In questa seconda parte, tratterò l’aspetto della retorica presentata dall’esecutivo, e della mia narrazione con possibili soluzioni, da divulgare, come granelli nel deserto del nichilismo imperante.
7. Alcuni mantra del politicamente corretto
1) Consiste, nello spostare lo sguardo pubblico fuori di noi, dipingendo il nemico (Venezuela, Corea del Nord, Cina, Russia, Iran, ecc.) con i colori più tetri, in modo da far sospirare di sollievo le proprie cittadinanze “per fortuna non siamo così!”. Distogliendo l’attenzione dalla devastante e perdurante crisi interna, che si palesa in una decadente contrazione sociale, economica e soprattutto democratica, con una costante riduzione della rappresentatività della politica e degli spazi della libera espressione. Come descritto da Andrea Zoht: “Il professore Mario Draghi e chi lo ha preceduto, dopo anni di incapacità e autolesionismo dell’Unione Europea, che, fallimento dopo fallimento, dalla crisi subprime a oggi, sta preparando per le proprie popolazioni un futuro di miseria e irreggimentazione.”
2) Draghi dichiara: “senza il nostro operato sarebbe andata sicuramente peggio, lo dimostrano i numeri”. Utilizzato su più fronti e con scopi diversi, a cominciare dalla folle scelta di incentrare tutta la lotta contro la pandemia sulla campagna vaccinale compulsiva, per passare a tutti quei provvedimenti che hanno sospeso quasi tutti i diritti civili. Il sillogismo del mantra è, ovviamente falso ed è l’antitesi, che peggio di così proprio non poteva andare. In questo terrapiattismo istituzionale, si affermare che se non avessimo fatto una buona campagna vaccinale e adottato il green pass rafforzato saremo finiti come Tatooine. L’unico paese nell’universo fantascientifico di Guerre stellari, ad essere andato peggio. Il resto degli e(o)rrori fatto di contrapposizione tra scienza e complottismo in un delirio crescente di mistificazione scientista e manipolazione mediatica, con la complicità dei vip dello spettacolo, dello sport e mondo accademico tutto meschinamente allineato o silente e quindi complice.
3) È in atto con il PNRR, in un delirante e mastodontico progetto dettato dalla pioggia di miliardi “regalati” da enti privati mascherati sotto l’egida della UE. Tanto l’entusiasmo per i punti in questione, che verrebbe da credere che abbiamo finalmente intrapreso il cammino verso un futuro raggiante. In realtà è parte del progetto di stampo neoliberista “Agenda 2030” per cui Draghi è stato imposto alla guida.
4) In cima alla top-ten abbiamo: Vivremo tutti in un futuro più luminoso, in cui grazie alle nuove tecnologie, le pratiche amministrative e modelli produttivi verranno controllati dall’intelligenza artificiale, e dalle connessioni ultraveloci. In un futuro prossimo i turisti potranno rimanere a casa e gli uomini d’affari e impiegati lavorare con Zoom, mentre le navi fantasma automatizzate e i treni semi-automatici manterranno l’economia globale in movimento.
5) L’ultimo sviolina così: “Non avrai nulla e sarai felice”. Prevedo che vorranno portare la loro rapina alle sue ultime conseguenze. Per decenni ci hanno tolto diritti, libertà, posti di lavoro, salari, pensioni, terre, territori, foreste, acqua, piante, semi, tutto ciò che potevano strapparci, spesso con immensa violenza. Continueranno a farlo finché non avremo più niente. Ci hanno tolto perfino la paura. Ci verrà sottratta la proprietà, e avremo un reddito stabilito dal sistema sovranazionale bancario, che deciderà in base al nostro credito sociale a quali servizi avremo diritto.
La realtà è che, avendo sbagliato completamente l’impostazione del loro operato su tutti i fronti, il governo Draghi si trova incastrato nella spiacevole posizione di chi non può ammettere i propri errori. Usando il neo-linguaggio orwelliano, errori calcolati, in quanto imposti a modello del pizzo mafioso, dalle grandi corporation di origine atlantista.
8. Propaganda mediatica dopo due anni di esercizio pandemico, si addosserà le responsabilità ad altri, convogliando l’odio e tutte le frustrazioni per il nemico immaginario, come russo o cinese, distraendoci dai veri responsabili delle vessazioni subite. La maggioranza che dissente sulle “valide ragioni” dell’attacco russo è la medesima che ha accettato i vaccini e Green pass, mentre i novax-proputin sono simpatizzanti nazi-fascista, che però lottano, per il lavoro perso, l’uguaglianza, il rispetto della costituzione, la pace, le battaglie contro il green pass e l’invio di armi all’Ucraina. Siamo l’unico paese al mondo, con green pass rafforzato e obbligo vaccinale a “tempo indeterminato”. Anzi no è stato mantenuto anche dal Turkmenistan, una dittatura che ha introdotto anche il divieto di usare la tinta per capelli per gli uomini sopra i quarant’anni. Per imbonire la maggioranza dominata è in programma una lentissima agenda di riaperture, e di persuasione di quanto sia stato e continuerà in eterno ad essere giusto tutto ciò, che ci attanaglia da anni. Draghi dichiara: “Uno degli scopi del provvedimento è non smantellare tutta la struttura esistente, perché siamo consapevoli del fatto che un’altra pandemia potrebbe rivelarsi importante fra qualche tempo. Vogliamo una struttura permanente di preparazione per reagire a questi fenomeni. Con la nuova fase, quindi, non smantelliamo niente ma la struttura perde il carattere di emergenza e acquista quello di ordinarietà. Se gli sviluppi della curva epidemiologica mostrano la necessità di un intervento si può fare con gli strumenti esistenti”.
9. Draghi il messia fantasma Grandi consensi sul fronte economico per il Messia, indiscusso protagonista del miracolo che ha rimesso in sesto la devastata economia italiana. Il prodigio è di essere riuscito nella moltiplicazione del PIL (+6,5%), miglior prestazione dal 1976. Questa fake è dovuta all’indice fatto registrare nel 2020 come la peggiore performance dalla II Guerra Mondiale con un calo dell’8,9%. L’apostolo e fantasma Draghi, non partecipa ai tavoli che contano, e si è completamente genuflesso agli USA. Il risultato, è la classe media abbandonata, e i piccoli e medi imprenditori vanno dagli usurai. Ben più grave è l’aumento delle spese militari e, contemporaneamente, i tagli scritti nel DEF su sanità e istruzione. Ancora ci beviamo le balle propagandate sull’enorme statura politica di un uomo artefice della tragica stagione delle privatizzazioni. Non credo di essere l’unico a rendersi conto della mediocrità in questo governo dell’assembramento, ma nessuno di chi occupa una poltrona si oppone in modo convincente, e addirittura dietro la maschera pacifista vengono promosse manifestazioni inneggianti alla guerra. Intanto i prezzi schizzano su in alto verso l’impossibile, con speculazioni a catena che investono i carburanti, il grano, i fertilizzanti con tutti i prodotti agricoli, e vedremo cos’altro nei prossimi mesi. Il PIL non monitora in alcun modo queste variazioni che, invece, incidono pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini. Le politiche di Draghi, come si è visto nella parte dedicata ai provvedimenti economici, sono in gran parte indirizzate al miglioramento delle condizioni delle grandi aziende e dei loro azionisti, e delle banche di cui Draghi è stato il “bancario” per antonomasia.
10. Tutti bravi a criticare, poi però in concreto cosa pensate di fare per … Lo slogan di regime “There is no alternative”, evidenzia come tutte le forze politiche in campo sono appiattite sulle soluzioni funzionali all’interesse economico vigente. A volte si finge qualche opposizione, ma dopo alcune sedute tutto rientra, e l’assembramento come metodo, scredita tutte le proposte e informazioni realmente alternative, perché inattendibili, utopistiche o peggio ancora terrapiattiste. Così aumenta sempre più il distacco tra partiti e il “popolo elettore”. La guerra ha evidenziato la sindrome bipolare trasformarsi in pandemia parlamentare, trasformando la folta schiera (da destra a sinistra) degli amici di Putin nei suoi più acerrimi nemici, pronti a imbracciare il fucile e l’elmetto. Questo è lo stato pietoso della nostra classe dirigente, sorvolando il Presidente della Repubblica che meriterebbe un articolo a parte.
Proposte alternative Credo che questo modello economico sia totalmente incompatibile con la questione ambientale, con il risanamento delle disuguaglianze e con la pace tanto auspicata. Di proposte alternative ne esistono realisticamente, ma illustrarle in questa sede è impossibile per motivi di tempo e di spazio. Sospensione della democrazia e dei diritti civili, guerra, crisi economica e umanitaria evidenziano l’urgenza di uscire nell’immediato, senza dovere attendere i lunghi tempi di una rivoluzione democratica e pacifica. A piccoli passi in avanti, che sicuramente non risolverebbero in via definitiva il problema strutturale del sistema neoliberista, ma potrebbero migliorare molto la situazione disastrosa creata dal Messia e altri capi di stato sparsi nella colonia di Washington chiamata Europa. Elencando le tematiche che ci affliggono, sfruttando l’esperienza tratta dai successi del passato e da quelli presenti raggiunti da altri paesi. Riparare ciò che il governo “dei Migliori” ha distrutto, è possibile e non utopico.
1) La falsa pandemia Dopo il vaiolo che ha afflitto il mondo per secoli, il primo vaccino risale al 18. secolo e derivava dalla variolizzazione, la somministrazione di croste polverizzate, che ha avuto effetti disastrosi. Ci sono voluti 160 anni per arrivare ad un vaccino efficace. La campagna vaccinale, pur se sorretta dall’obbligo, non ha mai raggiunto la copertura totale, come d’altra parte è successo e succede per tutte le campagne realizzate, per la polio la difterite e il morbillo. Il rispetto della libera scelta di cura in presenza di un vaccino efficiente non ha mai sostituito la prevenzione e generato la folle discriminazione tra vaccinati e non, che ha caratterizzato il Covid-19. Oltre al vaccino efficace, nel passato due fattori furono fondamentali per la vittoria finale. L’introduzione del monitoraggio dei nuovi casi e dei nuovi focolai con chiusure e vaccinazioni mirate. Da notare che, il paese continentale che ha meglio gestito la pandemia risulta essere la Cina. La risposta cinese alla pandemia. Sarebbe bastato copiare dal passato e da chi ha lavorato meglio per evitare record di contagi e di decessi, e tutti danni già ampliamente da me descritti in Italia. Altri risultati validi, si raggiungono in campo medico e farmacologico solo con una ricerca scientifica pubblica, trasparente e realmente condivisa. Libera da vincoli creati dai brevetti e dai finanziamenti privati delle grandi aziende che generano inevitabilmente conflitti di interesse, mancanza di trasparenza, omissione di condivisione e di giustizia sociale che sono alla base del fallimento della lotta alla pandemia di Covid. È una lotta contro i mulini, e ciò lo dimostra il fatto, che Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre 2022 per “assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale” in relazione alla guerra in Ucraina (inviando armi).
2) La crisi energetica L’aumento delle bollette impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. La soluzione di una semplicità sconcertante, e per questo impossibile da adottare, non è risolvibile con l’attuale modello economico impostato sulla logica del profitto. Magari con il tracollo definitivo di questo modello sarebbe possibile esercitare pressioni dal basso sufficiente a modificare il piano energetico. Una proposta per soddisfare il fabbisogno interno di energia potrebbe essere di ricoprire tutti i tetti, le cave dismesse, le discariche, i parcheggi, etc. di pannelli solari, installare pale eolichein una piccola porzione di territorio, scegliendo quelle più ventose, mantenere l’idroelettrico e immagazzinare l’eccesso di produzione diurna con l’idrogeno. Ma la perdita di controllo centralizzato della produzione e della distribuzione dell’energia sarebbe una perdita per le grandi multinazionali energetiche. L’autonomia locale a livello energetico incentiverebbe tutte le nuove tecnologie con un forte impatto sull’economica e produttività, liberandoci dalla concentrazione e ricatto del capitale delle multinazionali. Per liberare l’Italia dalla dipendenza del gas, entro marzo 2023 si dovrebbe autorizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata da realizzare entro 5 anni. Fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio. Sviluppare la produzione di biometano. Anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici. Operare con un forte sviluppo delle fonti rinnovabili, concrete politiche di risparmio energetico ed efficienza energetica in edilizia. Per ulteriori dettagli proposto da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia al Governo Draghi il dossier: “Crisi energetica. 10 proposte per liberarci dal gas”.
3) La guerra Sinceramente non vedo soluzioni all’orizzonte, per le seguenti ragioni: Stabilire il principio della “difesa collettiva”, come nell’art. 5 dello statuto della Nato in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite è un inutile esercizio di stile. Gli Stati Uniti, in virtù di questo principio, dal 1945 ad oggi, hanno dichiarato 27 guerre, promosso golpe e dittature sanguinarie, finanziato e armato gruppi ribelli. Stranamente nessun Presidente statunitense è mai stato processato per crimini di guerra. A scopo difensivo, sono sparse nel mondo oggi oltre 15.000 testate nucleari, nonostante bastino 50 di esse a cancellare la vita sull’intero pianeta. L’ipocrisia di volere perseguire la pace con il bilanciamento della dotazione di armi è infatti ridicolo, in quanto l’unico modo per assorbire i “costi di investimento” di questo “armamento” è il suo utilizzo. Il primo passo verso la pace dovrebbe essere l’uscita dalla Nato, un’organizzazione nata con lo scopo di difendere reciprocamente i paesi membri da eventuali attacchi bellici, cosa mai avvenuta in 73 anni di storia. Disarmo totale e unilaterale, neutralità, pacifismo non sono utopie irrealizzabili, ma concrete proposte per affrontare i conflitti in corso. Purtroppo, la guerra è uno strumento fondamentale dell’economia! Viene imposta o provocata come impulso di supremazia e di potenza mercantile, geopolitica e militare, ma dietro c’è il sistema bancario internazionale, senza il quale non sarebbe possibile realizzarla. L’obiettivo non è la vittoria dei conflitti in sé, ma il controllo del debito che il conflitto produce. Chi controlla la finanza internazionale, non ha nessun interesse a fare cessare la guerra. Con i governi ricattati, a finanziare guerre provocate da altri, in nome di un’alleanza, ma in realtà sono delle colonie con centinaia di basi militari dell’impositore, non c’è alcuna soluzione. Ha senso parlare ancora di interesse nazionale o di interesse imperiale americano, mentre sono i lobbying nell’apparato governativo statunitense a decidere? Per loro una volta individuato il business e gli slogan pubblicitari atti a veicolarlo, il resto è attivare tutti gli strumenti necessari come il monopolio mediatico, il ricatto politico e quello del debito. Una lobbycrazia non può permettersi un presidente di stato che interloquisca con le potenze rivali e prenda accordi con loro, poiché ciò disturberebbe il business della guerra infinita. Una lobbycrazia non si regge su leadership o strategie ma sull’automatismo delle complicità affaristiche. Vedi i vari presidenti di Francia, Italia e Regno Unito, scelti per appoggiare il loro loschi affari. Una soluzione sarebbe, per imperialismi tradizionali come la Russia o la Cina, la prospettiva di trovare negli USA un interlocutore e una controparte per negoziare gli equilibri di potenza e le rispettive sfere di influenza. Ma in una rete di imbonitori affaristi come si può pensare a simili accordi, quando gli USA non sono più un soggetto statuale tradizionale? Ritengo che l’unica soluzione per una fine della guerra, sarà decisa sul campo di battaglia, e non al tavolo dei negoziati, e questo per volontà delle lobby stesse.
Distruzione Creativa Il termine attribuito a Schumpeter che nel libro scritto nel 1942 “Capitalismo, socialismo e democrazia”, teorizza in modo più approfondito, anticipando un futuro incombente. Questi i quattro principi essenziali della sua teoria.
1) La “burrasca di distruzione creativa” descrive il “processo di mutazione industriale che rivoluziona incessantemente la struttura economica dall’interno, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre una nuova”.
2) Il capitalismo distrugge e riconfigura gli ordini economici precedenti, svalutandone incessantemente la ricchezza esistente, attraverso la guerra, l’abbandono o crisi economiche regolari e periodiche, al fine di spianare il terreno per la creazione di nuova ricchezza.
3) La chiusura di un’azienda può essere una tragedia per chi è direttamente legato ad essa. Tuttavia, per Schumpeter, i falliti erano una parte essenziale del dinamismo del capitalismo.
4) La distruzione creativa è parte dell’economia di mercato e della libera concorrenza, e ne determina la sua sopravvivenza e predominio globale.
Se la mia narrazione vi è sembrata lunga e complessa, magari questa ultima riflessione potrà liberarvi dalle catene delle convinzioni create dai soliti noti. Draghi, è membro senior del Gruppo dei Trenta, fu co-autore della pubblicazione del 14 dicembre 2020, del Gruppo, dal titolo: «Rilanciare e ristrutturare il settore aziendale Post-Covid: progettare interventi di politica pubblica». Dovrebbero essere le linee che ciascun Governo del mondo dovrebbe seguire per uscire dalla crisi post-Covid. In questo rapporto Draghi sollecitava la fine degli aiuti di Stato per le imprese il cui destino è stato segnato dal Covid-19, suggerendo che potrebbero esserci medicine dolorose in serbo. Il rapporto chiede «una certa quantità di “distruzione creativa” quando alcune aziende si restringono o chiudono e se ne aprono di nuove e alcuni lavoratori devono spostarsi tra aziende e settori». In pratica l’incarico di Draghi provocherà un disastro sociale senza precedenti, con una maggiore concentrazione della ricchezza e un aumento delle disuguaglianze, di gran luna superiore a quello causato dalla pandemia.
Mario Pluchino
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