Ecco i risultati della votazione popolare di ieri
Gli svizzeri la scorsa domenica sono stati chiamati a votare sull’iniziativa sull’allevamento intensivo, sulla Riforma AVS 21 e sulla Modifica della legge federale sull’imposta preventiva.
Mentre l’iniziativa sull’allevamento intensivo, che doveva vietare quindi gli allevamenti intensivi è stata respinta con il 62,9% e anche la modifica della legge federale sull’imposta preventiva è stata bocciata con il 52% dei voti, la riforma dell’AVS è stata accettata con il 50,6% alla legge AVS21 e con il 55% al decreto AVS.
“Dal risultato si può dedurre che la popolazione ritiene che gli animali siano ben protetti e ben tenuti e che non siano necessari cambiamenti”, ha detto il Consigliere federale Alain Berset sull’iniziativa sull’allevamento intensivo.
“Il Consiglio federale si rammarica naturalmente che questa modesta riforma dell’imposta alla fonte non abbia avuto successo. È evidente che la comprensione dell’economia da parte della popolazione sta diminuendo. Con il ‘no’ di oggi, abbiamo perso l’opportunità di generare ulteriori entrate per l’erario federale. Questo è urgentemente necessario per i prossimi anni. E abbiamo perso l’occasione di rafforzare la piazza economica e finanziaria”, è stato il commento sul risultato sulla modifica della legge federale sull’imposta preventiva da parte del Consigliere federale Ueli Maurer in conferenza stampa.
“Con il risultato stretto sull’aumento dell’età pensionabile delle donne, dobbiamo certamente ascoltare bene anche la minoranza. La stabilità dell’AVS è centrale. Ma il sì di oggi non risolve i problemi. Ora dobbiamo affrontare anche la questione del secondo pilastro, è necessaria una soluzione buona”, ha detto il Consigliere federale Alain Berset sulla Riforma AVS.
Secondo l’ATS, Economiesuisse si rallegra del doppio sì scaturito dalle urne in relazione alla riforma dell’AVS. L’assicurazione sociale più importante del paese potrà così contare nei prossimi anni su una base finanziaria stabile, afferma la Federazione delle Imprese Elvetiche. “Gli ambienti economici sono però anche consapevoli che nel medio termine saranno inevitabili ulteriori riforme strutturali per stabilizzare l’AVS”, si legge in un comunicato. Questi interventi devono ora essere portati avanti rapidamente, sottolinea l’organizzazione.
Per il sindacato Unia, la riforma dell’AVS è stata approvata sulle spalle delle donne, il sindacato ora rivendica rendite più elevate e la parità salariale fra i sessi in ambito lavorativo. “A questo oltraggio le donne possono reagire in un solo modo: rafforzando la lotta a favore di stipendi e rendite uguali, nonché della parità in tutti gli ambiti”, scrive l’organizzazione in un comunicato. “Durante la campagna di voto, sembrava che per i fautori della riforma AVS 21 un ulteriore innalzamento dell’età pensionabile a 66 o 67 anni fosse fuori discussione: staremo a vedere quanto vale la loro parola!”, prosegue la nota.
Le sezioni femminili di sinistra invitano a un nuovo sciopero delle donne nel giugno 2023. “Il sì di oggi all’aumento dell’età pensionabile per le donne non è solo un grande passo indietro per l’uguaglianza, ma è uno schiaffo a tutte le donne”, hanno dichiarato le donne socialiste.
Redazione La Pagina