Il 14 giugno è ormai una tappa fissa per chi si batte contro le discriminazioni e, in modo particolare, le disparità che colpiscono le donne nel mondo del lavoro.
Quello che viene chiesto dalle lavoratrici svizzere è una maggiore uguaglianza secondo un programma ben spiegato sul sito ufficiale (www.14giugno.ch) che contiene tre punti fondamentali secondo i quali le lavoratrici reclamano:
– Una maggiore valorizzazione del lavoro femminile con un salario equiparato ai colleghi, minimo salariale e rendite dignitose senza innalzamento dell’età di pensionamento;
– Una maggiore attenzione al lavoro di accudimento, spesso sulle spalle delle donne, con piani di lavoro compatibili con le esigenze familiari, orari di lavoro ridotto e un servizio pubblico , finanziato dallo stato, per la custodia extrafamiliare dei figli;
– Una maggiore attenzione ai problemi di sessismo sul posto di lavoro: sanzioni più dure per chi non rispetta le donne!
Così, sotto il motto ufficiale “Rispetto, più salario, più tempo”, anche quest’anno le lavoratrici e chiunque sia contro le discriminazioni sul lavoro si danno appuntamento in piazza per prendere parte al grande sciopero. In una nota diffusa dalla Direzione della giustizia e degli affari interni e dal Dipartimento presidenziale della città di Zurigo si legge un invito alla partecipazione a questa importante giornata: “Il 14 giugno è giunto il momento per la terza volta: decine di migliaia di persone seguiranno l’appello di un’ampia alleanza politica e scenderanno in piazza per una maggiore uguaglianza. Da un lato, questa occasione è motivo di festa: negli ultimi anni e decenni, abbiamo potuto compiere importanti progressi in termini di uguaglianza. D’altra parte, la giornata è un invito: c’è ancora molto da fare, perché la vera parità è ben lungi dall’essere raggiunta. L’impegno contro la discriminazione, il sessismo e la violenza rimane di fondamentale importanza. L’uguaglianza esiste solo senza violenza. La violenza di genere riguarda tutti. Ecco perché dobbiamo lavorare insieme per contrastarlo”.
La storia
Il 14 giugno del 1981 in Svizzera fu approvato l’articolo costituzionale per la parità di genere tra uomini e donne. Ben 10 anni dopo, nel 1991, mezzo milione di donne in Svizzera, guidate dai sindacati hanno messo in atto un importate sciopero sotto il motto: “Se le donne vogliono, tutto si ferma”. Il 14 giugno di due anni fa le donne hanno rivendicato i propri diritti scendendo nelle piazze in moltissime città elvetiche.
Secondo il programma di quest’anno, il momento saliente della giornata è alle ore 15:19 che è l’ora nella quale le donne smettono di essere pagate per le loro prestazioni rispetto agli uomini. Fino allo scorso anno l’orario era fissato alle 15:24, ciò significa che la disparità salariale è addirittura aumentata! Secondo Tamara Knezevic, militante dello Sciopero delle donne e segretaria sindacale a Unia Vaud questo è avvenuto “a causa della crisi del coronavirus che ha avuto un impatto maggiore sul lavoro delle donne”.
Redazione La Pagina