In un precedente articolo “Le dimissioni del signor Mario”, forse al suo tramonto politico, elenco le possibili ragioni del suo forfait improvviso e inaspettato. Il futuro premier dovrà rispettare i vincoli di Maastricht, il Trattato di Lisbona, l’Agenda 2030 e del PNRR. Non avendo la sovranità in politica estera, monetaria, energetica, ogni politica nazionale seria è impossibile. I rappresentanti del popolo lo sono soltanto nominalmente, essendo in realtà degli esecutori degli ordini di Bruxelles o Washington. Ogni sforzo populista o sovranista per liberarci da questi vincoli, sarà inutile. Da qui l’inutilità di queste elezioni farsa, utili solo a consolidare le gerarchie all’interno dei partiti per il mantenimento delle ambite poltrone. Vi è poi la stortura che non posso scegliere direttamente i miei rappresentanti, ma dare un mandato ai partiti, sperando che mettano in atto le loro promesse. Pensando al valore del voto, negli ultimi dieci anni, hanno mai governato i partiti che abbiamo votato, o vinto le elezioni? Nella giostra dei criceti, gli stessi partiti che fino a ieri governavano uniti e felici commissariati da Draghi, ora possono tornare a correre liberi, magari riscoprendo identità inconciliabili. Riproponendo una contrapposizione tra centro-destra e centro-sinistra che nemmeno nella loro propaganda o programma elettorale, irrisoria nei contenuti, riescono più a rendere credibile. In piena estate con una scadenza elettorale urgente, le opzioni “populiste” di Salvini e del M5S sedate dal governo Draghi, hanno fatto improvvisamente saltare il banco. Seppure i mezzi d’informazione politicizzati, belino una fiducia e interesse per la campagna in corso, in verità i partiti senza distinzioni si trovano a fare i conti con una credibilità verso il proprio elettorato colata ormai a picco. In fin dei conti è dal 2011 che il popolo non vede realizzarsi un consenso politico nella stanza del supposto potere, e sembra che non se ne sia fatto troppo una ragione, preoccupato com’è di sbarcare il lunario e impaurito dalle emergenze a raffica presenti o incombenti.
Ma veniamo alle elezioni annunciate. Dopo alcuni giorni con lo spread minaccioso, e le previsioni catastrofiche dei giornaloni di mezza Europa, che annunciavano l’imminente disastro, come un velociraptor Sergio Mattarella, dopo il bluff delle dimissioni non accettate di Draghi, è corso a sciogliere le Camere, lasciando il governo nelle sue funzioni, e convocando le elezioni politiche per il 25 settembre.
Requisiti del nuovo governo. Ricordando gli obblighi e la tempistica del PNRR, e del periodo difficile che non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale. In particolare, l’aumento dell’inflazione, e dall’aumento artificioso dei prezzi energetici. Stabilito ma a conoscenza di pochi questi parametri del PNRR, dovranno essere messi in pratica da un programma già fissato e immodificabile con revisioni ogni sei mesi da parte dei commisari UE. Il teatrino elettorale deve servire soltanto a stabilire chi nel puzzle delle micro e macro-formazioni politiche già presenti nel Parlamento appena sciolto, si assumerà servilmente l’incarico, di far proseguire l’Agenda 2030. Il futuro governo subirà oltre l’aumento dei tassi di interesse, uno “scudo anti-spread” che farà rivivere sotto altro nome il famigerato Mes. Tradotto: niente scostamenti di bilancio, nessuna politica sociale non garantita da tagli di spesa su altre voci e da introiti per privatizzazioni dei beni o servizi pubblici, rendendo aria fritta qualsiasi promessa elettorale.
Requisiti del nuovo governo. Ricordando gli obblighi e la tempistica del PNRR, e del periodo difficile che non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale. In particolare, l’aumento dell’inflazione, e dall’aumento artificioso dei prezzi energetici. Stabilito ma a conoscenza di pochi questi parametri del PNRR, dovranno essere messi in pratica da un programma già fissato e immodificabile con revisioni ogni sei mesi da parte dei commisari UE. Il teatrino elettorale deve servire soltanto a stabilire chi nel puzzle delle micro e macro-formazioni politiche già presenti nel Parlamento appena sciolto, si assumerà servilmente l’incarico, di far proseguire l’Agenda 2030. Il futuro governo subirà oltre l’aumento dei tassi di interesse, uno “scudo anti-spread” che farà rivivere sotto altro nome il famigerato Mes. Tradotto: niente scostamenti di bilancio, nessuna politica sociale non garantita da tagli di spesa su altre voci e da introiti per privatizzazioni dei beni o servizi pubblici, rendendo aria fritta qualsiasi promessa elettorale.
Il verbo imperante è impedire che entrino in campo altre proposte, anche confusamente “di rottura”, con idee e progetti di società radicalmente differenti, usando i seguenti strumenti:
- Tempi stretti, per mettere in piedi un programma credibile
- Obbligare i partiti emergenti a raccogliere 60mila firme in pochi giorni senza fornire spesso i moduli
- Ridotti a santuari del servilismo, gli organi d’informazione, ignorando le nuove realtà politiche
che resteranno fuori dai giochi, fuori dai sondaggi e lontane dalle poltroncine dei talk-show politici - La scheda elettorale avrà esclusivamente le formazioni vallette del sistema
- Sarà un’unica corsa tra i tre poli che di fatto pur promettendo dei cambiamenti, formeranno un unico blocco a servizio dei poteri ultra-nazionali
Le parti in causa che si presentano, sono tra loro speculari. In questo pastone, una melma informe e puzzolente, di figure patetiche in cerca di una collocazione che consenta loro di mantenere una poltrona.
Primo Polo La coalizione di cdx: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e partiti minori
Secondo Polo La coalizione di csx: Il PD si schiera con +Europa e l’alleanza di Verdi e Sinistra
Terzo polo formato da Azione e Italia Viva e altri scappati di casa
Movimento Cinque Stelle va da solo al suo declino inesorabile
Formazioni minori che potrebbero superare la soglia di sbarramento del 3%, Italexit favorita
Il loro profilo
MS5 Il suicidio del movimento grillino lascia sul terreno un 20% di elettorato deluso da un soggetto che prometteva di rivoltare l’Italia e invece si è rivelato un barcone senza timone né bussola sospinto dalle supercazzole di un improbabile comico. Sparirà dall’orizzonte dei partiti di peso, e farà da stampella alla maggioranza di turno. In fondo il loro lavoro Grillo e Casaleggio di “Gate Keeper” l’hanno svolto egregiamente. Creare un partito/movimento in grado di raccogliere il dissenso e il malcontento della gente, rielaborarlo e infine disattivarlo. Missione risuscita in pieno rafforzata dalla speranza di vedere sparire Gigino Di Maio il politicante più triste che il paese abbia mai visto scodinzolare. Poi c’è Giuseppe Conte, che la gente non riesce proprio a dimenticarselo, essendo stato colui che ha inventato il Green pass, e i DPCM settimanali, osannando la gestione Speranza nella crisi sanitaria e sostenendo il governo Draghi, (da cui era stato finestrato) fino a ieri. Manco Di Battista (che si è tirato fuori dai giochi) potrà aiutare. Tipico esempio di “Gate Keeper” appunto.
Centrodestra cerca di rifarsi una verginità politica fuori tempo massimo, dopo essere stato al governo Draghi, Conte I e le opzioni “populiste” vennero sedate. Berlusconi e Salvini stanno al gioco della Meloni, per adesso, mentre lei cerca di convincere gli alleati e i sovrani euro e americani di essere perfettamente allineata ai dettami dei colonizzatori. Una patriota che chiede il permesso di vincere le elezioni e che bussa alla porta di Palazzo Chigi. In tacito accordo con il PD la continuità di fondo tra la gestione del sistema di accoglienza dei migranti, i lager libici, i respingimenti in mare e l’attacco all’attività delle ONG, in fondo, che sono aberrazioni prodotte da Minniti e continuate, tra un rutto e l’altro, da Salvini.
Centrosinistra Il PD al governo da due legislazioni senza voto popolare, ha appoggiato, la crisi pandemica, calpestato vari diritti ai lavoratori, negando politiche favorevoli alla crisi ecologica e climatica. In prima linea nella svolta autoritaria e antidemocratica nel nostro paese. Partecipazione attiva all’escalation della guerra in Ucraina, ritorno al carbone, trivelle e tutta quanta la falsa transizione ecologica e PNRR. Insomma, il pilota automatico dell’Unione Europea a suon di condizionalità e quindi privatizzazioni e tagli a salari e stato sociale. Fa senso lo slogan elettorale: “Insieme per un’Italia democratica e progressista”. Il PD e i suoi alleati o cespugli, da alcuni ancora definiti in termini di sinistra radicale sono da anni le mosche cocchiere del neoliberalismo. Il PD chiama all’unità, all’arginare contro le destre (come se ancora ci credesse qualcuno) per salvaguardare la continuità dell’agenda Draghi!
Terzo Polo la “nuova” coalizione composta da Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda si propone come alternativa. La novità che poi c’era già con i grillini, che non contando più una cippa, si fa finta di niente. Essendo dei fuoriusciti blasonati più o meno decaduti dagli altri due poli, prevale il sospetto della necessità di fermare ad ogni costo il proprio partito di provenienza. Strano che se ne accorgano solo adesso, dopo aver avallato per anni cose decisamente discutibili. A parole, il Terzo Polo vuole il ritorno di Draghi a Palazzo Chigi e l’attuazione della sua agenda, rischiando di fare come Totò e la Fontana di Trevi. Guardando i numeri, Renzi al 2,7% vicino alla soglia di sbarramento, è mediamente tra i peggiori leader per indice di gradimento personale. Su Facebook, si rivolge direttamente ai suoi potenziali elettori: “abbiamo deciso di provarci, non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità“. Rivolgendosi ai suoi: “adesso tutti al lavoro con Carlo e gli amici di Azione per salvare l’Italia dai sovranisti e dai populisti“. Calenda cinguetta: “Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi”.
Formazioni minori o Partiti Antisistema ignorati, bistrattati e temuti con l’obbligo della raccolta delle firme, non hanno nessuna possibilità di contare qualcosa, e destianti a futuri “Gate Keeper”. Etichettati come no-vax, sovranisti, neofascisti, i barbari di Capitol Hill. Si omette che nei mesi bui pur se ignorati, sono stati gli unici a raccogliere il consenso delle persone, e riempire le piazze. Ma questi “violenti”, le botte non le davano, le prendevano. Manganellate e idranti a tutta forza, perché reclamavano il rispetto di basilari diritti costituzionali come quello al lavoro, alla dignità e libertà. Provando a tenerli lontano, fuori, i progetti politici come Italexit o Italia Sovrana e Popolare non devono essere sottoposti al vaglio del popolo. Impedire al malessere di esprimersi, vuol dire alimentarlo con la rabbia, costringerlo a scatenarsi diversamente. Molti candidati come Paragone, Toscano, Messora o Fraisese noti dalle piattaforme digitali: Byoblu, Radio Radio, Canale Italia, Casa del Sole TV, Visione TV. Oltre alla galassia dei gruppi di Telegram e altri nati dal dissenso, anche se a volte utilizzati per diffondere contenuti propagandistici estremisti online o come rifugio delle loro nevrosi. Se avessero davvero voluto proporsi come alternativa, si sarebbero uniti sotto un’unico simbolo, invece di litigare per delle bazzeccole. Credo sia stata da parte del popolo l’ultima occasione persa, di tentare di combattere il sistema dall’interno.
Conclusioni La carta Draghi fu giocata dai dominanti non solo per produrre una spinta ulteriore verso un regime tecnocratico, ma anche per provare a ridisegnare l’intero sistema politico di una Seconda repubblica che si voleva traghettare decisamente verso la Terza. Questo disegno è miseramente fallito, ed è il terzo in dieci anni. Da Monti, ad un terzo polo populista, rappresentato allora dal M5S, al fenomeno Renzi, un mix di nuovismo e di apparente efficientismo “anti-casta” che resse, fino a quando il Bomba mancò il colpaccio dello scasso costituzionale, perdendo il referendum del 2016. Vennero poi i due governi Conte, osteggiati da tutto il mainstream continentale, per arrivare al governo dei “Migliori”. Con l’Operazione Covid, è arrivata la ghiotta occasione anch’essa fallita, che i dominanti aspettavano da tempo, quella della piena rivincita sul populismo, affidata appunto a Draghi. L’attuale bipolarismo è falso. Utilizza la crisi Covid, la guerra, le bollette alle stelle e la Ue per compattare intorno a sé l’elettorato. Per evitare l’astensionismo temuto da tutti i partiti, è stato inventato in poche sedute un terzo polo, essendo l’unico a poter togliere elettorato al non voto o alle destre. Ci hanno inculcato che nel panorama politico italiano, dobbiamo scegliere da che parte stare, mentre il nemico è al di fuori dei nostri confini, e manovra sapientemente i nostri destini. Abbiamo costruito una società che, nel migliore dei casi, ci addestra alla furbizia, mai all’intelligenza, e finiamo per credere che basti sempre una mossetta capace di sbilanciare chi ci sta di fronte per passargli davanti in fila, e questo basta a pensare di aver avuto successo. Questo paese e la sua classe dirigente vanno semplicemente ricostruiti da capo.
Mario Pluchino
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1 commento
È sempre un piacere leggere l’essenza del tributo di neuroni sani determinata da un perfetto funzionamento del talamo e di tutto quant’altro ad esso collegato.
Il commento vuol’essere premiante e propositivo per i futuri articoli.
Grazie MP