Benvenuta settimana Santa, la comunità cristiana è in fermento per questi giorni che precedono la Santa Pasqua che ha un valore simbolico e rappresentativo davvero molto più sentito quest’anno devastato dalla guerra in Europa. Dopo due anni terribili trascorsi sotto la morsa di un’epidemia mondiale, ci aspettavamo una Santa Pasqua di pace, serenità, di preghiera in attesa della domenica di resurrezione per i più credenti, o semplicemente di spensieratezza e convivialità per i non credenti, invece non sarà così, quest’anno sarà una Settimana Santa di preghiere e di passione, nella speranza che davvero la pace si riveli il prima possibile con l’imminente fine di questo conflitto che potrebbe avere risvolti perfino mondiali.
Se c’è un pensiero comune, in questi giorni, è proprio questo: la pace ce la meritiamo tutti, ma primi fra tutti i popoli in guerra e in via crucis da molto più di una settimana.
La pace è invocata ancor più forte quest’anno da Papa Francesco che ieri, per domenica delle Palme, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, ha chiesto una tregua costruttiva per arrivare alla Pace. “Si ripongano le armi, si inizi una tregua pasquale. Ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no. Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”. È questo l’appello lanciato da Papa Francesco che però non trova una corrispettiva richiesta di pace da parte del Patriarca ortodosso Kirill. L’arcivescovo russo, infatti ha invitato i sostenitori a unirsi per combattere i “nemici interni ed esterni di Mosca”. “In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere”, ha affermato. “È così che emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, così come la capacità di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore” ha affermato il Patriarca della Chiesa russo ortodossa, stretto alleato del presidente Vladimir Putin.
Con un tweet tradotto in russo il Papa sembra rispondergli: “Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro. Ma oggi c’è la guerra. Perché si vuole vincere così, alla maniera del mondo? Così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male. È morto perché regnino la vita, l’amore, la pace”.
A parte la ricerca di amore condivisa, i due leader spirituali sono in totale contrapposizione, uno parla di bene e verità, e l’altro di vita e pace, uno esorta i combattimenti, l’altro a riporre le armi: guerra e pace.
Intanto, le uniche cose che sono cessate già da tempo, sono i negoziati per giungere all’agognato accordo.
Così anche questa Pasqua rischia di essere trascorsa senza il senso di gioia e di liberazione dopo il lungo e sofferto calvario, anzi, sembra farsi sempre lunga e insopportabile questa via crucis.
Ma, si dica quel che si vuole, la guerra non la fa Dio, perché la guerra la fa l’uomo e solo lui può fermarla.
Redazione La Pagina