più grave
Nulla di fatto dopo i negoziati tra le delegazioni russe e ucraine che nella settimana si sono incontrate per due volte. Nonostante la speranza riversata sulle trattative, i combattimenti non hanno mai cessato, nessuna tregua temporanea, nessun cessate il fuoco. L’unico accordo raggiunto è sull’apertura di corridoi umanitari per evacuare i civili e il cessate il fuoco temporaneo per permettere lo spostamento di chi vuole abbandonare il territorio ucraino, anche se non è chiaro quando: si attende un terzo incontro che si terrà molto probabilmente all’inizio della prossima settimana. A nulla sembrano essere serviti neanche i tentativi di mediazione del presidente francese Emmanuel Macron – unica personalità europea in contatto diretto con Putin – se non la conferma che il Presidente russo non ha alcun intento di arretrare, ma è spinto da una grande determinazione ad ”andare avanti” con il piano dell’esercito di Mosca.
Macron ha anche avvertito che così facendo il suo omologo russo sta commettendo un ”grave errore”, che la guerra costerà caro alla Russia e che ”il peggio deve ancora venire”, in tutta risposta Putin ha detto inoltre che la situazione sarebbe “peggiorata” se gli ucraini non avessero accettato le condizioni russe.
Così anche questa notte sono continuati gli attacchi all’Ucraina, senza alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili che non sono mai stati risparmiati, come invece era stato affermato all’inizio del conflitto.
La cosa che desta maggiormente preoccupazione in questo momento è che nella notte le forze militari russe hanno preso il controllo della centrale nucleare della città di Enerhodar, nell’oblast di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Si tratta di una centrale nucleare a sei reattori – ricordiamo che Chernobyl ne aveva solo uno – la cui minaccia di disastro sarebbe smisurata per tutta l’Europa.
Nella notte la centrale nucleare è stata bombardata dalle forze russe facendo scoppiare un incendio. Dopo due ore di terrore, il portavoce della centrale ha fatto sapere che alla fine i pompieri hanno potuto raggiungere l’impianto e spento l’incendio. La sicurezza della centrale atomica “è stata ripristinata”, ha quindi dichiarato un comandante militare locale ucraino.
Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, si è detto “profondamente preoccupato per la situazione nell’impianto nucleare di Zaporizhzhia”. L’Aiea sta monitorando da vicino la situazione nella centrale ed è in contatto con il regolatore nucleare ucraino e ha segnalato che ”al momento non si registrano cambiamenti nei livelli di radiazioni nell’impianto” nucleare. Nell’attacco russo alla centrale non sono state danneggiate strutture essenziali e non sono state rilevati alti livelli di radiazioni vicino alla struttura.
“Per la prima volta nella storia dell’uomo uno Stato terrorista ha fatto ricorso al terrorismo nucleare”, ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video messaggio. “Nessuno Stato, tranne la Russia, aveva mai colpito una centrale nucleare” ha continuato Zelensky, che chiede l’intervento dell’Europa oltre alle sanzioni già in atto e poi si rivolge alla Casa Bianca. Pare infatti che Zelensky si sia sentito telefonicamente con il presidente americano Joe Biden per informarlo sulla gravità dell’attacco. Il ministero della Difesa russo citato da Tass, invece, ha affermato che quella avvenuta questa notte è stata una provocazione sul territorio adiacente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte di Kiev. Nel frattempo, si segnala invece radioattività in aumento nella dismessa centrale nucleare di Chernobyl già sotto il controllo delle forze russe.
Redazione La Pagina