È pronto il sesto pacchetto di sanzioni. Escluso il patriarca Kirill dalla lista nera. NATO: sarà una guerra lunga!
A 100 giorni di guerra, quella che doveva essere un’impresa celere come un “lampo”, è ormai chiaro che si tratta di un conflitto destinato a non avere breve termine. Quella combattuta in Ucraina, si è subito rivelata una guerra più grande di come molti immaginavano o speravano e le parti interessate non sembrano propense per un cessate il fuoco imminente.
Tra gli ultimi aggiornamenti vi è quello terribile dei 261 bambini uccisi in Ucraina dal giorno dell’invasione russa del Paese e 463 feriti. Dato reso noto dall’ufficio del Procuratore generale ucraino. Mentre, secondo l’esercito di Kiev, sono circa 30.950 i soldati russi uccisi in Ucraina in questi primi 100 giorni. In generale, in termini di perdite umane, il bilancio momentaneo di questo conflitto è tremendo, ma era prevedibile, visto le proporzioni del conflitto. Quello che invece non si aspettava assolutamente l’Ucraina era di trovarsi il territorio decurtato di ben il 20% del Paese che è in questo momento in mano ai Russi. È anche vero che per un esito diverso ci sarebbe stato bisogno di un coinvolgimento totale della Nato, ma in questo caso si parlerebbe di un vero e proprio conflitto mondiale.
L’Occidente e gli Usa hanno comunque contribuito alla difesa dell’Ucraina con l’invio di armi e le sanzioni che fino adesso hanno prodotto poco. Così è stato approvato un nuovo pacchetto di sanzioni per la Russia, il sesto – che prevede anche l’embargo sul 90% delle importazioni di petrolio russo – ma dal quale è stato escluso il patriarca Kirill dalla lista nera. Il leader della Chiesa ortodossa russa, infatti, è considerato uno dei più stretti alleati del governo russo, ma il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, dopo lunghe trattative ha ottenuto l’esclusione del Monarca russo dalle persone sanzionate.
Nel frattempo l’Ucraina continua a ricevere armi con le quali sono aiutati “davvero a salvare la vita del nostro popolo e a proteggere la nostra terra” ha affermato il presidente Ucraino Zelensky in un video su Facebook, dove annuncia che “gli Stati Uniti hanno confermato a vari livelli che il moderno lanciarazzi HIMARS sarà inviato nel nostro paese – aggiungendo – Sono grato al Presidente Biden, a tutti i nostri amici americani e al popolo degli Stati Uniti per il loro sostegno”. Ma la risposta da Mosca non ha tardato ad arrivare e il vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev, in un’intervista ad Al Jazeera riportata dall’agenzia russa Tass, ha annunciato che “Mosca colpirà mortalmente i centri decisionali se Kiev utilizzerà le armi ricevute dagli Stati Uniti contro i territori russi”.
Nel frattempo anche gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro Mosca che colpiscono soprattutto dirigenti governativi, oligarchi e società legate al presidente russo Putin e a settori chiave dell’economia, oltre a limitare ulteriormente l’accesso dell’esercito russo alla tecnologia ‘made in Usa’.
Purtroppo le previsioni della Nato non sono per nulla rosee poiché annuncia che bisogna “prepararsi a un conflitto lungo”; mentre il coordinatore Onu per la crisi in Ucraina Amin Awad, in una nota afferma che il conflitto “non avrà un vincitore” e aggiunge che “piuttosto, abbiamo visto per cento giorni cosa è stato perduto: vite, case posti di lavoro e prospettive”.
Redazione La Pagina