Dopo averne segnalato l’esordio, (https://lapagina.ch/le-iniziative-digitali-della-citta-di-lugano-proseguono/) veniamo ora a commentare le masterclass di Blockchain for Business-B4B (https://luganolivinglab.ch/it/event/b4b-blockchain-for-business) programma di alfabetizzazione informatica allestito da Lugano Living Lab-L*3, il dipartimento della municipalità del Ceresio per la divulgazione della coscienza digitale.
Una avvertenza è d’obbligo: le attività in criptovalute non sono che una frazione del più ampio universo delle potenzialità di blockchain, ed é proprio su quest’ultima che si è concentrato il corso.
Va premesso che la sequenza dei moduli formativi è stata organizzata non in modo accademico, ma funzionale, archiviando la consueta trasmissione verticale di competenze, che nello specifico sono artificiali.
Questa impostazione ha portato i corsisti innanzitutto a comprendere che in ambito blockchain non è la nozione a fare la differenza, ma la capacità del singolo di padroneggiarne la applicazione, mediarne l’utilizzo e la convivenza con i modelli sociali ancora attuali, ma di cui le esperienze dell’ultimo triennio già ci avevano predisposto al cambiamento.
Il programma formativo di B4B ha inoltre ricordato ai partecipanti che blockchain e digitalizzazione rendono ogni utente anche protagonista delle proprie iniziative ed interessi, come già siamo abituati con l’uso dei dispositivi mobili.
Non è il caso di sorprendersi: il traguardo che ci ha aiutato a superare i momenti difficili della pandemia era proprio il “nuovo mondo” che avremmo vissuto dopo la emergenza, la consapevolezza che “dopo” sarebbe arrivato il momento di cambiare e quindi già durante il lockdown avevamo imparato ad attendere, pur ignorandone sembianze, potenzialità, e competenze applicative.
B4B dunque rappresenta quel “domani” che era ormai inevitabile arrivasse, e le declinazioni informatiche, a partire dalla blockchain, le novità cui ci siamo predisposti.
Questa la base della ulteriore, inedita convergenza parallela che ora porta pubblica amministrazione e pubblica opinione a percorrere un medesimo cammino e, rispettivamente, prendere coscienza di un fenomeno come la blockchain che, se trascurato nei suoi elementi essenziali, da innovativo è da evitare si traduca in esclusivo e per la competenza di pochi, o divisivo per la incompetenza dei molti, specie quando il singolo non abbia saputo adeguarsi a quei nuovi paradigmi socio-economici che rapidamente si stanno venendo a sviluppare, come conseguenza delle inevitabili leggi di mercato che le novità non impongono, ma prima creano e poi rendono progressivamente indispensabili.
Volete un esempio? È la esperienza che oggi vive chi, per assenza di competenze o pregiudizio, si trova a non sapere usare la tecnologia e le applicazioni degli smartphones, i moderni dispositivi di telefonia mobile.
Soffermiamoci ora sul B4B: dopo i workshops di esordio, dicevamo, seguiamo la progressione delle competenze sviluppate negli ulteriori moduli informativi, ricordando che l’obiettivo non era di formare una nuova generazione di accademici, o esperti commerciali, legali, finanziari o tributari, ma segmentare l’esame di nozioni e funzionalità specifiche alla blockchain.
Questo, per esempio, l’obiettivo della sessione ospitata dalla Università della Svizzera Italiana-USI, “La evoluzione del denaro: dal contante agli assets digitali”, dove i relatori Roberto Gorini, Edoardo Beretta, Paolo Ardoino e Gianni Cattaneo hanno illustrato la evoluzione della tradizionale moneta da fisica a digitale, la operatività di quest’ultima nell’attuale sistema incentrato su banche centrali e governi nazionali, le particolarità che riguardano le transazioni in criptovalute, e la base normativa svizzera che disciplina emissione, circolazione ed implicazioni normative connesse a stablecoin e NFT, ovvero le divise parallele alle valute nazionali e le rappresentazioni informatiche dei diritti legali.
Già a questo livello di esame si è chiarito che le attività blockchain, concettualmente assimilabili a prassi consolidate, più che sostituirle, le sviluppano con modalità e responsabilità specifiche.
L’argomento è stato commentato anche nel successivo modulo, svoltosi alla Franklin University Switzerland-FUS, “Crypto economy: come far quadrare i conti senza inciampi”, dove i relatori Gabriele Varrasi, Giordano Macchi e Claudio Cereghetti, con l’aggiunta di Gianni Cattaneo, hanno ricordato che altresì la protezioni dei dati, la prassi notarile, bancaria, fiscale e contabile, seppur innovate dalle procedure blockchain, tuttavia impongono altrettanta vigilanza sulle responsabilità di base, che tali sono ed altrettanto restano anche quando utilizzate in modalità artificiale.
Ma è nel modulo finale, prima della presentazione dei corsisti di specifici progetti in una sessione plenaria ospitata dalla Sala del Consiglio Comunale di Lugano, che Emanuele Guzzoni ha esposto le conclusioni di un report di Deloitte, una delle più note multinazionali attive a livello mondiale nell’ambito della consulenza strategica.
L’argomento di questo workshop era “Blockchain per il Business; scopri come sfruttare al meglio potenziale ed opportunità di questa tecnologia innovativa”.
Come accaduto in passato per ogni innovazione, anche in tema di applicazioni pratiche della blockchain il professionista oggi deve confrontarsi non solo con nuove applicazioni ma altresì comprenderne i limiti di utilizzo, attuali o di prossima soluzione.
Inoltre, e più in generale, le funzioni di blockchain si presentano come una esperienza totalizzante pari alla esistente realtà che affiancano, e dunque, specie in ambito imprenditoriale responsabilizzano gli operatori a mediarne la integrazione.
Lo ricorderà il pronosticato arrivo delle monete artificiali emesse dalle Banche Centrali, le Central Bank Digital Currency-CBDC, evoluzione logica e funzionale della finanza digitale sinora conosciuta come libera e decentralizzata.
Sarà a quel momento, prossimo a venire, che le odierne attività professionali ed economiche si tradurranno in “empowerment”, consapevolezza e revisione accresciuta dei modelli sociali e, decentrandoli, poi si tradurranno anche in “empowerment” del dialogo fra tutti gli stakeholders, pubblici e privati, ovunque, ed a qualsiasi livello.
Questa la nuova globalizzazione decentralizzata del sapere, di cui il programma formativo B4B ai suoi futuri protagonisti ha segnalato l’esordio anche nella regione italofona a sud del Gottardo.
di Andreas Grandi