Ha avuto luogo oggi 4 gennaio la conferenza di fine anno della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, per motivi di salute, aveva rimandato per ben due volte. Per la prima volta alla conferenza non si sono presentati alcuni giornalisti per protestare contro la legge Bavaglio, una norma “che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria. Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato; una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un’informazione libera” ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, in apertura dell’incontro. “Questa norma è frutto di un emendamento parlamentare, che arriva dall’opposizione. Non è un’iniziativa del governo. Comunque non ci vedo un bavaglio, a meno che non si dica che la stampa è stata imbavagliata fino al 2017. Mi pare una norma di equilibrio”, ha risposto in proposito Meloni che quindi, dopo una breve introduzione è passata a rispondere alle domande dei giornalisti in sala.
I temi della conferenza
Svariati sono stati gli argomenti trattati da Meloni, dal recente caso Pozzolo, al caso degli appalti Anas, fino addirittura al caso Ferragni per toccare il tasto della necessità di una maggiore trasparenza quando si tratta di beneficenza, rispondendo a 42 domande dei giornalisti per un totale di quasi tre ore di conferenza.
Uno degli argomenti più attesi è stato quello in riferimento alla decisione del Governo di non ratificare il Mes, uno strumento “che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
Anche l’argomento della candidatura alle europee è un tema caldo, ma Meloni ha deluso le attese poiché la decisione non è ancora stata presa dalla Premier che spiega: “Sono una persona per la quale niente conta di più di sapere di avere il consenso dei cittadini, tutte le volte che ho avuto l’occasione di misurarmi con il consenso l’ho fatto, anche misurarsi da presidente del Consiglio sarebbe utile e interessante”. “Una mia eventuale candidatura potrebbe portare altri leader a fare una scelta, penso all’opposizione, e diventare un test di altissimo livello, interessante – prosegue – Ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro da presidente del Consiglio e penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader di maggioranza, abbiamo stabilito che va presa insieme”. Mentre ancora appare indecisa su una eventuale candidatura alle europee, Meloni è decisa sul caso Pozzolo, “dispone di un porto d’armi per difesa personale, non so perché. Girava con un’arma a Capodanno, ma la questione è un’altra: chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con responsabilità e serietà. Per questo c’è un problema. Pozzolo non è stato responsabile, perciò ho chiesto che venga deferito alla commissione garanzia e probiviri di Fratelli d’Italia e che venga sospeso dal partito”.
Il momento più difficile del 2023
Meloni ha anche parlato del momento più difficile di questo anno appena trascorso “probabilmente Cutro è stato il momento più difficile. 94 persone che muoiono, l’accusa che è colpa tua, è una cosa che pesa”, afferma la Premier rispondendo alla domanda domanda specifica sul momento più complicato del 2023. “Ce ne sono stati diversi di momenti complessi, così come belli ed entusiasmanti. Quando riesco a stare veramente in mezzo alla gente, lì si vive una realtà molto diversa. Per chi come me ha bisogno del consenso dei cittadini vedere quel supporto, la gente che ti incita, che capisce, che ce la stai mettendo tutta… l’unica benzina possibile è quando riesco a stare in mezzo alla gente. Questo mi rende contenta”. Ma se c’è qualcosa su cui la Premier non si ritiene soddisfatta, di certo è la questione migranti dove i risultati “non ritengo soddisfacenti, soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia, penso che se non l’avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio”.
Piena sintonia tra i partiti della maggioranza
Meloni si è mostrata positiva affermando una crescita stimata dell’Italia superiore alla media Ue, e questo è “un dato buono”. Rigetta con forza le allusioni sulla conduzione familiare affermando apertamente che “questa accusa continua di familismo mi ha stufato. Mia sorella è militante da trent’anni” e conferma la “compattezza della maggioranza” e la sua “piena sintonia”, su diversi temi: “Dall’autonomia alle riforme, passando per il taglio delle tasse, il garantismo, la giustizia e la tolleranza zero per gli estremismi religiosi denunciati dalla Lega come accaduto a Monfalcone. Giorgia Meloni conferma a tutto campo la compattezza della maggioranza e la piena sintonia nonostante fango, attacchi e falsità”.
Il momento dell’opposizione
Per quanto riguarda l’opposizione, Meloni si dice pronta ad un confronto con la Segretaria del Pd, “mi impegno volentieri ad un confronto con Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta non lo farò stavolta”.
Subito dopo la conferenza sono arrivate le prime critiche proprio da parte dell’opposizione, primo fra tutti il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd che scrive sui social “No, presidente Meloni, non è vero che l’Italia cresce più del resto d’Europa: tutte le organizzazioni internazionali (UE, Fondo Monetario, OCSE) purtroppo dicono esattamente il contrario”.
Anche Calenda ha commentato la conferenza stampa di Meloni affermando che la premier non ha toccato temi che interessano davvero: “Poco o nulla su ciò che è importante: Sanità, Salari, Istruzione, PNRR, Politica industriale. Molte invettive contro la sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca. Si sente la più completa assenza di un progetto per l’Italia. Questa la sintesi della conferenza di Meloni. Ne abbiamo già viste di molto simili”. Molto duro, invece, Matteo Renzi che in un lungo post afferma “Mai sentite così tante bugie tutte insieme” ed elenca tutti i punti sui quali, secondo Matteo Renzi, Meloni ha detto delle falsità a cominciare dalle tasse: “evidentemente le accise sulla benzina e l’IVA sugli assorbenti si sono aumentate da sole”.
Infine, arriva una nota firmata dai capigruppo alla Camera e al Senato del Pd, Braghi e Boccia, e condivisa poi anche dalla segretaria Elly Schlein nella quale si afferma che, da quanto si evince dalla conferenza stampa, la presidente del Consiglio “non ha un minimo di contezza dei problemi dell’Italia, dalla sanità al lavoro. Gravi sono le falsità che continua a raccontare. Come sempre molta propaganda e attacchi ingiustificati all’opposizione. Sarà un anno complesso ma né lei, né il suo governo, sono all’altezza di quello che ci aspetta”.
Redazione La Pagina