La sentenza è giunta questa mattina dalla Corte Suprema dell’Iran e l’uomo è stato impiccato subito dopo
La notizia sta facendo il giro del mondo: in Iran è stato giustiziato un manifestante. Si tratta della prima sentenza di morte eseguita dopo che l’uomo è stato giudicato colpevole per essere un “rivoltoso”. A dare la notizia la magistratura della Repubblica islamica e la nota è stata diffusa tramite la Bbs Persia. Mohsen Shekari, questo il nome del manifestante, è stato arrestato durante una manifestazione del 25 settembre, quando bloccò una strada principale a Teheran e ferì con un coltello un membro delle forze paramilitari Basij. La magistratura ha detto che l’udienza si è tenuta il 10 novembre e l’imputato ha confessato le sue accuse. Shekari è stato impiccato dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di “inimicizia contro Dio”, hanno riferito i media statali, citati dalla Bbc.
Le autorità iraniane hanno rigettato il ricorso dell’avvocato del prigioniero, ritenendo che “non sia né valido né giustificato”. Shekari, secondo le autorità, si è reso colpevole di “crimini di guerra” bloccando la strada, minacciando con le armi e affrontando gli agenti.
La sentenza è giunta dalla Corte Suprema dell’Iran stamattina e hanno provveduto subito all’esecuzione. Secondo quanto si apprende, i magistrati si sono basati su presunte dichiarazioni di testimoni dell’accaduto, i quali avrebbero assicurato che i presenti erano molto spaventati dalla presenza del manifestante armato.
La notizia ha destato sgomento, Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a “rapide conseguenze pratiche a livello internazionale”.
Attualmente in Iran ci sono anche altre 11 persone condannate a lunghe pene detentive. Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, sono invece oltre 30 le persone che rischiano la stessa fine. “Avevamo messo in guardia che in Iran, insieme ai morti nelle strade, ci sarebbero stati morti sul patibolo. Un’altra trentina rischiano l’impiccagione. Cosa attende la comunità internazionale, compreso il governo italiano, a esprimere il massimo della protesta?” ha affermato Noury.
Redazione La Pagina