Il primo è stato Carlo Calenda a chiedere uno stop ufficiale alla campagna elettorale in atto per intervenire sul caro bollette e sul prezzo crescente del gas, un grosso problema che sta preoccupando non poco sia le imprese che le economie domestiche, che già si trovano ad avere a che fare con rincari più che raddoppiati, in alcuni casi insostenibili. La politica deve dare una risposta a tutto questo, deve trovare una soluzione imminente, per questo il governo, ancor prima della campagna elettorale, deve spendersi per questo problema che sta affliggendo tutti quanti. Infatti, l’aumento del gas e dell’elettricità non sta colpendo solo il Bel Paese, sia chiaro, ma sta facendo tremare un po’ tutta l’Europa, tanto che la questione energetica si conferma come una delle conseguenze più strettamente connesse alla situazione internazionale. “Don’t Pay Uk” è il movimento di protesta britannico che chiede al governo conservatore di intervenire entro ottobre con misure per alleviare le ricadute dei prezzi di gas ed elettricità su una popolazione già alle prese con la crisi del caro vita e l’inflazione da record. Ma ci sono delle nazioni dove pare che l’Austerity Energetica sia già una realtà poiché sono previste determinate misure per contenere la spesa energetica, come la Spagna dove da settembre i negozi dovranno spegnere le vetrine dopo una certa ora. In Austria l’illuminazione pubblica potrebbe essere limitata e i centri commerciali e i supermercati dovranno spegnere le luci esterne.
In Svizzera c’è chi suggerisce di fare scorta di candele per l’illuminazione e legna per il riscaldamento. È Werner Luginbühl, presidente della Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom), a rivelarlo su un’intervista concessa al NZZ am Sonntag, specificando che per la stagione fredda sono da prevedere interruzioni di corrente di diverse ore. In Francia, oltre alla chiusura anticipata dei centri commerciali, è stato programmato un tetto massimo di aumento al 4% sul rincaro di luce e gas. E a questa soluzione guarda subito Matteo Salvini, “abbiamo quantificato in 30 miliardi di euro l’intervento urgente e necessario per bloccare adesso gli aumenti delle bollette di luce e gas senza incorrere in sanzioni europee”, sostiene il leader della Lega che però non ha intenzione di bloccare la campagna elettorale: “non c’è bisogno di fermare la campagna elettorale come dice Calenda, perché ha capito che ha già perso”. Alla volontà di trovare rimedio all’aumento delle bollette si uniscono un po’ tutti i leader delle forze politiche in gioco: il centrodestra, il Pd, Calenda e perfino quel che resta del M5s che anzi ne rivendica l’interesse ancor prima del leader di Azione che, mentre “pensava solo alla campagna elettorale, Conte il 19 agosto su Facebook scriveva che la campagna non può nascondere queste urgenze e prospettava misure di immediato impatto su cui il M5s è pronto a confrontarsi con tutte le forze politiche”.
Una misura era stata già presa ma non rispettata: la tassazione agli extra profitti. Draghi aveva pensato di alleggerire un po’gli italiani facendo pagare alle grandi aziende una tassa pari al 25% sugli extra profitti, ma il provvedimento è stato un flop e la cifra pagata dalle grandi aziende interessate è stata di gran lunga inferiore alle aspettative del governo. Insomma quelle grandi aziende, che vivono proprio dei consumi della popolazione, non ha il minimo interesse di sostenere i propri consumatori. Così, ora che anche questo provvedimento non è andato a buon fine, a poche settimane dal voto, tutti i leader di partito chiedono ancora a Mario Draghi di intervenire, sia a livello nazionale che internazionale, e lo faccia in fretta, prima che qualcuno di loro si trovi a dover affrontare la questione scottante del rincari energetici. Lo stesso Draghi al quale molti che ora chiedono un suo intervento non hanno votato la fiducia. Se le premesse sono queste, ci attendono tempi davvero bui!
Redazione La Pagina