Dopo due anni di sosta forzata dovuta alla pandemia, l’OSE (www.SwissCommunity.org) è finalmente tornato a riunirsi e questa volta lo ha fatto a Lugano.
Coordinati dal suo presidente Filippo Lombardi, dalla direttrice Ariane Rustichelli e dalla responsabile media Anna Wegelin, all’incontro svoltosi al Palacongressi hanno partecipato 400 persone provenienti da 40 paesi, in rappresentanza dei 780’000 connazionali che vivono fuori dai confini elvetici.
Per rendersi conto della loro importanza numerica, si tratta del doppio della popolazione residente in un Cantone come il Ticino, oppure di quasi la metà degli abitanti del Canton Zurigo.
E’ la Quinta Svizzera che, lo ha ricordato Filippo Lombardi, “ha un grande peso per lo sviluppo della nostra democrazia”.
L’incontro ticinese ha permesso anche lo svolgimento della assemblea del Consiglio degli Svizzeri all’estero-CSE, il “parlamento” dell’OSE, composto da 120 membri residenti oltre confine e 20 domiciliati nella Confederazione.
Ricordiamo i principali temi discussi: il mantenimento della libera circolazione delle persone specie in area UE, dove ormai risiedono 450’000 connazionali; la introduzione di un sistema di voto elettronico per evitare i ritardi postali nelle consegne del materiale elettorale ai 210’000 aventi diritto; l’accesso agevolato per i confederati all’estero ad istituzioni finanziarie svizzere; la digitalizzazione dei servizi in tema di AVS/AI e di assicurazione malattia, ed infine la realizzazione del progetto di un monumento commemorativo per le vittime confederate del nazionalsocialismo.
Ma a Lugano il CSE ha anche richiamato i partecipanti ad un altro interrogativo: “Quali sfide incontra la nostra democrazia?”.
Per contribuire all’argomento, al meeting di OSE è intervenuto il Presidente Ignazio Cassis, che ha cosi’ riassunto l’attuale scenario internazionale di cui per dovere d’ufficio lui spesso si trova ad essere protagonista in prima persona: “oggi viviamo in un mondo nuovo. La guerra della Russia ha fatto crollare l’ordine di pace dell’’Europa. Le minacce nucleari, le fratture geopolitiche, la crescente rivalità delle grandi potenze, le tendenze verso la regionalizzazione, l’inflazione che sta distruggendo il progresso dello sviluppo,” ha osservato il responsabile del DFAE, “segnalano che viviamo in un mondo confuso e multipolare”.
Queste problematiche si avviano a diventare permanenti, rendendo tutt’altro che sicura la democrazia ed il progresso liberale in cui sinora abbiamo vissuto e, in particolare alle istituzioni del nostro paese, richiederà più impegno nel trattare con gli stati non democratici.
“Il Consiglio federale terrà conto di questo scenario quando tra dodici mesi sarà chiamato ad elaborare la strategia della politica estera federale, per gli anni 2024-2027. Nei confronti degli Stati non democratici la Svizzera continuerà a sostenere un multilateralismo efficace e mirato”, ha ricordato Cassis, invitando a non considerare la democrazia come un diritto acquisito, ma piuttosto ad aggiornare i valori democratici adattandoli alle evoluzioni cui saremo chiamati.
Comunque, ha sottolineato il Presidente della Confederazione, è abbastanza plausibile che le attuali tendenze negative tornino positive nel lungo periodo e che la democrazia liberale riprenda il suo percorso: “ad esempio”, ricorda Cassis, “noto che anche paesi come la Cina e la Russia si stanno impegnando per sottolineare il loro carattere democratico. Basta leggere la loro dichiarazione congiunta del 4 febbraio 2022“, quella che precedeva di pochi giorni l’inizio delle ostilità in Ucraina, “in cui si presentano come democrazie. Quasi nessuno oggi vuole presentarsi come autocrate o dittatore. Le democrazie liberali invece hanno più volte dimostrato di saper essere efficienti, ed il dialogo civile è uno dei loro grandi punti di forza. Resta quindi confermato, “ha concluso il responsabile del DFAE, “che la ricerca della libertà rimane una potente forza motrice di ogni organizzazione sociale”.
Al termine del suo discorso il Presidente Cassis ha infine anticipato che entro il 2022 la Confederazione si prepara ad avviare la applicazione SwissinTouch.
Questo consentirà a tutti i confederati residenti fuori dai confini nazionali di accedere in modo rapido ed efficace ai servizi amministrativi gestiti dalle rappresentanze diplomatiche e consolari svizzere.
Articolo e foto di Andrea Grandi