A Dietikon, nelle vicinanze di Zurigo, si è tenuta la Festa della Liberazione, organizzata dal Circolo Culturale “S. Pertini”.
Sono intervenuti gli onorevoli Toni Ricciardi e Marco Zacchera, l’Avv. Sara Botti, il segretario del CGIE Michele Schiavone, il presidente del Comites Gerardo Petta e il presidente del suddetto Circolo Culturale, Mario Pingitore.
È stato un confronto costruttivo, democratico in cui si sono confrontati, tra l’altro, esponenti di sinistra e di destra sul significato storico del 25 aprile, sottolineando che la liberazione dell’Italia dal nazifascismo oltre a rendere omaggio, in primo luogo, ai comunisti, che hanno dato il più grande contributo di sangue, non bisogna,tuttavia, dimenticare che a combattere contro il nazifascismo sono stati anche i cattolici, i liberali, i repubblicani, i monarchici e, non ultimi, i militari del Regio Esercito.
Inoltre, un tributo di riconoscenza deve andare agli anglo-americani, di cui solitamente ci si dimentica, per convenienza politica, e a cui si deve la liberazione dell’Italia dalla dittatura.
Tutti sono stati d’accordo che questa festività deve essere considerata di tutti gli italiani e rappresenta la riconquista della libertà da parte del popolo italiano.
Di conseguenza, è necessario evitare le inutili polemiche sul 25 aprile, soprattutto quando al governo c’è un governo di centrodestra.
Infine, ritengo interessante la proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio che vorrebbe una festa del 25 aprile da celebrare in tutta Europa, perché la Resistenza all’invasione nazifascista non fu soltanto italiana, ma coinvolse tanti paesi europei.
Il 25 aprile dovrebbe essere, quindi, un giorno di festa e di unità nazionale e portarci a una visione comune, soprattutto in funzione dei nostri giovani, altrimenti l’Italia apparirà più debole all’estero e al suo interno.
Maurizio Raviola