Grazie a questa ratifica la Svizzera verrà eliminata dalla lista nera dei paradisi fiscali
Cambiamenti in vista per i cosiddetti “nuovi frontalieri”, ovvero tutti i lavoratori italiani assunti sul territorio elvetico dopo l’entrata in vigore dell’intesa dell’Accordo tra Italia e Svizzera sulle doppie imposizione dei lavoratori transfrontalieri.
Proprio nella giornata di ieri, 31 maggio 2023, è stata approvata dall’Aula al Senato con 120 voti favorevoli il ddl per la ratifica dell’Accordo e del Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni e per regolare le questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. Con l’approvazione di tale ratifica la Svizzera sarà stralciata dalla lista nera dei paradisi fiscali.
Il nuovo accordo sostituirà quello del 1974 ed era stato proposto a Roma in seguito all’incontro del 20 aprile tra la ministra delle finanze svizzera Karin Keller-Sutter e il suo omologo italiano Giancarlo Giorgetti. Già il primo marzo dello scorso anno la Svizzera aveva approvato il nuovo accordo, ma l’iter per l’approvazione ha subito ritardi dall’Italia.
Grazie alla nuova intesa la Svizzera tratterrà l’80% dell’imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio. Nello stesso tempo, questa categoria sarà tassata in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata relativamente alle imposte prelevate nell’altro Stato.
Le disposizioni dell’accordo dell’accordo Italia-Svizzera sui frontalieri prevedono anche il principio di reciprocità: ovvero non regolerà solo il trattamento degli italiani che lavorano in Svizzera, ma adesso anche degli svizzeri che lavorano in territorio italiano.
Il ddl inerente all’Accordo tra Italia e Svizzera sulle doppie imposizione dei lavoratori transfrontalieri mette d’accordo tutta la politica italiana, opposizione e maggioranza.
“Bene l’approvazione definitiva del ddl di ratifica degli accordi Italia-Svizzera. Con questo voto abbiamo una definizione chiara delle aree di frontiera e tutele per i lavoratori, come l’aumento della Naspi erogata sul parametro svizzero e l’utilizzo di un fondo per erogare assegni integrativi dello stipendio dei lavoratori nei territori italiani di confine. Rendendo più attrattive dal punto di vista salariale queste aree, scongiuriamo la desertificazione e poniamo le basi per un serio riequilibrio e, in prospettiva, sviluppo dei territori lombardi e piemontesi di confine con la Svizzera”, dichiarano in una nota i parlamentari lombardi della Lega.
Anche dal Pd arriva la soddisfazione per il nuovo accordo considerato “un grande risultato, che ci rende particolarmente soddisfatti”, come afferma Alessandro Alfieri, vice presidente vicario dei senatori democratici. Alfieri definisce l’accordo di ratifica “un lavoro importante, che si chiude dopo due anni e mezzo, fatto con gli amministratori locali e tante realtà territoriali a partire dalle forze sociali” soprattutto per il fatto che “il provvedimento riconosca per la prima volta una specificità delle fasce di confine entro i venti chilometri”.
In una nota da parte del senatore e relatore del provvedimento Luigi Spagnolli e la Presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger, esprimo compiacimento per l’accordo grazie al quale “vengono eliminate ai lavoratori transfrontalieri le doppie imposizioni sugli stipendi e altre remunerazioni analoghe. A beneficiarne saranno circa 73 mila lavoratori, tra cui circa mille, residenti soprattutto in Val Venosta, che ogni giorno dalla Provincia di Bolzano raggiungono la Svizzera per andare a lavorare”.
La soddisfazione è altresì espressa anche da FdI con la vicepresidente dei senatori di partito Antonella Zedda, la quale spera che “azioni similari vengano intraprese anche con Paesi come Francia e Principato di Monaco, dove sono oggi presenti iniquità fiscali per i lavoratori frontalieri”.
Redazione La Pagina