Non è stato un inizio del nuovo anno così rilassato come si potrebbe desiderare, siamo stati tutti scossi dalle varie situazioni, a livello mondiale, che ci fanno guardare al futuro con molta preoccupazione. Non cessa il dibattito sul carovita, continuano le esecuzioni in piazza dei manifestanti in Iran per le quali non mancano le proteste pubbliche e i movimenti di supporto contro tali barbarie, anche se non sembra che diano grandi risultati, per lo meno permettono di tenere viva l’attenzione a questi argomenti. La guerra tra Russia e Ucraina continua impietosa e non sembra mostrare alcuna intenzione di giungere alla tanto agognata pace. Ma a sconvolgere l’opinione pubblica nelle ultime ore è stato l’assalto ai palazzi del potere di Brasilia da parte di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
Come sappiamo, in Brasile vi è attualmente al potere Luiz Inacio Lula da Silva, vincitore di regolari elezioni mai riconosciuto dal presidente uscente Bolsonaro. L’evento riporta nell’immediato a quello che successe esattamente due anni fa a Capitol Hill di Washington da parte dei sostenitori dell’allora ex presidente Trump, che non aveva riconosciuto la legittimità del presidente eletto Biden. Si tratta di un paragone un po’ azzardato, quello del Brasile con gli USA, ma c’è qualcosa che li accomuna assolutamente: una minaccia concreta alla democrazia. E tutti se ne stanno rendendo conto, tanto che insieme alla solidarietà per il presidente Lula, si invoca al rispetto per la democrazia e per i diritti. I contestatori, che siano quelli che hanno assaltato il parlamento di Brasilia o quelli di Capitol Hill, hanno in comune l’uso dell’atteggiamento sovversivo di chi non accetta un risultato legittimamente raggiunto alle urne, ovvero che non accetta la libera scelta della maggioranza degli elettori.
Per fortuna la condanna da parte di tutto il mondo giunge forte e coesa, a cominciare dai principali interessati, Lula in prima linea ha definito l’attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche e ha anche assicurato che i “terroristi” che hanno preso parte all’assalto saranno “puniti in modo esemplare”. Ma anche Bolsonaro, ripetendo perfettamente il copione americano, ha condannato quanto accaduto, sostenendo le manifestazioni pacifiche, mentre “le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto respingendo tutte le accuse a suo carico, proprio come fece già Trump. Per non parlare di come le forze dell’ordine spesso si trovano a sottovalutare delle sommosse così pericolose (ricordiamo l’assalto alla sede Cgil a Roma nel 2021 che secondo un rapporto della Digos fu conseguenza degli errori delle forze degli ordini). Gli eventi che si susseguono e che, in questo caso, si ripetono, non possono che essere un assordante campanello d’allarme che indica quanto diritti e democrazia siano fortemente a rischio. Siamo all’inizio del nuovo anno, anzi siamo “solo” all’inizio e gli auspici non sembrano essere dei migliori.
Redazione La Pagina