A chi in questo momento sta trascorrendo le proprie ferie nel Sud Italia non occorre di certo aprire i giornali o le pagine web per scoprire un “caldo da record”, che è in questo momento il titolone che possiamo leggere ovunque. Se invece guardiamo i Tg in televisione o ascoltiamo le news alla radio, sarà la notizia di apertura. Per non parlare dei canadair, i mezzi aerei che raccolgono acqua per spegnere incendi, dalla Sicilia ci informano che sono diventati parte del suggestivo panorama tropicale. Sì, perché se da un lato questo caldo ci riporta al clima caldo tropicale con tutti gli scenari mozzafiato di mari cristallini e cieli tersi, dall’altro lato purtroppo, ci sono le conseguenze che una calura eccessiva del genere può comportare, come gli incendi. Proprio come in Grecia dove alcune località turistiche sono in preda da forti fuochi ancora indomati. Si tratta delle rinomate località di Rodi e Corfù, dove da diverse ore bruciano incendi devastanti che hanno interessato più di una ventina di borghi, sono stati evacuati abitanti e turisti tra i quali molti giunti dalla Svizzera.
Tornando al sud Italia che è in preda a numeri alti mai visti nella colonnina di mercurio, tra le conseguenze vi sono i malesseri dovuti al caldo eccessivo tanto che si sono registrati un numero troppo alto di pazienti nei pronto soccorso di varie zone.
Ma al caldo da record e senza via di scampo si aggiunge anche un altro fenomeno climatico che rende questa estate davvero critica, anzi proprio “bipolare”: l’incontro tra l’anticiclone africano e il flusso perturbato delle correnti fredde che giungono dall’Atlantico, come descritta dagli esperti. Sempre i luminari delle temperature ci spiegano che, a causa di questo fenomeno in questo momento l’Italia appare esattamente spaccata in due tra il caldo estremo del Sud e i nubifragi che coinvolgono alcune regioni del Nord. Quel che è peggio, avvisano gli esperti, è che questa bipolarità climatica diverrà una costante delle estati italiane.
Quanto ci meravigliano ancora queste situazioni estreme? Ogni volta che affrontiamo un’estate più calda o una precipitazione più violenta del solito siamo lì a parlare di record e ogni volta si segnano nuovi primati, ma tutto fa parte e rientra in quei noti e temuti cambiamenti climatici di cui spesso di parla anche in sedi istituzionali e per i quali si cercano i rimedi che però non sempre si accolgono facilmente.
Il clima sta cambiando rapidamente, ma questo repentino cambiamento non è più solo dovuto ad un fattore naturale, ma mutamenti così estremi, differenze climatiche talmente contrastanti, e soprattutto fenomeni di entità esagerata sono dovuti anche all’azione dell’uomo. L’estate è ancora lunga, lo è anche di più ultimamente, chissà quante altre meraviglie da record ci aspettano…
Redazione La Pagina
1 commento
Meteo, Giuliacci perde le staffe: “Fake news sul caldo, stupidario meteorologico” Link
I generatori di allarmi hanno letto bene il manuale delle istruzioni dell’allarmista zelante. La loro sequenza è di una prevedibilità quasi efferata, senza sorprese e funziona pressappoco così: Estremizzare e sacralizzare una questione con punti controversi, senza dubbi. Appellarsi alla scienza come a una religione iper-dogmatica. Pazienza se a metà luglio la mappa delle temperature europee era composta all’80% da temperature più basse della media stagionale! L’estate di solito è calda e luminosa, e avrà come per il vostro articolo illuminato nella sua essenza il sistema dell’informazione, ancora una volta falso e totalmente ingannevole, come per la maggior parte dei quotidiani europei di quel periodo. Il problema non è di per sé il clima, anche se fa molto caldo l’ambiente lo vediamo sotto scacco, ma chi ci racconta il clima, come lo racconta, cosa nasconde, cosa nega mentre di dice che siamo noi le menti critiche e indagatrici a negare. Colpevolizzandoci tutti, non dovremo insomma più porci il problema ambientale vero, cioè la distruzione dell’ecosistema per volontà di potenza del capitalismo, la sua plastica, le deforestazioni, il consumo di suolo a scapito delle comunità e dei loro equilibri. Temi troppo veri e poco cari agli squali di Davos. Mario Pluchino