Incontro bilaterale della Premier italiana con Macron
È ufficialmente iniziato giovedì 23 marzo l’atteso Consiglio Ue a Bruxelles durante il quale è stato definito l’obiettivo principale del vertice nel riuscire a trovare una linea comune per affrontare le grandi sfide che interessano l’Europa entro la fine dell’anno.
Gli occhi sono puntati soprattutto sui temi caldi in prima linea quello della migrazione.
“Dobbiamo incrementare il numero di ingressi regolari di lavoratori dai Paesi terzi” ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen confermando un approccio favorevole ad un incremento del numero di ingressi regolari di lavoratori dai Paesi terzi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mostrando una ferma convinzione che per trovare una soluzione serve un’azione unica con l’Europa, durante il suo intervento ha evidenziato che occorrono azioni rapide e concrete per evitare una situazione in cui le organizzazioni criminali controllano i traffici umani sulle rotte del Mediterraneo; ha inoltre chiesto il rafforzamento dell’attività Sar; e soprattutto l’avanzamento del lavoro sui rimpatri. Meloni, durante il summit, ha evidenziato che “se la Tunisia crolla del tutto si rischia una catastrofe umanità, con 900mila rifugiati”. Nel frattempo, ha spiegato Meloni, in Italia sono triplicati rispetto al 2022, per cui “se questo trend continuerà, questa estate la situazione sarà fuori controllo”.
Nelle conclusioni del vertice Ue si legge che sui progressi nell’attuazione delle sue conclusioni del 9 febbraio 2023 sull’immigrazione “il Consiglio europeo chiede una rapida attuazione di tutti i punti concordati. Esaminerà l’attuazione a giugno” tendo in considerazione che il fenomeno della migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in conferenza stampa ha confermato che nel prossimo incontro di giugno, non sarà riaperto alcun dibattito sulla questione ma “ci sarà un punto sullo stato dell’arte” e si dovranno “monitorare i progressi”.
Ucraina: fermo sostegno dell’Ue
Tra gli argomenti principali toccati durante il vertice vi è certamente anche il sostegno all’Ucraina adottando le conclusioni secondo cui “il Consiglio Europeo accoglie con favore l’accordo raggiunto in sede di Consiglio per la consegna urgente all’Ucraina di munizioni terra-terra e di artiglieria e, se richiesto, di missili”. Una volta ribadita ancora la ferma condanna del Consiglio europeo della guerra della Russia contro l’Ucraina, riconosciuta come “una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite”, il Consiglio ribadisce altresì il “fermo sostegno dell’Unione europea all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti e al suo diritto intrinseco di autodifesa contro l’aggressione russa” e “alla formula della pace del presidente Zelenskyj. L’Unione europea continuerà a lavorare con l’Ucraina sul piano di pace in 10 punti”. Nel documento si esorta la Russia a “fermare la sua aggressione e ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari e delegati dall’intero territorio dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale”.
Un argomento a sé è stata la situazione dei bambini ucraini deportati in Russia. “In tale contesto, il Consiglio europeo prende atto dei mandati d’arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente della Russia e del suo commissario per i diritti dei minori, per il crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegali di bambini ucraini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”, si legge ancora nelle conclusioni del Consiglio europeo
Incontro Meloni-Macron
Durante la prima giornata del Consiglio europeo, sono stati trattati anche i temi del piano Net Zero, del Patto di Stabilità e dell’energia che ha avuto anche grande spazio durante il summit bilaterale Meloni-Macron, avvenuto in un albergo del centro storico di Bruxelles, senza i rispettivi staff. Quello che è stato definito l’incontro del “disgelo” tra Italia e Francia, è durato circa 100 minuti durante il quale Giorgia Meloni e Emmanuel Macron hanno discusso sulle “opportunità di cooperazione” anche su industria, spazio e decarbonizzazione. In modo particolare Macron spinge sull’argomento delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica che per Parigi è essenziale. Su questo aspetto può esserci collaborazione ma se la Francia, in cambio, dà una mano all’Italia, in primo luogo sul fronte migranti.
In questo momento è in atto la seconda giornata del Consiglio europeo durante il quale gli occhi sono puntati in modo particolare sugli aiuti all’Ucraina, la questione migranti, l’economia, la crisi energetica.
Redazione La Pagina