Il campionato 2022 si avvia alle sue batture finali, e rinnova conferme più che sorprese. Al Circuit of the Americas di Austin, in Texas, lo US Grand Prix è stato vinto dal solito Verstappen, ma che stavolta regala alla Red Bull la conferma matematica della vittoria anche nel campionato iridato costruttori. Come nelle previsioni, sulla linea del traguardo ritroviamo i protagonisti della stagione in corso: al secondo posto Lewis Hamilton, terzo Leclerc, quarto Perez, quinto George Russell.
E allora perché attendere i 56 giri di pista regolamentari per confermare ai media che tutto sommato in nomi sono sempre gli stessi? Perché nel frattempo sul nastro asfaltato di Austin è successo di tutto. Già a poche centinaia di metri dalla partenza Carlos Sainz di Ferrari, vittima del suo agonismo, entra in collisione con la Mercedes di Russell che lo precede. Risultato: testacoda ed immediato ritiro dello spagnolo della Ferrari, che così spreca la preziosissima pole position che si era aggiudicato nelle qualifiche. Ad approfittarne è l’onnipresente Verstappen, che si porta in testa, mentre resta solo Leclerc a soddisfare le ambizioni del team di Maranello. Altre novità non tardano ad arrivare. Al 18° giro Bottas di Alfa Romeo Racing esce di pista ed è costretto al ritiro. I commissari di gara attivano la safety car, dietro cui si allineano i piloti nelle posizioni raggiunte. La corsa riprende fino al 22° giro, quando una collisione tra Stroll di Aston Martin ed Alonso di Alpine Renault impone ai piloti di tornare a rispettare la safety car, nuovamente inviata sul nastro di asfaltato texano. Tornati al normale regime di gara, Leclerc supera Perez e si riporta al 3° posto, confermando una rimonta dalla dodicesima posizione impostagli alla starting grid dopo una penalizzazione per aver cambiato il motore della sua Ferrari. La gara riprende, ma riprendono anche gli imprevisti: al 36° giro, entrato ai box, Verstappen torna in gara con un ritardo di ben 16 secondi perché i meccanici non riescono a fissare i bulloni delle gomme che ha sostituito. È un errore che porta il pilota olandese a scivolare dalla prima alla sesta posizione e lo costringe a riconquistare una prima posizione che ormai sentiva già definitivamente acquisita.
E torniamo ad una delle tante conferme che vi abbiamo annunciato. Al 39° giro, la Ferrari di Leclerc viene infatti superata dalla Red Bull di Verstappen, a dimostrazione che nel confronto diretto le monoposto blu campioni del mondo sono più veloci delle rosse di Maranello.
Al 56° giro il duello si ripete ma stavolta con Hamilton: anche la sua Mercedes deve arrendersi alla supremazia meccanica della Red Bull del rivale. Con la gara di Austin, Verstappen registra la sua 13a vittoria nelle 19 gare sinora disputate, e si porta a 33 vittorie in carriera, superando il record di Alonso, fermo a quota 32. La superiorità agonistica di Verstappen e del suo team è confermata da un altro dato statistico: il pilota olandese sinora è riuscito a salire sul podio nel 60% delle gare che ha disputato. A tre gare dal termine, in entrambe le rispettive categorie le graduatorie iridate hanno già matematicamente assegnato il titolo alla Red Bull e Verstappen. Dopo la gara di Austin, capofila della classifica piloti si conferma Verstappen a 391 punti, seguito da Leclerc con 267, e Perez a 265.
La Red Bull invece guida la graduatoria costruttori con 656 punti, seguita dalle rosse di Maranello con 469 che, salvo imprevisti, potrebbero chiudere il campionato mondiale ad un secondo posto tutt’altro che disprezzabile, preso atto della evidente superiorità delle avversarie.
Alle ultime informazioni disponibili, entrambe queste classifiche mondiali non dovrebbero cambiare a seguito della decisione della Federazione Automobilistica Internazionale-FIA, che deve ancora decidere la penalità da applicare al team Red Bull sospettato di avere superato i limiti del budget di spesa assegnatogli ad inizio stagione.
Sembra infatti che la FIA sia orientata ad emettere una sanzione pecuniaria. Si tratta di una decisone che, per quanto tardiva, tuttavia appare ragionevole dato l’evidente predominio tecnico e meccanico della scuderia Red Bull, manifestato più volte nel corso della stagione a confermato anche al Grand Prix di Austin dal team anglo-austriaco che, pur celebrando le vittorie iridate, in questi giorni purtroppo ha annunciato la scomparsa del suo fondatore Dietrich Mateschitz, ricordato anche in un comunicato ufficiale da Stefano Domenicali, amministratore delegato e presidente della Formula 1.
di Andreas Grandi
Foto: FIA & teams media