Ce lo aspettavamo un po’ tutti il risultato dell’iniziativa sulle pensioni svizzere, ma viene comunque accolto come un trionfo senza eguali della sinistra. “Vittoria storica” è la frase che ricorre in quasi tutte le testate giornalistiche che riportano la notizia, in effetti non si può commentare altrimenti visto che ben il 58% degli svizzeri ha scelto l’aggiunta della 13a mensilità della pensione, ben 16 cantoni su 26: i sindacati gongolano per un tale risultato. Di contro, è inequivocabile la bocciatura da parte del popolo svizzero dell’iniziativa sull’innalzamento dell’età della pensione, risultato deciso da parte del 74% di votanti e nessun cantone che ha approvato il testo. Ma non vorrà mica dire che la Svizzera sta virando a sinistra? Non proprio, non esageriamo. Ma il risultato è sicuramente ragguardevole. Vuol dire che la Svizzera e certe categorie accusano fortemente il colpo dell’inflazione e il potere d’acquisto viene sempre più a mancare. Ma vuol dire soprattutto che gli svizzeri, per quanto riguarda le politiche sociali, sono pronti a svoltare e i risultati non sono poi così scontati.
Ma a proposito di votazioni non così scontate, in Italia abbiamo avuto il risultato “storico” della vittoria della coalizione di centrosinistra in Sardegna per l’elezione del presidente di regione, anzi la presidente in questo caso. È stata una vittoria proprio all’ultimo voto, lo scarto tra i candidati delle maggiori fazioni è stato il minimo, infatti la candidata Alessandra Todde (Ms5) si è affermata sull’avversario di coalizione di centrodestra Truzzu (FdI), con circa 3000 voti di distanza (che nelle ultime ore si sarebbe addirittura ridotta ulteriormente). Ma è sempre una vittoria storica per la sinistra, soprattutto in Sardegna dove una donna diventa Presidente di Regione per la prima volta!
Non se lo aspettavano i leader del centrodestra che hanno affrontato queste votazioni in maniera quasi arrogante e certi del risultato a loro favore, tanto che in una nota congiunta, Meloni, Salvini e Tajani ribadiscono che nonostante il risultato il centrodestra in Sardegna “non è in calo”, anche se hanno dovuto intascare questo duro colpo.
A dirla tutta, neanche il centrosinistra, in fondo, se lo aspettava, come suggerisce la partenza improvvisa di Conte e Schlein per raggiungere la Sardegna solo quando la prospettiva di vittoria era quasi certa. E perfino gli altri se lo aspettavano, tanto che Calenda ha dovuto fare ammenda sulle coalizioni future con Conte (che però non sembra poi così largo…).
Così la vittoria sarda della coalizione di centrosinistra viene accolta con molto clamore e assume perfino toni provocatori quando la neoeletta presidente della Sardegna Toddi afferma che “la Sardegna ha risposto alle manganellate con le matite”, riferendosi alla carica delle forze dell’ordine contro il corteo degli studenti a Pisa. E lascia ben sperare per le prossime regionali in Abruzzo che vengono affrontate dal centrosinistra con uno sprint in più. «È una vittoria di una coalizione che ha messo insieme un progetto convincente e credibile attorno a cose su cui ci siamo ritrovati e ci siamo riconosciuti attorno alla sua candidatura» dice una soddisfatta Schlein che festeggia il primo anno come segretaria del Pd nel migliore dei modi sperati. Ma con l’Abruzzo è tutto da vedere, si tratta della prima regione conquistata cinque anni fa da Meloni che pretende la riconferma, e fa di questo il risultato il meno scontato di tutti. L’Abruzzo sorprenderà o rimarrà un risultato scontato? Che poi, quale sarebbe il risultato più scontato, in fondo, è anche questo da capire…
Redazione La Pagina