Dei mandanti da scoprire, tramite un appartenente alle forze dell’ordine, hanno avuto accesso a dei dati sensibili di politici, personaggi delle istituzioni, dello spettacolo, dell’economia e dello sport. Potrebbe essere la trama di un romanzo di spionaggio politico, invece è quello che sta accadendo in questo momento in Italia
In principio fu il ministro Crosetto a sollevare dei dubbi su pubblicazioni di informazioni sensibili su delle sue precedenti attività professionali. Da qui è stato tutto un susseguirsi di eventi e fatti che hanno coinvolto sempre più individui, da personalità di spicco, a politici, a personaggi famosi fino a cittadini comuni, portando all’apertura dell’inchiesta oramai nota come “Dossieraggio”.
Da giorni la cronaca italiana sta trattando in maniera maniacale il caso del “Dossieraggio”, l’inchiesta portata avanti dai magistrati perugini, con a capo Raffaele Cantone, per scoprire chi abbia avuto accesso dalle informazioni sensibili, per conto di chi e per quale scopo. Si tratta di veri e propri accessi definiti “abusivi” alla sfera privata di diversi personaggi. Il termine “abusivo” sta ad intendere la modalità di raccogliere informazioni su individui o entità in modo illegale o non autorizzato da parte di figure che avrebbero utilizzato la propria posizione per avere un accesso ai dati sensibili in maniera semplice. In questo contesto è venuto fuori il nome del tenente della guardia di finanza Pasquale Striano che, mentre era in servizio alla procura nazionale antimafia, ha avuto la possibilità di effettuare centinaia di accessi non autorizzati alle banche dati della procura antimafia, violando in questo modo privacy e legalità.
Perché si parla tanto dell’inchiesta sul dossieraggio?
L’inchiesta che vede coinvolte diverse personalità di spicco, molti politici e perfino personalità del governo attuale, ma anche dei governi precedenti, è un argomento di grande interesse per tutti perché non solo solleva interrogativi importanti sul ruolo del giornalismo, sul diritto di ricevere informazioni in qualsiasi modo a servizio di una chiara informazione per i cittadini, ma apre anche a una serie di preoccupazione di non poco conto riguardo alla protezione della privacy e alla legalità delle pratiche investigative. Inoltre, un tale scandalo mette di fronte alla necessità di condurre un’indagine approfondita e trasparente. Infatti, come ha spiega il senatore ed ex magistrato antimafia Scarpinato (M5s) in un suo recente intervento, c’è anche una falla sul sistema di sicurezza per la quale è previsto che chi accede ai dati sensibili sia rintracciabile, ma non è però previsto che sia realizzato un controllo generalizzato di chi abbia effettuato accessi a dati sensibili e quindi verificare se questi accessi siano stati fatti per questioni non pertinenti a ragione di servizio. Non a caso il senatore Scarpinato ha presentato una proposta di legge per il controllo obbligatorio a cadenza regolare di chi ha accesso a tutti i dati personali e sensibili.
Gli spiati
Il caso sta facendo molto scalpore perché tre le persone spiate sarebbero interessate molte personalità politiche di spicco dell’attuale Governo. A cominciare da Guido Crosetto, dal quale è tutto iniziato, ci sono diversi ministri, come Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso e Giuseppe Valditara e i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari. Tra gli spiati anche i politici Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI), l’eurodeputato Nicola Procaccini (FdI), il senatore Claudio Borghi della Lega, l’europarlamentare Susanna Ceccardi (Lega), il commissario Claudio Durigon (Lega). Compaiono anche Marta Fascina, parlamentare di FI, Francesca Verdini, compagna di Matteo Salvini e figlia dell’ex senatore, e il fratello Tommaso Verdini. Ma i nomi che fanno parte del mondo politico ci sono anche quelli di Matteo Renzi e Marco Carrai, la compagna dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Olivia Paladino, poi anche Irene Pivetti, Claudio Velardi, Michele Vietti, Lorenzo Cesa e Domenico Arcuri. Compaiono anche Letizia Moratti, Carlo Bonomi, Vittorio Colao, Francesco Gaetano Caltagirone.
Non solo politici
Tra le personalità che hanno fatto parte delle ricerche “abusive”, anche molte di ambiti diversi da quello politico, come il calciatore Cristiano Ronaldo, l’allenatore Massimiliano Allegri, l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’ex presidente dell’Aifa Giorgio Palù e addirittura Fedez.
Affare politico
Visto la mole dei nomi politici coinvolti nell’inchiesta sul dossieraggio, è inevitabile che diventi un affare politico e che tutto il mondo politico italiano chieda a gran voce la necessità di far luce. In modo particolare è il centrodestra a reagire fortemente all’inchiesta definendola un attacco alla Repubblica e alla democrazia. La Lega (partito particolarmente coinvolto) ha chiesto un’indagine dettagliata. Matteo Salvini parla di “una vergogna di stampo sovietico” e il partito è pronto a chiedere i danni a tutti. Per il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, sostiene che si tratta di “uno scandalo degno di una bicamerale” perché “serve trasparenza”. Per Tajani è necessario arrivare a capire chi siano i mandanti: “bisogna capire qual è la Cupola: una persona, un gruppo, per quali fini?”, così anche per Giorgia Meloni si tratta di un fatto “gravissimo” con metodi “da regime” per i quali “i mandanti” sono quelli che ora vanno individuati per fare “molta chiarezza”, senza celare il riferimento alla stampa. Ma la condanna arriva in maniera unanime da tutte le parti politiche, Elly Schlein definisce l’inchiesta della procura di Perugia sui dossieraggi informatici alle banche dati della Procura nazionale antimafia uno “scandalo” per il quale chiede di fare “estrema chiarezza” per “evitare che fatti del genere possano accadere ancora”. “La magistratura vada fino in fondo. Accessi abusivi sono inaccettabili, quindi che si faccia luce su questa vicenda. Non mi sembra che sia una questione dove le vittime sono del centrodestra, come hanno detto esponenti di Fratelli d’Italia. Purtroppo ci sono anche io”, sono invece le parole di Giuseppe Conte.
Redazione La Pagina