La mamma è come il sole, ci illumina le giornate, ci dà vita e sostentamento. Come è confortevole il ricordo del bacio della mamma sulla bua di un bimbo, proprio come il tepore di un raggio di sole. Ma da “mamma sole” a “mamme da sole” il passo è breve, brevissimo. Quante mamme devono affrontare da sole il duro e gravoso compito di crescere la propria creatura? Quante mamme da sole sbagliano, a volte irrimediabilmente? Quante mamme da sole devono sostenere il peso dei giudizi, dei confronti, della condanna altrui? Tempo fa abbiamo assistito alla storia del piccolo Enea e della sua mamma che ha scelto di lasciarlo nella culla per la vita del Policlinico di Milano. Quante critiche e giudizi ha dovuto sopportare questa mamma insieme al dolore di doversi separare dal bimbo! In questi giorni è accaduto nuovamente, un’altra mamma ha deciso di lasciare la sua piccola appena nata nella culla della Croce Rossa di Bergamo. Nel tardo pomeriggio del tre maggio scorso il campanello della culla ha suonato, non una ma due volte. Una per annunciare la presenza della piccola Noemi, questo il nome scelto dai sanitari che l’hanno soccorsa, l’altro per lasciare una lettera dove ha spiegato il motivo della sua scelta. “Nata stamattina, 3/5/2023, a casa. Solo io e lei come in questi nove mesi. Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre dalla mamma. Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai”. Il suo è stato il gesto di una mamma sola, che altro non può fare. È questo il problema principale, spesso le mamme sono lasciate da sole e senza possibilità di sbagliare nel proprio ruolo di mamma dove si deve essere impeccabili, amorevoli, severe al punto giusto e dedite a stravolgere la propria persona e la propria vita per i figli, grazie ai doni infallibili dell’istinto materno, che non ammette errori e incertezze, per le quali sono irrimediabilmente soggette a critiche e giudizi gratuiti. È questa la narrativa sulla maternità che ci hanno propinato da anni, ma è una retorica dove viene esclusa quasi totalmente la mamma come persona, fatta come tutti di bisogni e debolezze, di aspirazioni e ambizioni. Una mamma non dovrebbe mai essere lasciata sola, non solo nel momento delicato della gravidanza e della nascita, ma anche nella crescita e nei momenti più importanti della vita. Una mamma dovrebbe essere affiancata sempre, dal papà, dal partner, dalla famiglia, dalla collettività, dalle istituzioni, perché una mamma mette al mondo un individuo che farà parte della società!
Dovremmo avere un mondo di mamme sole che ci illuminano e mai mamme da sole!
Tra una settimana ricorre la “festa della mamma”, che dal 2000 ricorre la seconda domenica di maggio, quest’anno ricade giorno 14. Un tempo la festa della mamma era l’8 maggio, ovvero oggi, come è rimasto nei paesi Balcanici, mentre in alcuni Paesi – Spagna e Portogallo – ricade sempre la prima domenica di maggio. Addirittura, in molti Paesi arabi coincide con il giorno dell’equinozio di primavera, approssimativamente tra il 20 e il 21 marzo… ma questa confusione di date è certamente ragionevole: non ci basta una giornata per celebrare la mamma!
Redazione La Pagina