Il governo è scosso dai casi che riguardano due importanti personalità della maggioranza di governo: Salvini e Santanché prossimi alle dimissioni?
Giorni complicati per il governo che deve fare i conti con i casi che riguardano Matteo Salvini e Daniela Santanché entrambi sotto il mirino delle opposizioni.
Per quanto riguarda la ministra del turismo, Daniela Santanché, è stata presenta a suo carico una mozione di sfiducia dopo la chiusura delle indagini della Procura di Milano sul caso Visibilia. Lo scorso venerdì, infatti, Santanché ha ricevuto l’avviso di chiusura dell’inchiesta per truffa aggravata all’Inps per 126mila euro, per la irregolare gestione della Cassa integrazione a zero ore durante il Covid, nelle società Visibilia Editoree Concessionaria. Da qui è partita la mozione di sfiducia che arriverà in Aula alla Camera mercoledì 3 aprile, anche se potrebbe slittare.
“Nessuno mi ha chiesto di dimettermi”, ha assicurato la ministra commentando quanto avvenuto anche se molti sostengono una certa freddezza nel centrodestra nei suoi riguardi e si dice che perfino la stessa Giorgia Meloni le abbia chiesto almeno una riflessione.
In una nota, la Lega invece resta vaga e si definisce “garantista” sulla vicenda che riguarda la ministra che “confermerà per l’ennesima volta la compattezza della maggioranza e la piena sintonia tra i leader”.
Ma quella della Santanché non sarà l’unica mozione di sfiducia che approderà dopo Pasqua, tra mercoledì e giovedì prossimi, infatti, arriverà in Aula anche la mozione di sfiducia a Matteo Salvini dalle opposizioni a causa dei rapporti tra Lega e il partito Russia Unita.
Pare che però più che l’esito di queste votazioni, a far preoccupare il governo siano invece le diverse direzioni che stanno prendendo il ministro dei trasporti Salvini e la Premier Meloni per le prossime europee di giugno. La politica estera è proprio l’aspetto che più di tutti li vede in disaccordo. In modo particolare il leader della Lega conferma la sua posizione “mai con von der Leyen” e ribadisce che “tra Macron che parla di guerra e Le Pen che parla di pace” sceglie “tutta la vita” la leader della destra francese. Mentre Meloni, pur non condividendo le parole di Macron sulla crisi ucraina, ne condivide invece i fatti: “Se non molliamo, costringiamo Putin a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta”.
Redazione La Pagina