Mai smettere di celebrare la giornata della memoria: la Shoah non deve cadere nell’oblio!
“Il pericolo dell’oblio c’è sempre”, lo afferma la senatrice a vita Liliana Segre intervenendo alla presentazione delle iniziative promosse a Milano in vista del 27 gennaio, in cui si celebra la Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Liliana Segre ha questa paura, dopo tutte quelle che ha superato, insieme alle brutture della Shoah che ha vissuto sulla sua pelle: ha paura che l’Olocausto sia dimenticato. “So cosa dice la gente del Giorno della Memoria. La gente già da anni dice, ‘basta con questi ebrei, che cosa noiosa!’” osserva amaramente la Senatrice e forse non a torto. Molti dicono semplicemente che la Shoah, l’olocausto, il nazifascismo, il razzismo e tutti questi concetti appartengono al passato e li relegano a situazioni, condizioni e contesti che, a detta loro, non potranno più ripresentarsi.
Ma è proprio così?
Già il fatto che la storia tragica di un popolo, subita non solo da loro ma da diverse categorie sociali, voglia essere messa – appunto relegata – nel passato, prendendo le distanze, quasi issando un muro, non significa proprio ripetere ancora una volta una stessa violenza? Mettere la storia degli ebrei nell’oblio riporta fortemente l’immagine degli ebrei che venivano relegati nei campi di concentramento, oltre cancelli di ferro, oltre alte fortificazioni, oltre i fili spinati, per non vederli, per prendere le distanze da loro, sperando di affidare un popolo intero all’oblio. Questo non vuole dire ripetere ancora una volta una violenza ai danni di quelle stesse persone e di tutte quelle che in questo momento subiscono violenze e oppressioni? Pensiamo a quello che sta succedendo in Iran, parlando di attualità, dove i giovani che provano a ribellarsi alle oppressioni di una dittatura vengono appesi al cappio in nome di una infame “giustizia”. Non accade qui, come succedeva ai tempi della Shoah, che libertà e i diritti fondamentali sono fortemente negati? Oppure, possiamo oggi affermare che non esistono più lager nel mondo di fronte alle testimonianze che ci giungono dalla Libia? E che dire dell’indifferenza più atroce, velata in perbenismo, quando si dice che bisogna aiutarli a casa loro e si chiudono i porti?
La triste verità è che continuano ad accadere cose terribili e l’ignoranza e il disinteresse verso la storia passata e presente ci fa sentire più sicuri nelle nostre comfort zone piuttosto che prendere coscienza e conoscenza di quanto orrore è esistito e ancora esiste attorno a noi.
Per questo il presentimento di Segre, purtroppo, può essere condivisibile e tutto lascia pensare che la vicenda dell’Olocausto rischi di finire del dimenticatoio, per colpa di tutte quelle voci senza vergogna né umanità che dicono “basta con questi ebrei”.
“Quando uno vecchio come me, che ha visto prima l’orrore, e poi arriva a sentire che si nega addirittura quel che è stato, la coscienza si sveglia. Dopo che sei stato silenzioso, ammalato, non capito, a un certo punto succede che non si sia mai contenti, che si diventi pessimista. E che si ritenga che, fra qualche anno, della Shoah ci sarà una riga sui libri di storia, e poi nemmeno quella”, è il triste pensiero di Liliana Segre, ma proprio per questo sono necessarie le testimonianze di chi, come la Senatrice, ha vissuto quella violenza indicibile. Bisogna risvegliare e scuotere la coscienza di tutti, continuare a creare eventi per avvicinare i giovani a queste realtà, parlarne sempre, scriverne di più e soprattutto non smettere mai di celebrare la “Giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto”.
Redazione La Pagina