Niente più petrolio e gas ai Paesi occidentali che attueranno un price cap
Vladimir Putin durante il suo intervento all’Eastern Economic Forum di Vladivostok è stato chiaro e diretto: stop alle forniture da Mosca se verrà attuato un tetto al prezzo dell’energia russa. “Ci sono obblighi contrattuali e accordi per la fornitura. Ma se vengono adottate decisioni politiche che contraddicono i contratti, noi non li rispetteremo. Non forniremo nulla se è contro i nostri interessi, in questo caso economici – ha detto il Presidente russo – Non consegneremo nulla: né gas, né petrolio, né carbone. Niente”. Lapidario e deciso ha così avvisato i Paesi europei che Mosca è pronta a chiudere i rubinetti sull’energia e ha rincarato la dose avvisando di voler imporre anche restrizioni sull’esportazione di grano e sementi ucraini verso l’Europa, interpellando perfino il presidente turco Erdogan, “dopotutto, siano stati noi a elaborare il processo di esportazione dei cereali ucraini” afferma Putin, certo di trovare appoggio in Erdogan che, dal canto suo, accusa l’Occidente di una “politica di provocazione” e che non considera questo atteggiamento “giusto” nei confronti della Russia, che “non deve essere sottostimata”.
Guerra economica?
Non con le bombe, ma in termini di ricatti si sta svolgendo la guerra che Putin ha intrapreso con i Paesi Occidentali che stanno attuando le sanzioni contro Mosca, sanzioni che per il capo del Cremlino costituiscono “una minaccia al mondo intero”. “La pandemia è stata rimpiazzata da nuove sfide globali che pongono una sfida al mondo intero. Mi riferisco alla frenesia delle sanzioni occidentali, agli aggressivi tentativi (dell’Occidente) di imporre un modello di comportamento ad altri Paesi, privandoli di sovranità e soggiogandoli al suo volere”. Ma Putin è sicuro, la Russia “non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell’Operazione speciale – riferendosi all’invasione dell’Ucraina – ma ha anzi rafforzato la propria sovranità”.
Rubinetti chiusi e il video russo
Nel frattempo Gazprom ha già interrotto completamente i flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream attribuendo dapprima la decisione a un nuovo guasto che impediva la riapertura al termine dei tre giorni di manutenzione, ma il Cremlino ha chiarito che i rubinetti non verranno riaperti fino a che non saranno eliminate le sanzioni economiche imposte dall’Ue per l’invasione dell’Ucraina. All’indomani dell’annuncio della sospensione di forniture di gas all’Europa un chiaro video titolato L’inverno sarà lungo e gelido è stato diffuso sui social da un giornalista russo di un’emittente televisiva vicina al Cremlino. Nel video si vedono le immagini del Gazprom mentre gli impianti di gas sembrano spegnersi e lasciare l’Europa (riconoscibile non solo in alcuni luoghi, ma anche dalla presenza della bandiera dell’UE) al gelo e al buio.
La risposta della UE
Il Presidente russo non fa che “ricattare l’UE”, ha affermato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sulle minacce non velate di Vladimir Putin, per questo non vale “più la pena” ascoltare ciò che dice, in questo momento “dobbiamo solo proteggerci, rinforzare la nostra posizione”. Oltre alla diversificazione degli approvvigionamenti, rivolgendosi a “fornitori affidabili” quali Usa, Norvegia, Azerbaigian, Algeria, Egitto e Israele, con cui si è ridotta l’importazione russa dal 40% al 9%, l’azione proposta dalla Presidente della Commissione UE si articola in cinque punti principali, a cominciare dal “risparmio intelligente di energia”. Per contrastare i costi alti, lavorando a stretto contatto con gli Stati membri, “proporremo un obiettivo vincolante per ridurre l’uso dell’elettricità nelle ore di picco”. Un altro punto della strategia sul tavolo della Commissione UE riguarda un tetto ai ricavi delle compagnie che producono elettricità a basso costo. Le società che producono energia da fonti rinnovabili, infatti, stanno ricavando “enormi introiti” che potrebbero essere canalizzati verso gli Stati membri, in modo che possano sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili. Il terzo punto, invece, riguarda il “contributo di solidarietà” che dovrà essere versato dalle società attive nei combustibili fossili, dagli introiti inattesi che potranno essere utilizzati per sostenere gli investimenti nella produzione di “energia pulita attraverso le rinnovabili”. Il quarto punto riguarda il sostegno di liquidità degli Stati membri per le compagnie energetiche che distribuiscono energia a cittadini e imprese, che, aggiunge von der Leyen, “devono essere sostenute per far fronte alla volatilità dei mercati”.
Infine, il punto più infastidisce il Cremlino riguarda proprio la proposta di un tetto al gas russo. “Sappiamo tutti che le nostre sanzioni stanno mordendo in profondità l’economia russa, ma l’impatto è parzialmente attutito dai ricavi provenienti dai combustibili fossili. L’obiettivo è tagliare i ricavi per la Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina”.
Redazione La Pagina