Alle morti accidentali e ai cosiddetti suicidi che nel tempo si sono succeduti in Russia e che hanno coinvolto tutti gli oppositori del regime, si aggiunge di un nuovo nome, ma non uno dei tanti, il più importante e convinto tra gli oppositori di Putin, Alexey Navalny. Nella narrazione confusa della sua fine tutto risulta equivoco, ma nulla verrà alla luce, nonostante i racconti discordanti di questa morte “naturale”, ora dovuta ad un coagulo sanguigno, ora ad un attacco di cuore, sorgono leciti sospetti.
“Sindrome da morte improvvisa”, è il referto verbale che l’anziana madre si è sentita riferire dalla colonia penale di Kharp e per ora si dovrà accontentare solo di questo, poiché il corpo del figlio, dato anche per disperso in un primo momento, verrà reso solo dopo l’autopsia e l’indagine.
È inutile dire quanto la morte di Navalny abbia scosso tutti quanti, non solo in Russia, ma in tutto il mondo. Con lui termina anche l’opposizione indipendente in Russia, così come non si potrà più parlare di dissenso politico, Alexey Navalny ha rappresentato l’espressione più potente della libertà e della forza del coraggio di chi credeva che una Russia libera potesse essere ancora possibile. E forse è stato proprio questo che ha suonato come campanello d’allarme che, ad un mese esatto dalle elezioni presidenziali russe dal risultato pressoché scontato, ha spinto Navalny verso un destino inesorabile, così come tutti gli oppositori del regime prima di lui. Si sprecano i messaggi di cordoglio e i pensieri da parte di tutto il mondo, da personaggi noti e personalità politiche che hanno voluto esprimere il loro pensiero sulla morte dell’eroe dissidente, ma il pensiero comune è che ci sia la regia del regime.
In molte parti del mondo sono sorte manifestazioni spontanee per rendere omaggio a Navalny, non solo in Russia, dove la polizia ha fermato oltre 400 persone, perfino in Svizzera si sono verificati dei raduni in onore dell’oppositore russo, a Zurigo nei pressi di Europaplatz un gruppo di 300 persone mostrava la foto di Navalny insieme ad alcuni manifesti che incitavano a non arrendersi mai. Anche a Ginevra un gruppo di persone ha manifestato a Piazza delle Nazioni mostrando striscioni che apostrofavano Putin come un “assassino sanguinario”.
A Milano ha avuto luogo un presidio di diverse persone con manifesti che incolpavano Putin. In diverse città i raduni spontanei si sono verificate davanti alle ambasciate russe, come a Varsavia, a Berlino, a Londra e a New York dove le persone urlano “Putin assassino”. In Lituania hanno manifestato presso il memoriale delle vittime dell’occupazione sovietica a Vilnius, mentre nei Paesi Bassi diverse centinaia di persone si sono riunite in piazza Dam, davanti al palazzo reale di Amsterdam e anche qui davanti all’ambasciata russa all’Aia. Proprio mentre la moglie di Navalny nella giornata di oggi sarà accolta dai leader Ue, in Italia tutti i partiti di maggioranza e opposizione, si uniranno in serata ai sindacati Cgil, Cisl e Uil per partecipare ad una fiaccolata in ricordo di Alexei Navalny. “È opportuno che le forze politiche europeiste e democratiche promuovano un’iniziativa congiunta lunedì pomeriggio a Roma alla ripresa dei lavori parlamentari”, ha scritto sui social nel pomeriggio Carlo Calenda, leader di Azione, al quale si sono uniti tutti gli altri, perfino Salvini ha annunciato la sua partecipazione – sperando che per l’occasione lasci a casa la maglia con la stampa di Putin – causando però una ulteriore polemica che però il leader del Carroccio cerca di evitare. Nel dolore e nello sbalordimento generale, la misteriosa fine di Navalny è riuscita ad unire davvero tutti, in tutto il mondo, e questo non può che essere espressione di come il suo senso di libertà e di coraggio riesca a compiere atti forti anche oltre la morte.
Redazione La Pagina