Non si placano le proteste per le strade iraniane iniziate dalla morte della giovane Mahsa Amini
Mentre sui social impazza la foto divenuta simbolo delle proteste che accendono le strade iraniane, continua la repressione e morte. Nella foto due giovani si baciano in pubblico al centro di una strada trafficata di Shiraz. Lei, senza velo, è stretta da lui tra le macchine incolonnate, sfidano l’oppressione in nome della voglia di libertà contro la falsa morale che caratterizza il governo di Teheran.
Sono ormai tre mesi di protesta in atto dopo la morte della giovane Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale iraniana per aver indossato in maniera scorretta il velo islamico. L’evento sconvolse l’opinione pubblica e accese una serie di proteste che da allora non si sono più fermate, nonostante la durissima repressione da parte del governo. Il bilancio che ci giungono da questi mesi di proteste sono sconvolgenti: secondo le stime fornite dall’Ong per i diritti umani Iran Human Rights si contano almeno 342 persone uccise, tra queste 43 sono bambini. Mentre l’Onu stima che circa 14mila manifestanti siano stati arrestati. Nonostante la repressione proseguono gli scioperi nei mercati e le proteste nelle università.
Oltre alle dimostrazioni per Mahsa, sono in corso le proteste per commemorare le oltre 1500 persone morte nel novembre 2019, nella repressione nota come “Novembre di sangue”, innescata dall’aumento del prezzo del carburante. Secondo Teheran, Israele e l’Occidente stanno cercando di fomentare la guerra civile nella Repubblica islamica.
Redazione La Pagina