Dopo 12 mesi ci si chiede se sia ancora possibile immaginare una fine diplomatica per un conflitto di questa portata
Un anno fa il mondo si è svegliato con una guerra che tutti ipotizzavano, ma nella quale nessuno credeva realmente. Come è possibile nel 2023 concepire una guerra di tale portata? E invece, nello stupore di tutti, è scoppiata davvero un terribile conflitto e ancora oggi, dopo un anno di stragi, devastazioni, bombardamenti, fughe di civili, immagini spaventose di morte e sofferenza, rimaniamo quasi increduli di fronte quello che sta succedendo. Nel delicato momento mondiale post pandemico, quando ancora gran parte della popolazione è memore della devastazione che fu l’ultima guerra mondiale, ci troviamo a temere il peggior scenario possibile e i nostri timori sembrano concretizzarsi giorno per giorno per via dell’escalation della guerra Russa contro l’Ucraina, ma anche per tutte le parti che più o meno trasversalmente sono coinvolte: l’Europa, l’Occidente, la Nato, l’America.
12 mesi di guerra
La Russia pensava di risolvere la propria “missione speciale” in qualche settimana, ma i piani sono miserevolmente falliti, tanto che la missione di Putin è diventato un conflitto terribile che dura un anno. Ad oggi l’idea più chiara è che l’invasione di Putin sia una vera e propria aggressione a cui però il popolo Ucraino non ha voluto piegarsi al costo di morire in nome della libertà e della democrazia. Alcuni tentativi di costruire tavoli diplomatici si sono rivelati delle mere farse, tutto è rimasto invariato: la Russia non cessa gli attacchi per la propria “missione”, né tanto meno l’Ucraina ha intenzione di arrendersi.
Le sanzioni alla Russia da parte dell’Occidente e l’invio delle armi all’Ucraina da parte dell’Europa e dell’America, hanno permesso che questo conflitto si protraesse per 12 mesi, ma senza sarebbe stata la fine dell’Ucraina e, nello stesso tempo, dell’idea di democrazia e di stato sovrano e una perenne minaccia incomberebbe su tutti gli equilibri già fragili dei nostri tempi. Dopo 12 mesi, dunque, è ancora possibile immaginare una fine diplomatica per un conflitto di questa portata?
Il 2023 sarà l’anno della vittoria?
“Il 24 febbraio 2022 milioni di noi hanno fatto una scelta: non una bandiera bianca ma una blu e gialla. Non fuggire, ma affrontare. Resistendo e combattendo. È stato un anno di dolore, di lacrime, di fede e di unità. E durante quest’anno siamo rimasti invincibili. E sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria!”. Così esordisce il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky per l’anniversario dell’invasione russa del suo Paese. Il presidente ucraino è reduce di importanti incontri diplomatici, tra cui quello con la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Durante la conferenza stampa tenuta a Kiev, la Presidente italiana ha ribadito l’appoggio incontrastato del nostro Paese all’Ucraina: “Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia di fronte all’aggressione Russa, l’Italia non intende tentennare e non lo farà – ha affermato Meloni – L’Italia darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni di un negoziato, ma fino ad allora darà ogni genere di supporto militare, finanziario, civile. Chi sostiene anche militarmente l’Ucraina è chi lavora per la pace”.
E prima di Giorgia Meloni, Zelensky ha ricevuto anche la visita del presidente Joe Biden che ha confermato il sostegno dell’America alla causa Ucraina e l’invio di un cospicuo aiuto finanziario.
Il sostegno da parte dell’Unione Europea
“Siamo fermamente al fianco dell’Ucraina, determinati come sempre: per sostenere l’Ucraina finanziariamente, economicamente e militarmente. I nostri Stati membri stanno consegnano equipaggiamenti militari” afferma la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando in Estonia. Un pieno sostegno viene ribadito dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel commentando questo anno: “Oggi è un anniversario buio. Per l’Ucraina. Per l’Europa. E per il mondo. Per un anno la Russia ha mosso guerra all’Ucraina. E per un anno l’Ucraina ha reagito con coraggio. Un’Ucraina libera e indipendente è un’Europa libera e indipendente. L’Ucraina prevarrà”.
Il tweet del presidente francese, Emmanuel Macron, a un anno dall’invasione russa dall’Ucraina non lascia dubbi “Ucraini, ucraine, la Francia resta al vostro fianco. Alla solidarietà, alla vittoria e alla pace”.
Quanto c’è di vero del piano di pace a 12 punti della Cina?
Nel primo anniversario dell’invasione russa a Kiev, la Cina interviene con la pubblicazione di un testo diffuso dal ministero degli Esteri che figura come “piano di pace” o un’offerta di mediazione per giungere ad un accordo tra le due parti in ben 12 punti precisi. Tra questi, oltre al rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite, si incita al dialogo, al cessate il fuoco, al no all’uso delle armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche a uso civile, mettendo in chiaro la “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”.
È la Nato, però, a mettere in dubbio la posizione di Pechino affermando che “La Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e ha firmato qualche tempo prima dell’invasione russa un accordo per una partnership senza limiti con Mosca”, come ha spiegato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una conferenza stampa da Tallin.
Ormai ogni tentativo diplomatico per il raggiungimento della pace sembra quasi impossibile.
Redazione La Pagina