Le ricerche non si fermano mentre si annuncia il lutto nella giornata di domani. Non si arresta la riduzione del ghiacciaio: meno 70% di superficie e 90% di volume!
Questa mattina all’alba le ricerche hanno ripreso a pieni ritmi con 14 operatori, 2 cani da ricerca e 2 vedette. Si riparte con l’ausilio di un elicottero, mentre si controllano gli spostamenti del ghiacciaio rimasto in bilico attraverso sistemi di allerta meccanici installati dall’università di Firenze.
Nel frattempo l’intera valle ha annunciato il lutto per la giornata di domani e saranno esposte bandiere a mezz’asta, sarà rispettato un minuto di silenzio, la sospensione di tutte le attività lavorative per un momento comune di raccoglimento e la messa di suffragio concelebrata dagli arcivescovi di Trento e Vicenza.
Triste bilancio
Nel frattempo il governatore del Veneto Zaia annuncia il bilancio finale con 11 vittime tra morti e dispersi, mentre i resti della decima vittima sono stati ritrovati, manca l’unico disperso per il quale sono riprese le ricerche, di cui però ormai si sono perse le speranze. Adesso si procede con l’identificazione delle vittime con i parenti, sono stati identificati tre uomini veneti e una donna trentina. Dei sette feriti, tre sono ancora in ospedale: migliorano le condizioni dei due tedeschi ricoverati a Feltre, mentre restano critiche le condizioni del ragazzo italiano che è ancora in terapia intensiva a Treviso.
Draghi: dramma imprevedibile!
Il presidente Mario Draghi, recatosi sul posto già all’indomani della tragedia per verificare lo stato delle cose e per mostrare tutta la vicinanza alle famiglie colpite, nel suo intervento ha posto l’accento sull’imprevedibilità dell’accaduto, ma anche all’emergenza climatica: “Questo – afferma Draghi – è un dramma che ha un’imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e della situazione climatica. L’Italia piange queste vittime e gli italiani si stringono a loro con affetto. Ma il governo deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti, perché quanto accaduto abbia una possibilità bassissima di succedere o possa addirittura essere evitato”.
Inarrestabile riduzione del ghiacciaio
Nel frattempo preoccupa lo stato del ghiacciaio della Marmolada, che nell’ultimo secolo si è ridotto di più del 70% in superficie e di oltre il 90% in volume risultando grande solo 1 decimo di quello che era cento anni fa. L’imponente massiccio è stato monitorato negli ultimi 20 anni da un team di glaciologi delle Università di Padova e Parma e dell’Ogs che indica tra le maggiori cause l‘aumento della temperatura e in particolare, nella zona della Marmolada, della temperatura minima invernale, che nel corso di 35 anni è aumentata di circa un grado e mezzo. Non vi erano stati però segnali evidenti di un collasso imminente nei giorni precedenti alla tragedia “salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale” affermano gli esperti.
Redazione La Pagina