Non si placa la protesta detta “dei trattori” contro le normative regolamentari del settore agricolo, dopo i disordini a Bruxelles si sposta in Olanda. I trattori si scaldano anche in Italia
Da diversi giorni il mondo agricolo europeo è in movimento contro le misure europee sulla sostenibilità del settore agroalimentare. Pur considerando le singole motivazioni interne ad ogni Paese, gli agricoltori europei sono mossi in particolare da delle riforme ambientali e in generale dall’aumento dei costi nel settore. Inoltre chiedono maggiore tutela per gli eventi climatici estremi, il caro energia e soprattutto per la concorrenza da parte del resto del mondo.
Così, file di trattori – ne sono stati contati 1300 – sono patiti da diversi Paesi europei e si sono ritrovati a Bruxelles, in occasione del vertice straordinario tra i leader dell’Ue per approvare il piano economico di aiuti a Kiev, per far sentire la loro protesta proprio a chi è rivolta. “Questa non è l’Ue che vogliamo” è il grido degli agricoltori riuniti in gran numero davanti al Parlamento europeo. La protesta si fa sempre più agitata quando i manifestanti lanciano bottiglie, uova e petardi contro la sede dell’Eurocamera e tentano di sfondare le transenne, tanto che la polizia in tenuta antisommossa ha dovuto placarli con l’uso degli idranti. I disordini presso la piazza davanti al Parlamento Europeo, Place du Luxembourg, ha avuto il suo apice con il deturpamento della statua dell’operaio Beaufort, monumento eretto nel 1872 dedicato all’industriale belga-britannico John Cockerill. Tra i cori di maggior effetto, quelli che chiariscono la protesta: ‘Basta accordi di libero commercio’, ‘Stop alle pratiche sleali e al cibo sintetico’, ‘No ai vincoli green’. Nel tardo pomeriggio la protesta riprende a muoversi. Oggi è diretta al confine con l’Olanda. Alcuni tratti e caselli autostradali dei Paesi Bassi sono stati chiusi in entrata e in uscita e le autorità consigliano di non intraprendere in questo momento viaggi verso il Belgio.
La protesta avanza anche in Italia
Dopo la Francia, la Germania e il Belgio, anche l’Italia da diversi giorni sta vedendo incalzare la protesta del settore agricolo. Nello specifico i nostri agricoltori protestano per difendere il proprio lavoro dalle restrittive normative europee, dalle regole ambientali del Green Deal e nello stesso tempo puntano il dito sulla minaccia dell’apertura alla carne coltivata e delle materie prime che arrivano dall’estero e che sfavoriscono la produzione locale.
Gli allevatori e gli agricoltori italiani protestano infatti anche contro alla concorrenza estera che impone loro un forte ribasso dei prezzi, come se non bastasse, il loro reddito viene torturato dagli alti costi della produzione e da una forte tassazione. Nel manifesto del coordinamento nazionale, i produttori agricoli e gli allevatori chiedono con forza che venga “corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata”.
“Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo”.
Così attualmente l’Italia è interessata da una serie di sommosse che hanno portato disordini vari, come il movimento dei trattori nelle autostrade e i presidi in diverse zone e centri cittadini. Nella giornata di oggi è segnalata la presenza dei trattori dei manifestanti che sfileranno in diverse regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio nel pisano, Val di Chiana a Orvieto e ancora in prossimità del casello di Orte sulla A1, nella Valle del Salto, e ancora e a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. Non è escluso addirittura che possa essere interessata anche la capitale, per la quale si parla di possibile “invasione” dei trattori.
È il ministro dell’agricoltura Lollobrigida a mostrare solidarietà nei confronti dei protestanti quando dice che “rimaniamo convintamente al fianco degli agricoltori, di chi intende lavorare per avere il giusto reddito e creare ricchezza per sé e la Nazione. Pronti al massimo impegno in Italia come in Europa”. Nello stesso tempo, il ministro afferma che è fortemente sbagliato “e ingiustificato ogni atto di violenza”, in riferimento all’episodio accaduto a Viterbo dove sono state bruciate le bandiere delle associazioni agricole.
Redazione La Pagina