Meloni: “non è il momento per ratificare il Mes”. Schlein: Meloni “mette in imbarazzo l’Italia”
Il Mes arriverà in aula alla Camera il 4 luglio, ma la maggioranza di governo vorrebbe provare a spostare la decisione riguardante la ratifica del Mes nel periodo successivo all’estate. In questo momento così le polemiche che riguardano il Mes incalzano. Molti sostengono che proprio la questione della riforma del fondo salva stati sarebbe alla base di una grossa crepa all’interno della maggioranza.
Si sa per certo che la Lega non è per nulla a favore del Meccanismo europeo di stabilità, con il leader Salvini che si ostina a dire che “l’Italia non ha bisogno del Mes”. Ma Giorgia Meloni non sembra però essere così convinta, seguendo forse la scia del suo predecessore, Mario Draghi, sembra anzi non chiudere la porta al nuovo Mes per principio. Sarebbe proprio questa differenza di vedute, all’interno della maggioranza, a rallentare la decisione sulla ratifica del Mes che crea una certa tensione all’interno della coalizione di governo. Molto probabilmente, per lo stesso motivo i partiti di governo hanno disertato l’ultima Commissione Esteri della Camera, dove la ratifica del fondo salva Stati è passata, ma con i voti dell’opposizione (Pd, terzo polo, e l’astensione del M5s).
Così si punta il dito sulla disarmonia della maggioranza, a cominciare dalla capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga, per la quale quella che non si è presentata alla votazione della ratifica del Mes è “Una maggioranza compatta solo nel fuggire dalle proprie responsabilità. Sul Mes disertano la commissione Esteri e il governo si rifiuta di dare parere. Ora il testo di ratifica voluto dal Pd arriva in aula, lì sarà impossibile continuare a nascondere la loro inadeguatezza”, scrive su twitter. “La destra non ha avuto il coraggio di venire in commissione Esteri e votare sul Mes. Abbiamo adottato il testo base e proseguiamo l’esame. Questa destra è così: abbandonano la barca appena devono prendersi la responsabilità di decidere per l’Italia” è invece il parere di Lia Quartapelle del Pd.
E sulla questione passa all’attacco la segretaria Dem per la quale “Tenere bloccati venti Paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, e cioè che ratificare il Mes non vuol dire chiedere l’attivazione, vuol dire essere un governo irresponsabile. E Meloni ci sta mettendo in imbarazzo anche rispetto agli altri interlocutori internazionali”.
Si inserisce nella polemica anche l’ex premier e leader M5s Giuseppe Conte che, con toni di scherno, commenta “Sul Mes state offrendo uno spettacolo indecoroso. Il vostro patriottismo si colora di imbarazzato indecisionismo. Anche lei vuole perseguire sul Mes una logica di pacchetto. Sorprendentemente, perché lei mi provocò sulla logica di pacchetto qui in Aula. Ma questo pacchetto di cui non dichiarate gli obiettivi si trasformerà in un pacco per l’Italia”, ha ironizzato Conte.
Immediata è la risposta della Premier Meloni che chiede stoppare le polemiche a tutela dell’interesse nazionale a proposito della ratifica del Meccanismo europeo di stabilità: “Lo voglio dire con serenità ma anche con chiarezza – puntualizza la premier – non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes”. La priorità attuale, aggiunge Meloni, è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea “con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale”.
È chiaro che la sua maggioranza sta studiando la strategia per arrivare al rinvio a dopo la pausa estiva. Nel frattempo la Conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato l’approdo della riforma del Mes in aula a partire da venerdì prossimo, per quel che riguarda la discussione generale, mentre l’esame del provvedimento, con il possibile voto, dovrebbe approdare il 4 luglio.
Redazione La Pagina