Riceviamo e pubblichiamo il messaggio del console Pietro Maria Paolucci ai connazionali
Care e cari Connazionali,
mi appresto a concludere il mio mandato qui a Basilea.
Era l’inizio di marzo del 2019 quando, in modo non per nulla casuale, ho iniziato il mio incarico. In maniera del tutto inaspettata era segno tangibile che qualcosa stava cambiando e che un nuovo libro si stava iniziando a scrivere. Ci ritrovammo, poco dopo, ad affrontare problemi non semplici, legati fondamentalmente alla disastrosa emergenza del COVID.
Iniziammo a conoscerci e confrontarci, spesso anche con toni accesi, ma scoprendo fin da subito il comune intento e l’analoga visione della realtà della circoscrizione di Basilea e delle sue necessità. Ognuno mantenendo la propria individualità e libertà di pensiero, ma sempre con l’obiettivo finale di trovare una sintesi, perché grazie a tale unione si sarebbero potuti davvero ottenere i migliori risultati.
Ringrazio per questo Roger Nesti – consigliere del CGIE, Michele Schiavone (SG del CGIE) e Nella Sempio, già presidente del locale Comites, Padre Valerio Farronato e la missione cattolica; il Reverendo Christian Gysin e la Chiesa Evangelica di lingua italiana e ultimo, ma non ultimo, il Cav. Giancarlo Roberti.
Non starò qui a ripercorrere ciò che è stato detto e soprattutto fatto in concreto: i nostri social, i verbali dei COMITES, la nostra “presenza” e riconoscibilità in ogni attività della e per la circoscrizione consolare sono ampia testimonianza del nostro operato (con una comunicazione periodica sempre dettagliata fin nei contenuti).
È stata un’esperienza assolutamente difficile, ma al contempo coinvolgente: con i colleghi del Consolato, con la maggior parte dei quali abbiamo lavorato in modo collaborativo e proficuo – buon esempio di resilienza e di resistenza – e dei quali sono onorato di aver fatto parte, rapportandoci in maniera attiva e propositiva nei confronti di ognuno dei Connazionali della nostra circoscrizione. Senza l’aiuto, però, dei nostri corrispondenti consolari (in particolare, a me cari, il Cav. Franco Mancini, Nicola Paola e il compianto Arnaldo Graziosi) difficile avere il polso della reale situazione.
Avremmo potuto fare di più? Certo! Avremmo potuto fare meglio? Forse! Ma sebbene tutto sia perfettibile, il lavoro è stato tanto, l’impegno è stato assiduo ed i risultati sono stati di sostanza e qualità (numeri alla mano), soprattutto in considerazione della situazione in cui ci siamo trovati ad operare per più di due anni.
Non abbiamo di certo rivoluzionato il Consolato (né avremmo potuto farlo, rapportato a quante cose ci sono ancora da poter fare concretamente): abbiamo, però, ascoltato, osservato, capito e alla fine deciso – nel rispetto delle norme – ben sapendo che il nostro servizio è retto dal lavoro, dalla passione, dalla professionalità, dalla dedizione e tante volte, dal coinvolgimento di tutte le sue componenti che, in tutto questo hanno giocato (e sempre di più giocheranno) un ruolo fondamentale la partecipazione di tutti gli attori. Ringrazio per questo S.E l’Ambasciatore Mignano per la presenza costante e il ruolo, fondamentale, della sua attività di coordinamento della rete consolare, il Dr. Daniele Bianchi, la DGIT e il suo D.G. Luigi Maria Vignali, la DGAI e il suo D.G. Nicandro Cascardi e il superiore Ministero per avermi consentito di ricoprire questo ruolo istituzionale così importante.
Quindi un’esperienza stimolante, ricca di relazioni umane, a volte faticosa e demoralizzante, ma dalla quale se ne esce sicuramente arricchiti e nella quale ritengo di aver dato un significativo contributo, come dimostrano i tantissimi attestati di stima e riconoscenza che in questi anni ho ricevuto da più parti.
Creare una profonda ed inedita sinergia tra le tante realtà “basileesi” che, a vario titolo, si rapportano con i servizi consolari non è agevole. Se oggi è possibile constatare una concreta e tangibile attenzione verso il Consolato e le sue attività è grazie, anche, all’impegno profuso per coinvolgere le realtà economiche del territorio, quelle imprenditoriali, internazionali, le associazioni culturali, le famiglie, i singoli connazionali in una realtà a volte ovattata.
Naturalmente va il mio più sentito ringraziamento anche a tutti Voi, care e cari Connazionali, a tutti quelli che in questi anni mi hanno sostenuto e supportato. A tutti quelli che non hanno mai mancato di far sentire la loro voce contraria: anche grazie a Voi siamo arrivati fin qui!
Un grazie agli ultimi colleghi arrivati in Consolato: sono certo che la vostra dedizione, il buon esempio e la voglia di fare porterà un pizzico di armonia in più nell’attività di tutti i giorni. Voglio continuare a credere che il futuro vedrà servitori dello Stato sempre più attenti e fiduciosi, reali protagonisti dei cambiamenti migliori nella fruizione dei servizi consolari.
La storia del Consolato di Basilea è un libro iniziato a scrivere tanti anni fa e oggi prosegue: un augurio al Reggente, Dr. Giovanni Cavagnoli, che mi sostituirà fin dal 29 agosto p.v. in attesa dell’arrivo di un nuovo Console.
Il Consolato è “una realtà da vivere”: abbiate il coraggio, care e cari Connazionali, dei vostri doveri!!
Oggi, grazie al lavoro fin qui fatto, si sarà in grado di affrontare, nel migliore dei modi, le nuove sfide che la vita inevitabilmente comporterà.
GRAZIE!
Pietro Maria Paolucci
Console d’Italia a Basilea