“Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse”. Seguendo il discorso di Orwell, vorrei offrire la mia narrazione e confronto sul senso e sulle conseguenze delle sanzioni in campo energetico per amor di pace alla Russia. Vi sono due ragioni che hanno fatto “volatizzare i prezzi” energetici. Prima i dissesti delle catene di fornitura post fine Covid lockdowns e poi le conseguenze della speculazione sui derivati alla borsa di Amsterdam, mascherate dalle sanzioni alla Russia. Il razionamento energetico invocato come per i vaccini, la panacea di tutti i mali, e i rincari delle bollette consentiranno di discriminare e impoverire i meno abbienti (noi), e quindi sarà potere oligarchico con la complicità dei governi al loro servizio. L’emergenzialismo crea speculazione finanziaria, e i governi corrotti invece di contrastarla, pensano solo di ritagliarcisi un proprio stagno per pescare nel torbido. Il solito trucchetto retorico degli Oratores (sacerdoti del pensiero unico) mediatici che seminando confusione e paura, e i Bellatores (classe dominante) fingono di avere un piano fatto di decreti aiuti bis, per i Laboratores (i precari) con estensione dei crediti d’imposta per le aziende e rateizzazione extra per le famiglie. (Fusaro docet). “There is no alternative” (TINA), recitano i nostri politici nostrani che nel periodo di marketing elettorale riescono sempre a far saltare la lancetta dello schifometro, con le loro promesse farisaiche, chiedono di riparare i danni che loro stessi hanno delegittimato. Attraverso le privatizzazioni hanno svuotato lo Stato del controllo su settori strategici come l’energia, trasporti, sanità, comunicazioni e, a breve, l’acqua. È bene ribadirlo, che le sanzioni per il loro effetto a boomerang, non sono state fatte contro la Russia ma contro i popoli europei, con eccezione di Olanda e Norvegia che ne stanno traendo grossi profitti. L’esplosione dei prezzi delle materie prime risale allo scorso anno, prima del periodo post pandemia, dello scoppio della guerra in Ucraina e delle sanzioni. Decisiva è stata la liberalizzazione dei prezzi dell’energia decisa dalla santa Unione Europea. Grazie a contratti a lunga scadenza l’Europa ha sempre ottenuto a prezzi bassi il gas Russo. Sanzionando il nostro maggior fornitore di energia, finalmente la filiera del gas naturale liquefatto (GNL) con la sua nuova logistica in versione small scale e il relativo mercanteggiamento borsistico (spot) della sua compravendita, è diventato competitivo per gli speculatori, e il suo principale fornitore gli USA. Il Ministero della Verità, narra che sui mitici mercati vi sia un confronto tra offerta e domanda di quantità effettive di materie prime. In realtà la gran parte degli scambi riguarda prodotti finanziari derivati, scambiati sulla piazza di Amsterdam, presso il mercato virtuale TTF (Title Transfer Facility). La UE segreteria di Washington, in nome della pace, a breve metterà un tetto sul prezzo del gas e del petrolio russo. La Russia a sua volta taglierà le forniture relative ai paesi che metteranno in pratica tale decisione. Geniale strategia finanziaria e mediatica, quella di puntare il dito contro il ricatto russo, sulla tempesta perfetta in arrivo. Perché gas naturale liquefatto? Ovvio per poterlo trasportare più agevolmente con le navi gasiere! Il servizio di Small Scale prevede che navi metaniere di dimensioni ridotte (da mille a 15 mila metri cubi) possano caricare il GNL direttamente presso i terminali FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) per rifornire le navi a GNL o per consegnarlo ai depositi costieri, nei porti del Mediterraneo. Un impianto di rigassificazione galleggiante è una nave lunga più di tre campi da calcio, messi in fila. La sovrastano enormi gobbe sferiche, quali serbatoi frigoriferi a forma di bomboloni, che saranno riempiti e svuotati con gas naturale mantenuto a 161 gradi sotto lo zero allo scopo di stiparne 600 metri cubi di gas aeriforme in un solo metrocubo liquido. Cingolani, tranquillizza i piombinesi di accettare con entusiasmo i rigassificatori per almeno due anni. Diamoci una risposta, preferiamo la guerra con la Russia o il Gas Esplosivo a 160 gradi sotto lo zero? Nel sito ufficiale OLT Offshore LNG Toscana viene presentato il progetto previsto per la conversione di una nave metaniera la “Golar Frost” in un terminale galleggiante di rigassificazione. Nonostante le feroci proteste nel porto di Piombino, da parte della popolazione e degli ambientalisti, aveva ottenuto lo scorso ottobre l’autorizzazione da parte del governo e d’intesa con la Regione Toscana, per il caricamento di GNL su navi metaniere di piccola taglia. In Sardegna esiste un progetto simile da parte di SNAM (infrastrutture energetiche) di costruzione del gasdotto GALS. Per Ravenna si fa sapere che lo si costruirà fuori porto a 10 km con un rischio minimo. Dal Ministero della verità nessuna conferma o smentita, e ancor meno approfondimenti da parte del servizio d’informazione pubblico.
Quanto è green il GNL? L’esecutivo, senza nessuna consultazione parlamentare, facendo leva sul caro bolletta e sulla necessità della transizione green, sembra ignorare gli altissimi costi del gas naturale liquefatto e sui danni ambientali connessi alle tecniche di estrazione. Secondo il centro studi francese Carbone 4 le emissioni di CO2 sono due volte e mezzo maggiori rispetto a quelle emesse dal gas che arriva via gasdotto, delle quali il 21% dalle fasi di liquefazione, trasporto e rigassificazione, tutti passaggi in più rispetto all’impiego diretto del gas naturale aeriforme. Oltre l’impatto catastrofico della tecnica “Fraking utilizzata per l’estrazione del gas, si aggiungono i possibili incidenti e rischi. Basti ricordare il caso della stazione di Viareggio di 13 anni fa, in cui vi erano una ventina di vagoni contenenti gas liquefatto. Moltiplicando le bettoline che si occupano di prelevare il carico delle navi gasiera e ipotizzando che ciascuna abbia una sua capacità di carico di 10 mila metri cubi (circa 3,5 bombe di Hiroshima per bettolina) ne serviranno 17 per svuotare il mostro (170 mila metri cubi) parcheggiato giorno e notte nel porto di Piombino. Un porto relativamente piccolo ma con un traffico intensissimo (i cittadini dicono no rigassificatore). E pensare che nel 2018 la commissione dell’ambiente della Camera dei deputati, insieme ad ‘altri paesi europei, aveva approvato una risoluzione che escludeva ogni tipo di attività legata al Fraking. I governi sostengono un ambientalismo/ecologismo di facciata. Il cosiddetto greenwashing altro non è che una strategia di marketing finalizzata a costruire un’immagine ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale. Sverniciando di “green” i propri prodotti e/o dei processi di lavorazione, spesso allo scopo di far abbassare l’attenzione sugli eventuali difetti del prodotto stesso o di attività tutt’altro che etiche per la realizzazione. Come l’accaparrarsi lauti compensi di risorse pubbliche, avvantaggiati dall’omertà di stampo mafioso che dilaga impunita. Le attuali rinnovabili non consentono una produzione energetica idonea a coprire il fabbisogno dell’industria, dei servizi, dell’artigianato, dei trasporti, della sanità, o i consumi civili, per discontinuità, non programmabilità e scarsa resa alla fonte. È in arrivo una nuova finestra di Overton sul nucleare, che convincerà noi glebe disperata e impoverita, con l’uso della neolingua martellante: necessaria, sostenibile, pulita, conveniente, occupazione, stabilità politica, basse emissioni CO2. Nel caso di proteste sono disponibili le parole: chiusura imprese, povertà, blackout, razionamento, rischio perdita della proprietà e altre cose inaccettabili.
Putin ricatta l’Europa? Premesso che allo stato attuale, la formazione del prezzo del gas naturale non dipende dalla reale domanda o offerta dello stesso. Non vi è scarsità di gas, avendo molti paesi sufficienti riserve e non vi è al momento nessuna interruzione o diminuzione delle forniture da parte di Mosca. La crisi è data dall’aumento determinato dal trading (acquisto e vendita di titolo finanziari) su contratti derivati (contratti a termine di una determinata quantità a un prezzo e a una data prefissati). Il gas scambiato realmente è però solo una minima parte. Il resto è opera della “mega-macchina” estrattiva di valore, fatta di scambi virtuali a mezzo di contratti future più e più volte negoziati. Si specula sul prezzo, senza alcuna consegna della materia prima alla scadenza del contratto. Soldi per fare soldi, a prescindere dai rapporti economici reali e dalla reale dimensione del mercato, avvelenando i pozzi con la narrativa della crisi bellica, provocata dal macellaio Putin. Dovremmo chiederci come le democrazie occidentali possano sostenere lo scontro con l’autocrazia russa, se non riescono a tutelare i propri cittadini contro la finanza speculativa? La politica attuale che in blocco ha votato per le sanzioni e l’invio di armi all’Ucraina, potrebbe fare molto per ricondurre la finanza ad un ruolo subordinato all’economia. Ma il neoliberismo ha annichilito la politica sostituendone i suoi rappresentanti, e rendendo il Sacro Occidente un dispositivo automatico di macchina lobbistica. Questo non escluderà conflitti interni alle oligarchie, anzi, gli scontri tra lobby d’affari sono più cruenti delle diatribe ideologiche. Vallo a spiegare a Paperino con le bollette in mano.
Usando la metafora di Paperino che prende le botte in testa, e nel ridere delle sue disavventure, il cittadino in realtà ride inconsapevolmente della propria condizione. È palese il paragone tra Paperino, personaggio che subisce ogni angheria senza mai accennare al dissenso, e l’atteggiamento assunto dai popoli negli ultimi anni. Sempre col capo chino, e costretto alle peggiori restrizioni, come i poveracci nella realtà, ricevono la loro buona dose di botte così anche lui impara ad abituarsi alle proprie. In questa società del godimento senza limiti, il papero sopravvive speranzoso ed ebete euforia che non perderà i pochi previlegi ancora rimasti.
Ma adesso ci penserà la Ducetta, che riempie di speranza il papero sfigato citando San Francesco: “Comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile e alla fine ti scoprirai a fare l’impossibile. È quello che abbiamo fatto noi”. Concludendo commossa “Questo è il tempo della responsabilità, questa una notte di orgoglio e riscatto“. Forse Paperino, non sa che la prassi abituale per ogni nuovo Premier italiano (Cominciò De Gasperi) è per prima cosa di prendere un aereo diretto a Washington? La Meloni ha fatto meglio, con passo deciso e smagliante a inizio “operazione speciale” da parte della Russia in Ucraina, si è presentata alla grande convention dei Conservatori in Florida. E mentre il pubblico dalla platea urlava “Go Giorgia!”, lei sorrideva citando gli antichi romani: “Si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace, prepara la guerra. Di facciata e dilettantistici i commenti dei giornali esteri nel dopoelezioni, che parlano di pericolo fascista ignorando, le dichiarazioni atlantiste della leader dei conservatori europei. Il papero è confuso ma tranquillo, dalle dichiarazioni della Casa Bianca che essendo le elezioni italiane affari loro e non degli elettori avvertono in stile mafioso: “Chiunque diventerà il nuovo primo ministro italiano, il presidente americano ‘‘dovrà avere una conversazione precoce e prendere le misure di quella persona”. E il rincaro delle bollette pensa ansioso Paperino, ci penserà la Ducetta? Dallo stato sovranazionale chiamato UE interessa assai poco che un governo sia quasi fascista o meno. L’importante è che si adegui alle scelte fatte da Bruxelles (sulla guerra, l’austerità, le privatizzazioni, il taglio del debito pubblico, PNNR ecc.). Oppure «abbiamo gli strumenti per ricondurlo all’ovile», risponde con gelida minacciosità Ursula von der Leyen. Mi chiedo fino a che punto il cittadino Paperino potrà resistere avendo assimilato il verbo della resilienza? Potrà la resistenza che è silenziosa, ferma, ostinata sulla propria posizione, dura come sasso, là dove la resilienza è flessibile, adattabile, fantasiosa, avere la meglio? Paperino pensa che la resistenza non fa per lui, che è dei forti, cose o uomini che siano, e si avvia da Zio Paperone per un prestito per potere pagare le bollette e il carovita non più sostenibili.
Conclusioni Stiamo andando verso un autunno molto caldo (per alcuni freddo), e giocando da mesi con il fuoco, vedo all’orizzonte, proteste sociali, desertificazione industriale e recessione. A una crisi produttiva se ne potrebbe accompagnare una finanziaria che peggiorerebbe enormemente la prima. Non dovremo scegliere fra i condizionatori e la pace ma aspettare per capire se nel nostro futuro ci sarà la recessione o una guerra mondiale. Sono convinto che se le elezioni in Italia si fossero fatte a dicembre, il quadro politico sarebbe stato completamente diverso, per un semplice motivo. Perché a fine settembre arrivano le bollette che segneranno ciò che sarà l’inizio dell’autunno. Di conseguenza le forze politiche antisistema si sarebbero potuto organizzare e proporre meglio, e vi lascio pensare chi avrebbe votato il cittadino. Nel prossimo intervento mi occuperò dei beneficiari, dell’ennesima emergenza e del programma del nuovo governo, che chiamarlo nuovo sembra un eufemismo.
Mario Pluchino
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